Dacci
oggi la riflessione quotidiana (09 maggio 2013)
“Nella mia classe ci sono 5 ragazzi,
italiani e stranieri, che non si “avvalgono dell’ora di religione” e
che vanno in biblioteca a bighellonare tra iphone e smartphone, con
musica di sottofondo…”. (Un insegnante)
Cosa si
insegna veramente durante l’ora di religione? Quanti sono gli
insegnanti di religione in Italia? E quanti sono i ragazzi che non “si
avvalgono” della materia? (Formula
tecnica
concordataria, come se fosse un’occasione da non perdere!).
E ancora,
bisognerebbe insegnare, solamente, religione cattolica, o cultura
religiosa, o storia delle religioni?
Forse è meglio, anche in questo caso, fermarci qua, rischieremmo di
azzeccare la domanda giusta!
Lo Stato italiano è talmente escluso da questo insegnamento che anni
fa, lo stesso ex ministro per l’Istruzione, Luigi Berlinguer, in
un’intervista a Famiglia Cristiana, sosteneva di non sapere bene cosa
effettivamente si insegnasse durante le lezioni!
I dati degli alunni delle scuole pubbliche che "fanno" religione,
forniti dal ministero, e risalenti ormai al 2005, parlano di una media
nazionale del 93%, che per le superiori scende all’87%: le regioni
centro-settentrionali sono sicuramente le più laiche (primeggia la
Toscana), mentre nel sud le percentuali di partecipazione sono bulgare.
Nelle metropoli come Milano, invece, il dato delle scuole superiori
crolla al 49% (addirittura una minoranza) e 183 classi sono
completamente prive di IRC, in quanto nessuno studente se ne è avvalso
(dati 2004). Mentre per quanto riguarda gli insegnanti di religione
nelle scuole statali, considerando i dati pubblicati dal MIUR nel
giugno 2010, nell’anno scolastico 2009/2010 erano 26.326, di cui 13.880
a tempo indeterminato e 12.446 a tempo determinato.
“Guardate i gigli, come crescono: non
filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta
la sua gloria, vestiva come uno di loro”. (Luca 12, 27).