Per i precari
della scuola lo sciopero della fame sembra rappresentare la
contestazione più congeniale per opporsi ai tagli agli organici decisi
dal governo che quest’anno potrebbero produrre oltre 20mila mancate
conferme di supplenza: sulla scia di quello avviato la scorsa settimana
a Palermo dai tre precari Salvatore Altadonna, Pietro Di Grusa e
Giacomo Russo, e dopo gli annunci di digiuno volontario provenienti da
Pisa e a Pordenone, ieri a Benevento è notizia dell’avvio di
un’iniziativa analoga. Protagonista dello sciopero della fame è Daniela
Basile, del Comitato Insegnanti precari e Ata Sanniti, tra le
promotrici della contestazione già nell’estate del 2009, quando rimase
sul tetto dell’Usp locale per diversi giorni. “La protesta – ha
dichiarato Basile – andrà avanti fino a quando ‘tutti i politici’ che
sono saluti sul tetto dell’ex provveditorato quando la protesta prese
forma, non passeranno dalle parole ai fatti”.
E domani l’arma estrema della contestazione, il digiuno volontario,
potrebbe essere adottata da due docenti precari romani: prima
parteciperanno al presidio davanti Montecitorio, poi all’incontro con i
sindacati. Già al termine della giornata, se le proteste non dovessero
produrre novità da parte delle istituzioni, hanno detto che inizieranno
a non alimentarsi più sostando ad oltranza proprio davanti il palazzo
della Camera.
Un gruppo di precari sta inoltre pensando ad avviare lo sciopero in
ogni regione. Il tam tam è partito in queste ore su Facebook, con un
appello intitolato ‘Contro i tagli della riforma Gelmini’: “Servono 20
persone – si legge nel messaggio – 20 lavoratori della scuola che si
offrano per uno sciopero della fame esattamente come sta facendo Pietro
Di Grusa a Palermo. Una persona per regione. Solo così i media si
muovono. La docente precaria Maria Carmela Salvo aderisce allo sciopero
dalla provincia di Pordenone (Friuli), comincerà a scioperare dal 1°
settembre. Aspettiamo le vostre adesioni”. (Apcom)
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