
"Il quartiere di San Berillo come metafora. Nell'arco di sessant'anni si consuma la tragedia esistenziale di una comunità di catanesi che ha scelto come filosofia di vita l'arte di arrangiarsi. Prima i bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, poi lo sventramento urbano alla fine degli anni Cinquanta, hanno fatto di questo disordinato agglomerato di case, situato nel cuore del centro storico della città, "un'anima purgatoriale" alla ricerca della propria identità. (...)". (Domenico Trischitta)
"L'avvincente racconto di Domenico Trischitta è allora una denuncia contro la mafia dilagante e la speculazione edilizia. Ma è prima di tutto un omaggio carico di poesia, rivissuto quasi autobiograficamente attraverso il sogno di Saro, personaggio ispirato alla figura del padre. L'autore, grazie ad un linguaggio crudo e vivace, fa rivivere così una Catania che non c'è più". (Orazio Torrisi)
Ignazio Burgio
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