Più privato, meno
pubblico. Più risparmio, meno spreco. Musica per le orecchie del
ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che a Cortina d'Ampezzo,
in occasione del meeting del Pdl, ha avuto l'occasione di esaminare il
corposo, e rivoluzionario, piano per la "cancellazione" delle scuole
materne pubbliche a vantaggio di quelle private.
L'INTERESSE. «È un progetto davvero interessante che merita di essere
approfondito - ha detto senza nascondere un certo entusiasmo la Gelmini
-. I numeri esposti dallo studio di Sernagiotto dimostrano che è ora di
sfatare i preconcetti nei confronti dell'istruzione privata, non deve
più essere un tabù. All'estero il 16 per cento dei capitali nella
scuola sono privati, mentre in Italia siamo fermi all'8 per
cento».
I NUMERI. «Basta dare un occhio ai numeri che abbiamo esaminato
- spiega Sernagiotto - per capire che più privato nelle scuole materne
finisce con l'agevolare le famiglie». Se la matematica non è
un'opinione, l'assessore regionale confida che la Gelmini trasferisca a
tutto il Paese il calcolo veneto. Sì, perché se consideriamo che la
spesa delle scuole paritarie venete (243 milioni per 88 mila bimbi) è
di circa 2.800 euro a testa all'anno, e che quella delle materne
statali (287 milioni per 45 mila bimbi) è di 6.300 euro a testa,
superiore anche ai 5.120 euro per le comunali, l'ovvia deduzione è
quella di cambiare registro.
CANCELLAZIONE. Spingendo la matematica all'eccesso, si potrebbe dire, e
molti l'hanno detto, che questi conti porterebbero dritti alla
cancellazione delle scuole materne pubbliche. Con queste cifre,
infatti, converrebbe studiare un progressivo passaggio ai buoni scuola
e, magari, a una trattativa sindacale che conservi i diritti e i
contratti degli operatori pubblici anche una volta trasferiti alla
struttura privata. «Io non sono così integralista - frena Sernagiotto -
e non arrivo a dire che bisogna cancellare il servizio pubblico. È
evidente, però, che il nostro primo interesse è che le famiglie abbiano
il servizio migliore al costo più contenuto. Un maggiore spazio ai
privati va senza dubbio in questa direzione».
ESAME. Dire già che questa idea rivoluzionaria avrà seguito è
prematuro. Certo, con un ministro come la Gelmini, che ha già
dimostrato di non avere paura a sostenere riforme poco popolari, almeno
per il corpo insegnante, la proposta del Pdl veneto è molto di più di
un sogno di fine estate. Anche perché qualsiasi soluzione che preveda
risparmio di denaro pubblico, col bonus di un servizio migliore,
acquisisce di diritto le prime posizioni nella classifica dei
provvedimenti all'attenzione del governo. Resta però l'opposizione di
tipo ideologico che vede il privato come un intruso pericoloso in un
settore considerato una riserva di... caccia del settore pubblico.
PRIMA I VENETI. Per soprammercato, la Gelmini si è trovata davanti a
un'alleanza Lega-Pdl in ebollizione anche sul fronte del "Prima i
veneti". Sei progetti di legge su varie tematiche, scuola compresa, che
concedono dei vantaggi ai residenti in questa regione sono stati
rilanciati dalle varie commissioni. «Se parliamo di scuola - commenta
il ministro Gelmini - io credo che il requisito della residenza debba
essere preso in considerazione. E per questo dico sì, prima i veneti.
Tra l'altro può essere un sistema per agevolare la formazione delle
classi miste, evitando i ghetti. La residenza vale anche per gli
stranieri». (di Marino Smiderle da
http://www.ilgiornaledivicenza.it)
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