Che il mondo
dell’informazione non specificatamente scolastica, grandi giornali e
televisioni, non capisca niente di scuola, è risaputo, infatti vendono
per meravigliose novità decisioni già prese da mesi e un valutazione
delle scuole che rasenta il ridicolo, mettendo insieme le assenze dei
professori, vietato ammalarsi di cancro perché abbassa la media, e il
lavoro trovato dai ragazzi dopo la scuola, del tipo che se sei docente
in una periferia disperata e son tutti disoccupati è colpa della
scuola, anzi colpa tua.
De Rita ha ribadito che la meritocrazia è inutile, serve la relazione
educativa, che certo non si costruisce con questi mezzucci, ma Monti e
dintorni non lo sanno e non lo capiscono.
Come SISA ribadiamo la necessità di autentici percorsi di
autovalutazione delle scuole e la creazione di istituti autogestiti,
come da mesi spieghiamo nel dettaglio.
Poi c’è il proclamato concorso. Una via di mezzo tra una buffonata e
una presa in giro. I concorsi si dovrebbero fare, ogni tre anni, come
prescrive la legge, non ogni tredici e tornare ad essere abilitanti.
È lo strumento, il concorso, per garantire a ciascun cittadino italiano
il diritto di abilitarsi.
Ben sapendo che tra abilitazione e assunzione possono passare anche
venti anni, soprattutto se i governi tagliano le cattedre e organizzano
classi pollaio, invece di assumere personale.
Questo concorso invece è fatto per gli abilitati, salvo le eccezioni
che tuttavia non si sa ancora veramente quali siano, ovvero al momento
sembra un semplice giochetto per cambiare la graduatoria, ma non
cambiare la sostanza, un insegnante va su, un altro va giù, uno verrà
assunto tra dieci anni, l’altro tra dodici.
Nessuno verrà assunto subito perché il Fiscal compact impone di
reperire 45 miliardi di euro ogni anno per venti anni e i governi
liberisti, che ci uccidono, tagliano il sociale invece di imporre la
patrimoniale.
Anzi siamo già in grado di informare i cittadini che dal 2013 le
tredicesime di lavoratori pubblici e dei pensionati verranno abolite
per sempre.
Per cambiare il posto in graduatoria a questi pochi docenti lo stato
spende così 120 milioni, soldi pubblici sperperati in modo ignominioso,
riuscendo anche a ingrassare i furbetti che organizzeranno corsi di
formazione per il concorso.
Siam ancora ad agosto ma la tragedia in cui versano lo stato e la
scuola pubblica sono evidenti.
Il collasso ecologico del pianeta, la scomparsa delle scorte mondiali
di grano, l’esaurirsi dell’acqua, la fine in pochi mesi delle risorse
alimentari ed energetiche che la terra può dare in un anno dovrebbero
essere il primo argomento delle nostre incipienti lezioni, gli
insegnanti e gli ATA però sono talmente tartassati da ripiegare nella
più disperante sopravvivenza.
La tragedia sociale è sotto gli occhi di tutti, tranne dei politici che
come Arlecchino si ritagliano su misura la legge elettorale, per
decidere loro anche gli eletti e rendere totalmente inutile il nostro
voto.
Come SISA annunciamo un anno di lotte e di presenza in piazza, non
vediamo alternative alla cecità del potere, alla loro incapacità di
ascolto che rasenta l’idiozia.
Un professore precario pochi giorni fa, al figlio adolescente che gli
esprimeva le sue speranze per il futuro ha risposto: “mettiti un dito
in gola, forse ti liberi!”, gli ho chiesto perché fosse così brutale.
Mi ha spiegato: “Di giorno oramai viviamo alla giornata, di notte ci
restano l’insonnia e gli incubi”.
Nonostante tutto, buon anno scolastico, ma soprattutto un buon anno di
lotte.
Noi del SISA, nella quotidiana battaglia per la difesa dei diritti di
ciascuno, per la costruzione di un domani fondato sulla solidarietà e
l’uguaglianza ci siamo e ci saremo sempre.
Davide Rossi
Segretario generale