Per la realizzazione delle sezioni primavera, l'anno
scorso, in Conferenza Unificata Stato-Regioni, fu siglato l’Accordo
nazionale per l’a.s. 2009-2010 il 29 ottobre 2009; ad anno scolastico
inoltrato, dopo aver lasciato per
mesi migliaia di famiglie nell’incertezza circa la prosecuzione del
servizio per i loro figli. La causa del ritardo fu l’atteggiamento
prevaricante del Governo verso l’autonomia delle Regioni. Un
atteggiamento grave che portò allo stallo istituzionale.
Il Miur non ha mai diffuso – né quest’anno, né i due precedenti - i
dati completi di monitoraggio e verifica dell’attività delle sezioni
primavera e non ha mai attivato la cabina di regia prevista
dall’accordo nazionale, di cui peraltro ha la titolarità, per valutare
gli esiti della gestione del servizio. L’attuale gestione del Miur non
ha mai considerato importanti i temi dell’infanzia e della sua scuola,
basti pensare allo stravolgimento dell’assetto della scuola
dell’infanzia con la reintroduzione degli anticipi. Le sezioni
primavera per il Ministero dell’istruzione sono state solo un impegno
di risorse economiche, ereditato dal precedente governo.
Eredità sgradita, evidentemente, dato che il Ministro si è sottratto ai
suoi compiti istituzionali, non ha mai esercitato la propria
titolarità, ha lasciato senza interventi di supporto le scuole statali
che, pur tra mille ostacoli, hanno aderito al progetto delle sezioni
primavera.
Gli stessi dati sulla rilevazione dell’offerta educativa di servizi
all’infanzia, diffusi nei giorni scorsi dall’ISTAT, confermano come il
nostro Paese sia ancora lontanissimo dalla direttiva di Lisbona che ha
fissato, come obiettivo per il 2010 un’offerta - sia pubblica che
privata - che copra una quota del 33% di utenti (in rapporto al totale
dei bambini da zero a due anni) e l’attenuazione degli squilibri
esistenti tra le diverse aree geografiche italiane.
L’anno scolastico si è appena concluso ma, ad oggi, non risulta che da
parte del Miur sia stato inviato alle Regioni un testo utile per
avviare il confronto in Conferenza Stato-Regioni e sancire un nuovo
accordo nazionale: un atto indispensabile per garantire, in tempi
utili, la prosecuzione del servizio anche nell’a.s. 2010-2011.
La domanda sociale di servizi per l’infanzia nel nostro Paese continua
a crescere e non è con i tagli indiscriminati imposti da questo Governo
che si favorisce la ripresa economica e sociale. Né si garantisce la
qualità di un servizio così delicato lasciando campo libero alle sole
iniziative private che troppo spesso non sono vincolate al rispetto di
regole e controlli di livello nazionale.
La FLC Cgil continua a chiedere al Miur di assumersi i propri compiti
istituzionali e rivendica la diffusione dei dati di valutazione e
verifica del servizio fino ad oggi erogato, a tutela dei bambini e del
personale che lavora nel servizio.
Peraltro, i tagli previsti dalla manovra finanziaria in discussione
saranno un ulteriore freno allo sviluppo delle politiche sociali di
Regioni e Comuni. A pagarne le conseguenze saranno, come sempre, le
fasce più deboli: infanzia in primis.
Anche per questo la FLC Cgil aderisce allo sciopero generale del 25
giugno proclamato dalla CGIL.
Redazione