I regalini d’addio del
governo nazionale hanno fatto felici diversi istituti di ricerca
siciliani. Prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi e del
conseguente “turn over” al ministero dell’Istruzione, infatti, Maria
Stella Gelmini ha dato l’ok a un decreto, sottoscritto dal dirigente
generale, che destina una somma di
650 milioni di euro tondi a istituti, università e fondazioni del Sud
Italia. Si tratta dei cosiddetti Pon (Programmi operativi
nazionali). In pratica, sono per la
maggior parte soldi provenienti dall’Europa (circa 400 milioni)
compartecipati dallo Stato (250 milioni).
Di questi, circa 150 milioni andranno direttamente o indirettamente a
enti siciliani. A incassare una somma notevole è, ad esempio, il “Polo Cyber Brain”. Si tratta di
un ente con sede a Catania, sostenuto da importanti istituti: la Fondazione “Neuromed” di Isernia, della
Fondazione Nerone di Roma (che si occupa di ricerca sulle malattie
neurologiche), e l’Istituto Euro-Mediterraneo di Scienza e Tecnologia. A
presiedere quest’ente è Bartolo Sammartino, ex deputato regionale col
Pdl e vicesindaco di Diego Cammarata. Per i primi due anni di vita
dell’Istituto, le sovvenzioni erano arrivata dall’Accademia nazionale
della politica, fondata dallo stesso Sammartino. Per l’intero “polo
Cyber Brain” il ministero ha stanziato la somma di 12,4 milioni di euro.
Poco più di 10 milioni, invece, sono
stati destinati all’Istituto di sperimentazione preclinica e molecular
imaging (ISPeMI). Un ente che racchiude la Fondazione Ri.Med,
l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Sicilia e persino l’Istituto
sperimentale zootecnico per la Sicilia per il quale il governo
regionale già nella finanziaria dello scorso aprile aveva previsto la
soppressione, idea ribadita in estate in vista della manovra.
Il resto delle somme del ministero, invece, sono andate alle Università
siciliane. All’ateneo palermitano retto da Roberto Lagalla, a lungo
considerato uno dei possibili candidati del centrodestra per la corsa
alla poltrona di sindaco del capoluogo, ecco 23 milioni di euro per il
“Mediterranean Center for Human Health Advanced Biotechnologies”, oltre
a una somma da 16,7 milioni per la ricerca in agricoltura da spartirsi
col Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura)
e l’Università di Foggia. All’Università di Catania andranno 22,3
milioni. Lì il rettore è Antonino Recca, vicino all’ex ministro Saverio
Romano, al punto da essere nominato, alla fine del 2010, presidente del
Coordinamento regionale dell’Udc nel giorno in cui il politico di
Belmonte Mezzagno era scelto come coordinatore regionale del partito.
Insieme avrebbero dovuto lavorare al “Partito della Nazione”. Ma poi
arrivò il Pid e il governo Berlusconi…
A fare il pieno invece è l’ateneo di Messina, il cui rettore è
Francesco Tomasello. Per l’Università dello Stretto, infatti, ecco 22,1
milioni per il Cerisi (il progetto di un Centro di eccellenza ricerca e
innovazione su strutture e infrastrutture di grandi dimensioni, e il
pensiero va ovviamente al Ponte), altri 22,5 milioni per il “Pan Lab”
(progetto di potenziamento strutturale dei laboratori dell’Università
di Messina per analisi degli alimenti, studio della loro incidenza
sulla salute umana e consulenza tecnologica, giuridica ed economica
alle aziende agroalimentari), oltre ai 10,7 milioni da suddividere con
l’Università del Salento per il potenziamento del “Center for
Sustainable Energy, Environment and Mobility”. Non mancano, ovviamente,
anche i fondi per la Kore di Enna, di cui è rettore l’ex socialista
Salvo Andò: per l’ateneo ennese 10,7 milioni per sostenere un
laboratorio che studi i terremoti.
(da http://www.livesicilia.it)
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