Sapevano che la situazione di pericolo era
arrivata al limite dell’irreversibilità e non hanno fatto nulla per
evitarlo mettendo dunque a rischi la vita di oltre 400 bambini.
Questa l’ipotesi della Procura etnea nei confronti dell’ex sindaco di
Catania Umberto Scapagnini, dell’allora
vicesindaco Giuseppe Arena,
del dirigente del servizio manutenzione edifici nonché responsabile del
procedimento unico Giovanni Tomasello
e del progettista Santo Cimellaro
che, fin dall’ottobre del 2005 sarebbero stati a conoscenza del forte
degrado delle fondamenta della scuola
“Musco” di Villaggio Sant’Agata non prendendo poi gli opportuni
provvedimenti per l’incolumità pubblica.
(di Elisa Catanzaro http://catania.blogsicilia.it/2010/04/catania-scuola-a-rischio-crollo-sotto-inchiesta-scapagnini)
Sapevano che la situazione di
pericolo era arrivata al limite dell’irreversibilità e non hanno fatto
nulla per evitarlo mettendo dunque a rischi la vita di oltre 400
bambini.
Questa l’ipotesi della Procura etnea nei confronti dell’ex sindaco di
Catania Umberto Scapagnini, dell’allora vicesindaco Giuseppe Arena, del
dirigente del servizio manutenzione edifici nonché responsabile del
procedimento unico Giovanni Tomasello e del progettista Santo Cimellaro
che, fin dall’ottobre del 2005 sarebbero stati a conoscenza del forte
degrado delle fondamenta della scuola “Musco” di Villaggio Sant’Agata
non prendendo poi gli opportuni provvedimenti per l’incolumità pubblica.
E per questo che i pm titolari dell’inchiesta hanno notificato ai
quattro le informazioni di garanzia per falso ideologico.
Come rivela l’emittente “SestaRete”, l’indagine
si basa principalmente su atti municipali e precisamente sul verbale
della conferenza dei servizi del 6 giugno 2006 in cui si evince come
nel corso di lavori per la messa in sicurezza dell’edificio i
funzionari responsabili fossero venuti a conoscenza del fatto che i
pilastri della scuola erano gravemente lesionati tanto che sarebbe
stato chiesto alla ditta di eseguire con la stessa cifra, pari a circa
30.000 euro, anche i lavori di consolidamento strutturale, appaltati
dopo il sequestro della scuola e oggi in corso, e che ammontano a circa
100.000 euro.
La ditta si sarebbe rifiutata di eseguirli ed allora, l’amministrazione
comunale, si sarebbe premurata soltanto della sicurezza degli uomini
che operavano nel cantiere mettendo invece a repentaglio la sicurezza
dei bambini, oltre che del personale docente e Ata.
A supportare il lavoro degli inquirenti una consulenza tecnica dalla
quale si evidenzia che il grado di corrosione dei pilastri fosse
arrivato ormai al limite estremo tanto che i tondini di ferro erano
fuorusciti dal pilastro ed anche le cerchiature erano cadute a causa
dell’erosione del cemento.di Elisa Catanzaro