29 GIUGNO scade il
contratto di lavoro, perdono il posto centinaia di migliaia di
lavoratori della scuola. Boom di disoccupati in estate a causa della
scadenza del contratto per circa 240.000 precari: 140.000 docenti,
100.000 non docenti assunti a tempo determinato annuale. Per il 1
luglio è previsto un assalto ai Centri per l’impiego, operazione
necessaria per poter ottenere l’indennità di disoccupazione. Per molti
professori si tratta del ventesimo, o trentesimo o anche del
cinquantesimo licenziamento, come nel caso del professor S. M.
raccontato nel libro di Vincenzo
Brancatisano “Una vita da supplente. Lo sfruttamento del lavoro
precario nella scuola pubblica italiana”, Ed. Nuovi Mondi, 350
pagine, un’inchiesta choc sulla scuola.
Ai lavoratori assunti il 1 settembre 2009 con un contratto annuale fino
al 30 giugno 2010 si sommano le centinaia di migliaia di lavoratori con
contratto fino alla fine delle lezioni, licenziati e poi riassunti con
contratti spezzatino, giusto per i giorni degli scrutini. “L’abuso dei
contratti a termine nella scuola pubblica italiana – commenta Vincenzo
Brancatisano – è una vergogna che dura da decenni ma è stata
stigmatizzata dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee di
Lussemburgo e da numerose sentenze di Tribunali italiani, censite nel
libro”. I giudici, come emerge dal volume, hanno riconosciuto somme
considerevoli (fino a quasi 50.000 euro) a titolo di risarcimento dei
danni in favore di precari assunti e licenziati a ripetizione negli
anni. “Peccato che questa opportunità sia sconosciuta alla maggior
parte dei lavoratori precari della scuola, docenti e non docenti, visto
che i sindacati tradizionali non hanno mai spiegato l’esistenza del
diritto al risarcimento, peraltro prevista dalla legge italiana ma che
si perde per prescrizione se non si chiede con una causa”, commenta
Brancatisano.
Il libro mette in luce un altro filone giudiziario che si sta
rivelando proficuo, quello del riconoscimento degli scatti di anzianità
ai precari. Ai lavoratori supplenti spetta il diritto alla progressione
di carriera. Secondo alcuni Tribunali richiamati nell’inchiesta, il
fatto che gli scatti non siano riconosciuti dalla legge nè dai
contratti collettivi firmati dai sindacati (con grave danno economico)
non osta al riconoscimento dei medesimi poiché – spiega ad esempio il
Tribunale di Livorno - “sopra i contratti collettivi c’è sempre una
Costituzione”.
Sono innumerevoli le discriminazioni documentate nel libro e di cui
sono vittime i precari della scuola. Ad esempio, questi ultimi stanno
finanziando l’acquisto agevolato della prima e addirittura della
seconda casa dei loro colleghi di ruolo. Ma se loro, i precari della
scuola chiedessero domattina al proprio ente previdenziale un prestito
anche di infime dimensioni, magari per mantenere la famiglia durante
imminente periodo di disoccupazione estiva, riceverebbero un rifiuto:
ai precari – spiega il regolamento dell’Inpdap – non si fa
credito. “Lo scandalo – insiste Brancatisano – è che i precari
subiscono in busta paga il prelievo in maniera forzosa e questo per
finanziare l’acquisto agevolato delle abitazioni, delle cure termali e
di tante altre iniziative, cui i precari non hanno diritto. Anche in
questo caso gli interessati spesso non lo sanno”.
Ochio alla domanda di disoccupazione. “Risulta che molti sindacati –
conclude Brancatisano – consiglino ai lavoratori della scuola
licenziati dal 1 luglio di optare per la disoccupazione con requisiti
ridotti, che si inoltra nei primi tre mesi dell’anno successivo. Questo
assegno è molto più modesto rispetto alla disocupazione ordinaria, ma
consente ai sindacati di conseguire una percentuale molto più alta
attraverso la trattenuta sull’assegno, praticata dall’Inps su delega
non sempre consapevole rilasciata dai disoccupati durante la
compilazione della domanda presso gli uffici dei Patronati collegati
alle sigle sindacali. “Dobbiamo evitare sprechi di fatturato”, si legge
in un documento di un’associazione sindacale rivelato dal libro.
Scheda libro
http://www.nuovimondi.info/Article2289.html
Vincenzo Brancatisano -
Redazione