LA
CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA. IMPEDIAMO LA
FINANZIARIA-MASSACRO
Il durissimo conflitto che si svolge in Grecia ha una importanza
cruciale per le sorti dell’Europa sociale, per le condizioni di vita
dei lavoratori, dei pensionati e dei più indifesi tra i cittadini, per
il futuro dei servizi pubblici e dei beni comuni.
Perché, dopo che i governi europei hanno dilapidato centinaia di
miliardi di euro per soccorrere banche e imperi finanziari, l’attacco
ai settori popolari, ai servizi sociali e ai beni comuni sta avvenendo
in tutta Europa, imponendo che a pagare non siano quelli che la crisi
l’hanno provocata ma di nuovo i salariati, i precari, i disoccupati, i
pensionati: i quali, in Italia sono stati ulteriormente spremuti, con
milioni di licenziati e cassaintegrati cui a breve scadrà ogni
ammortizzatore sociale, con il dilagare di un precariato senza
speranze, con tagli impressionanti dei servizi sociali, con un massacro
nella scuola pubblica (41 mila posti di lavoro in meno) e l’espulsione
in massa dei precari, con l’incessante attacco al pubblico impiego, con
la crescita a dismisura dell’evasione fiscale, con il dilagare della
corruzione, mentre la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni
diventa intollerabile.
Redazione
Perché, dopo che i governi europei hanno dilapidato centinaia di
miliardi di euro per soccorrere banche e imperi finanziari, l’attacco
ai settori popolari, ai servizi sociali e ai beni comuni sta avvenendo
in tutta Europa, imponendo che a pagare non siano quelli che la crisi
l’hanno provocata ma di nuovo i salariati, i precari, i disoccupati, i
pensionati: i quali, in Italia sono stati ulteriormente spremuti, con
milioni di licenziati e cassaintegrati cui a breve scadrà ogni
ammortizzatore sociale, con il dilagare di un precariato senza
speranze, con tagli impressionanti dei servizi sociali, con un massacro
nella scuola pubblica (41 mila posti di lavoro in meno) e l’espulsione
in massa dei precari, con l’incessante attacco al pubblico impiego, con
la crescita a dismisura dell’evasione fiscale, con il dilagare della
corruzione, mentre la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni
diventa intollerabile.
In più, il governo vuole, con il “Collegato al Lavoro”, togliere le
residue garanzie giuridiche ai lavoratori, attraverso l’arbitrato
concertato con i sindacati complici; e annuncia ulteriori attacchi al
diritto di sciopero e la riscrittura dello Statuto dei lavoratori per
cancellarne definitivamente ogni funzione, continuando a negare i
diritti ai sindacati di base,
Solo una generale mobilitazione europea, coordinata da coloro che
ritengono possibile un mondo non fondato sul profitto e sulla
mercificazione globale, in una stretta alleanza tra forze sindacali,
sociali e politiche alternative, può modificare gli eventi. Dunque, nel
quadro dell’indispensabile stagione di mobilitazioni e scioperi,
promuoviamo per il 5 giugno una manifestazione nazionale a Roma che
proponiamo alle strutture sindacali, sociali e politiche che si battono
contro le catastrofiche ricette di “uscita dalla crisi” del potere
economico e politico e che vogliono che la crisi sia pagata da chi l’ha
provocata.
Impediamo la Finanziaria- massacro
NO ai licenziamenti, all’attacco alla spesa sociale e ai lavoratori
pubblici, SI alla tutela dei pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Cancellazione del Collegato Lavoro, dei tagli nella Scuola e nei
servizi pubblici.
Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie; non un euro o
un posto di lavoro in meno per salvare banche, finanzieri e padroni.
Respingiamo l’attacco al diritto di sciopero, ai diritti sindacali e
del lavoro, ai contratti, alle pensioni, ai beni comuni.
A fianco dei lavoratori greci ed europei in lotta.
Piero Bernocchi Confederazione COBAS
Pier Paolo Leonardi (RdB) e Fabrizio
Tomaselli (SdL) USB - Unione Sindacale di Base