“La manovra
correttiva che arriva alla Camera è pensatissima e non si possono
tacere al paese le conseguenze che essa avrà sull’occupazione, sui
redditi più bassi e sulle pensioni. Bisogna rendersi conto che il
taglio del 50% dei precari della pubblica amministrazione significa
perdere circa altri 140 mila posti di lavoro, ai quali occorre
aggiungere i licenziamenti già avvenuti nella scuola e quelli che, nel
prossimo autunno, potrebbero riguardare il settore privato, perché la
conclusione di molti processi di ristrutturazione aziendale non
consentirà il rientro al lavoro di una parte dei quasi 2 milioni di
cassa integrati attualmente esistenti.
Per quanto riguarda il reddito, il blocco triennale della
contrattazione del pubblico impiego non prevede un recupero salariale
ex post e, quindi, si opererà in questo modo un taglio al potere di
acquisto delle retribuzioni. Per quanto riguardo le pensioni è assurda
la pretesa di applicare le cosiddette ‘finestre scorrevoli’ per i
lavoratori che hanno maturato 40 anni di contributi e per tutti quelli
inseriti in accordi aziendali che prevedono processi di mobilità. Per
questi ultimi il tetto previsto di 10 mila lavoratori è assolutamente
ridicolo e numericamente insufficiente e va fatto saltare se non si
vuole creare una nuova condizione di disagio sociale”. Così il
capogruppo del Pd nella commissione lavoro della camera, Cesare Damiano.
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