Coordinamento Precari Scuola: Documento sullo sciopero unitario degli
scrutini
La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta
l'ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione
e impoverimento dell'istruzione pubblica italiana. Tutto l'impianto
delle leggi in tema di istruzione, all'interno del quale si collocano
la legge 133/08, l'art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad
estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale,
non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli
istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel
campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella
tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento
democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal
governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e
meritocratica della scuola, licei sempre più licei "disegnati" per le
elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani
potrà formarsi e accedere all'università; tecnici e professionali
sempre trasformati in "scuole di avviamento" al lavoro in cui si
formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del
domani. La scuola "berlusconiana" non tiene conto delle diverse
esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove
generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture
diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica
e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i
finanziamenti alle "scuole-diplomifici" private. Denunciamo non solo
gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della
scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande
licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del
nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per
la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione
culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi
fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di
illegalità.
Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei
docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi
sovraffollate e smembrate, nonchè il disconoscimento della
professionalità docente, con provvedimenti quali l'accorpamento di
classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi
stato-regioni. Denunciamo infine la generaleriduzione dei diritti dei
lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema
di malattia, lariduzione della contrattazione collettiva e del potere
d'acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale,
l'accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti
disciplinari previsti dalla legge Brunetta.
Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che
non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a
proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo
oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più
significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le
azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero
degli scrutini.
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto
radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e
visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità
dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica
veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a
forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo,
però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990,
che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero
soprattutto nei settori pubblici.
Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al
cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli
ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno
sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni -
nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo
svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento,
che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.
Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo
sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si
possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti
incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della
scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini
aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città
d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito
allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne
hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore
che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può
essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan
molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare
evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei
colleghi del personale ATA in questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile
aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve
essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile
arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di
mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito
intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee,
picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei
docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.
Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le
azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle
scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della
legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo
degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a
neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.
Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla
costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito,
accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire
nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la
settimana degli scrutini, nella piena legalità, come stabilito dalla
legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito
all'appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento
dei precari, nel corso dell'assemblea nazionale dei precari della
scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.
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