Adda
passà ‘a nuttata, si potrebbe dire parafrasando Edoardo. E visto che
sulla scuola italiana si addensano nubi oscure, circa duecento docenti delle scuole
catanesi hanno deciso di lanciare un motivato grido di allarme. Ricorrendo
agli strumenti tipici del loro mestiere, semplicemente carta e penna si
sarebbe detto qualche anno fa, hanno provato a ragionare sullo “stato
della scuola”. (da Argo. Cento occhi su Ct) Sabato 10 aprile alle ore 18,00
appuntamento in piazza Duomo per poi spostarsi al Boggio Lera
http://www.argo.catania.it/2010/04/09/notte-bianca-al-
boggio-lera-chi-taglia-la-scuola-taglia-il-futuro/#more-11749
Adda passà ‘a nuttata, si
potrebbe dire parafrasando Edoardo. E visto che sulla scuola italiana
si addensano nubi oscure, circa duecento docenti delle scuole catanesi
(la maggior parte dei quali lavora nella secondaria superiore) hanno
deciso di lanciare un motivato grido di allarme. Ricorrendo agli
strumenti tipici del loro mestiere, semplicemente carta e penna si
sarebbe detto qualche anno fa, hanno provato a ragionare sullo “stato
della scuola”.
Ne è venuto fuori un quadro disarmante. Strutture scolastiche
inadeguate (spesso sprovviste persino del certificato di agibilità);
abnorme aumento del numero degli alunni nelle classi (sino a 35);
contrazione delle ore del Sostegno; riduzione del personale
amministrativo e dei collaboratori scolastici; meno soldi per le
pulizie; continui tentativi di svuotare gli Organi Collegiali.
Come se non bastasse, è arrivato il “riordino” Gelmini-Tremonti,
pomposamente definito, non si capisce in base a quali criteri, epocale
riforma della scuola. In effetti, i due, come accadrebbe in una
qualsiasi SPA, per risparmiare si sono limitati, esattamente al
contrario di quanto succede negli altri paesi europei, a ridurre
drasticamente il numero delle ore scolastiche, secondo la brillante
riflessione che studiando meno si apprende meglio.
Peraltro, e qui la logica sembra proprio incomprensibile, prima si sono
tagliate le ore di lezione e solo ora si comincia a discutere di nuovi
programmi scolastici. In questa situazione, i duecento docenti hanno
pensato che si dovesse evitare che facesse chiù scuru ‘i mezzanotte e
hanno ritenuto necessario che tutti riprendessero a discutere sul
diritto all’istruzione.
Nasce, così, l’idea della Notte Bianca, un primo momento di confronto
collettivo fra quanti pensano che una società che non investe
nell’istruzione è destinata a un’inevitabile declino.
Sabato 10 aprile alle ore 18,00 appuntamento in piazza Duomo per poi
spostarsi al Boggio Lera. Qui, ci si dividerà in gruppi di lavoro su:
la scuola che vogliamo; la sicurezza nelle scuole; il precariato;
prospettive della mobilitazione. Finita la discussione, e deciso,
almeno in parte, il percorso delle prossime settimane, proseguirà la
Notte Bianca. I presenti ascolteranno i brani proposti da un coro
formato da docenti e allievi del Turrisi Colonna e, visto che ci trova
in una scuola, la manifestazione si concluderà con un reading di poesie
e brani letterari: la cultura si difende facendo cultura.