La denuncia di alcuni genitori
Docenti fuori di testa: «Ti boccio se non protesti contro la Gelmini»
Dacci oggi il nostro corteo quotidiano: il mondo della scuola e dell'università si rivolta contro il governo Berlusconi, in particolare i ministri Gelmini e Tremonti, quasi a forza d'inerzia ormai ogni giorno.
Sordi ai richiami per un ritorno alla ragione (e al buon senso) che arrivano dalla controparte, tutti insieme nel calderone di una protesta globalizzata. Il tam tam corre su internet (da www.uniriot.org ovvero il «network delle facoltà ribelli» ai siti tipo Rete degli studenti medi, ai forum dei genitori in lotta per il ritorno al maestro unico alle elementari); un clima da rivoluzione permanente, facoltà, rettorati, aule magne e licei occupati, assemblee, lezioni universitarie open air (ben tre ieri a a piazza Montecitorio a Roma dove ne seguiranno altre due a piazza del Campidoglio e poi a piazza Navona). Sembrerebbe scoppiato un '68 anche se scene simili s'erano già verificate più o meno quattro anni fa ai tempi delle sollevazioni contro le riforme dell'allora ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. Un copione già visto, dunque!
«Adotta uno studente italiano» c'era perfino scritto in inglese e francese, ieri a piazza Montecitorio su un cartello a fianco della lavagna dove il prof Omar Benhar, ordinario di fisica, faceva la sua lezione senza megafono nè microfono. Tra gli studenti seduti per terra solo sfiducia: «Chiedere aiuto all'estero è l'unica nostra possibilità di concludere qualcosa». Le lezioni di piazza hanno contagiato anche le altre città: l'astrofisica Margherita Hack domani terrà la sua a Piazza della Signoria a Firenze. Originale, pure, la protesta degli studenti fiorentini che contro la legge 133, hanno aderito a un «flashmob», cioè una mobilitazione guidata dal suono di un fischietto. Tutti di corsa su per via dei Calzaiuoli: alcuni di loro avevano in testa parrucche a forma di cervello e uno in particolare indossava un grande abito a forma di cervello, a significare la fuga dei cervelli dall'Italia.
Il ministro Mariastella Gelmini, dal canto suo, va avanti: «È ora di svecchiare l'università» ha detto intervenendo ieri sera al tg «Studio Aperto». Del resto la sua «riforma» (il decreto legge ora in esame al Senato) non riguarda affatto gli atenei. «È una protesta strumentale» insiste la Gelmini. Che di fatto sta bloccando l'attività universitaria in quasi tutto il Paese. E, in generale, sta raggiungendo livelli d'intolleranza isterici e preoccupanti.
I consiglieri del Pdl del Friuli Venezia Giulia, Paolo Ciani e Piero Tononi hanno intenzione di denunciare alcuni insegnanti di scuola superiore, compreso il liceo classico Dante Alighieri di Trieste, che ieri mattina, durante le proteste in corso contro la riforma Gelmini sfociate nell'occupazione di alcuni istituti, avrebbero minacciato di bocciatura e penalizzazioni gli studenti che chiedevano il regolare svolgimento della lezione. «Per questi episodi la norma introdotta dal ministro Brunetta contempla anche il licenziamento - hanno spiegato - Siamo stati direttamente contatati da alcuni genitori che hanno denunciato l'accaduto».
Docenti fuori di testa: «Ti boccio se non protesti contro la Gelmini»
Dacci oggi il nostro corteo quotidiano: il mondo della scuola e dell'università si rivolta contro il governo Berlusconi, in particolare i ministri Gelmini e Tremonti, quasi a forza d'inerzia ormai ogni giorno.
Sordi ai richiami per un ritorno alla ragione (e al buon senso) che arrivano dalla controparte, tutti insieme nel calderone di una protesta globalizzata. Il tam tam corre su internet (da www.uniriot.org ovvero il «network delle facoltà ribelli» ai siti tipo Rete degli studenti medi, ai forum dei genitori in lotta per il ritorno al maestro unico alle elementari); un clima da rivoluzione permanente, facoltà, rettorati, aule magne e licei occupati, assemblee, lezioni universitarie open air (ben tre ieri a a piazza Montecitorio a Roma dove ne seguiranno altre due a piazza del Campidoglio e poi a piazza Navona). Sembrerebbe scoppiato un '68 anche se scene simili s'erano già verificate più o meno quattro anni fa ai tempi delle sollevazioni contro le riforme dell'allora ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. Un copione già visto, dunque!
«Adotta uno studente italiano» c'era perfino scritto in inglese e francese, ieri a piazza Montecitorio su un cartello a fianco della lavagna dove il prof Omar Benhar, ordinario di fisica, faceva la sua lezione senza megafono nè microfono. Tra gli studenti seduti per terra solo sfiducia: «Chiedere aiuto all'estero è l'unica nostra possibilità di concludere qualcosa». Le lezioni di piazza hanno contagiato anche le altre città: l'astrofisica Margherita Hack domani terrà la sua a Piazza della Signoria a Firenze. Originale, pure, la protesta degli studenti fiorentini che contro la legge 133, hanno aderito a un «flashmob», cioè una mobilitazione guidata dal suono di un fischietto. Tutti di corsa su per via dei Calzaiuoli: alcuni di loro avevano in testa parrucche a forma di cervello e uno in particolare indossava un grande abito a forma di cervello, a significare la fuga dei cervelli dall'Italia.
Il ministro Mariastella Gelmini, dal canto suo, va avanti: «È ora di svecchiare l'università» ha detto intervenendo ieri sera al tg «Studio Aperto». Del resto la sua «riforma» (il decreto legge ora in esame al Senato) non riguarda affatto gli atenei. «È una protesta strumentale» insiste la Gelmini. Che di fatto sta bloccando l'attività universitaria in quasi tutto il Paese. E, in generale, sta raggiungendo livelli d'intolleranza isterici e preoccupanti.
I consiglieri del Pdl del Friuli Venezia Giulia, Paolo Ciani e Piero Tononi hanno intenzione di denunciare alcuni insegnanti di scuola superiore, compreso il liceo classico Dante Alighieri di Trieste, che ieri mattina, durante le proteste in corso contro la riforma Gelmini sfociate nell'occupazione di alcuni istituti, avrebbero minacciato di bocciatura e penalizzazioni gli studenti che chiedevano il regolare svolgimento della lezione. «Per questi episodi la norma introdotta dal ministro Brunetta contempla anche il licenziamento - hanno spiegato - Siamo stati direttamente contatati da alcuni genitori che hanno denunciato l'accaduto».