Il circolo
“Castriota” di Biancavilla, con il patrocinio del Comune di Biancavilla
e la collaborazione del periodico “l’Alba”, sabato 16 giugno, alle ore
19.00, presso la Villa delle Favare (via Vittorio Emanuele, 128,
Biancavilla), presenterà il libro di Vincenzo Pirrotta, “Teatro”. Ne
parleranno con l’autore, il prof. Pino Pesce, direttore del periodico
“l’Alba”, la prof.ssa Rosa Maria Crisafi e la prof.ssa Mariacarmela
Crisafi, docenti di materie letterarie. Coordinerà i lavori il dott.
Giuseppe Catania, presidente del circolo culturale biancavillese.
Parteciperanno, inoltre, il sindaco, dott. Giuseppe Glorioso, e
l’assessore alla Cultura, dott. Salvatore Pastanella. Le letture
saranno dell’attrice, Luisa Ippodrino, e l’animazione musicale di
Federico Pedicona, violinista e di Armando Percolla, chitarra classica.
Il libro “Teatro” (Editoria e Spettacolo, 2011) è una raccolta di
cinque opere teatrali, prodotte in dieci anni, dall’artista siciliano,
dopo aver scoperto, con successo, la “vocazione” di drammaturgo. Il
libro “Teatro” inizia con “All’ombra della collina”, del 2001, un
poderoso affresco della preadolescenza, uno scontro con i modelli
precostituiti e con la scoperta di altri modi di essere, magari
alternativi, un viaggio tra regole e scoperte che viene immaginato
sulla falsariga del cammino di Dante per i gironi dell'inferno, con
Pasolini a fare Virgilio. Poi è la volta di “Malaluna”, un atto d’amore
e di dolore per Palermo, una città abbandonata, umiliata, sofferente,
una sorta di “concerto per voce sola”. Segue “La ballata delle balate”,
un monologo di un latitante che nel suo covo recita un rosario dove i
“misteri dolorosi” sono quelli della Passione di Cristo ed i “misteri
gioiosi” (misteri di Stato) sono quelli delle 5.000 vittime di Cosa
Nostra, in un delirio dove si incontrano misticismo e violenza, la
parola di Dio, che il latitante professa, e la brutale parola della
mafia.
Dopo c’è “La grazia dell'angelo” (2008), un breve componimento nato
come epilogo di uno spettacolo su Napoli e la sua inerzia, una metafora
sulla situazione del meridione d’Italia e dunque anche di Palermo.
Infine il dramma “Sacre-stie”, che parla della pedofilia, delle
violenze e degli abusi, contro i minori, consumati all’interno degli
ambienti ecclesiastici, con la “collaborazione” silente e colpevole
della Chiesa.
Vincenzo Pirrotta, è originario di Palermo, dove è stato allievo di
Mimmo Cuticchio, uno dei più grandi eredi della tradizione dei cuntisti
siciliani. Ha conseguito il diploma di attore presso l’Accademia
dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, ed ha lavorato, dal 1990 al
1996, al ciclo degli spettacoli classici del Teatro Greco di Siracusa.
La sua formazione è stata influenzata da nomi come Giancarlo Sbragia,
Sandro Sequi, Gabriele Lavia, Mario Martone e Roberto De Simone. Nel
1995 ha ricevuto il Premio Giusto Monaco. È stato candidato al Premio
Europa per il Teatro nel 2009.
Ha lavorato anche per il grande schermo in “Prove per una tragedia
siciliana”, diretto da John Turturro e Roman Paka, e in “Noi
credevamo”, di Mario Martone.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it