Anch’io,
vorrei, discretamente, fare alcune riflessioni sulla discussione in
corso in merito alla Dirigenza Scolastica e alle modalità di
reclutamento. Premetto che sono
ancora perplesso sulla “soluzione politica” che “avrebbe”
definitivamente sanato il Concorso per dirigenti Scolastici di
cui al D.D.G. 22.11.2004, oramai famoso per i neologismi che ha
prodotto, definitivamente annullato dalle sentenze del Consiglio
di Stato, e riesumato con la L. legge 202/2010 che molti definiscono ad
personas, che potrebbe essere posta al vaglio della Corte
Costituzionale da un’imminente ordinanza del Giudice Amministrativo.
Avverto, per alcuni richiami, che il nuovo concorso per Dirigente
Scolastico sta già riproducendo alcuni dei vizi del Concorso
precedente: oltre 4000 sono gli
ammessi con riserva, ammessi senza il possesso dei titoli o requisiti
richiesti dal bando.
Non entro nel merito, ma è bene rilevare che già nel precedente
Concorso sono stati ammessi, pur privi del titolo, decine e decine di
docenti di Educazione fisica; anzi, a farla ancora più sfacciata,
l’Amministrazione Scolastica Regionale ha attribuito loro un punteggio
aggiuntivo considerandoli in possesso di altro titolo oltre a quello
dell’ISEF, (hanno considerato Scienze motorie, conseguito con le
spericolate sanatorie cui siamo educati altro titolo aggiuntivo
attribuendo un ulteriore punteggio che ha permesso ai professori
di ginnastica, considerati plurilaureati - sic!- di scavalcare nella
graduatoria di ammissione ben 700 altri candidati, i quali fiduciosi
nell’operato dell’Amministrazione non opposto alcun ricorso avverso
tale valutazione); ma ancor più a distanza di tempo nessuna rettifica è
stata fatta e nessuna esclusione. Che i professori di ginnastica non
avevano titolo per essere ammessi al Concorso a Dirigente
Scolastico del 2004 ce lo dice lo stesso Ministero.
A tal proposito credo non lasci dubbi la nota a chiarimento del MIUR
Prot. n. AOODGPER.6012 Roma, 19 luglio 2011 Concorso per il
reclutamento di dirigenti scolastici - Titoli di accesso - Chiarimenti
.” …In merito alla validità del diploma ISEF sono intervenute sentenze
del Consiglio di Stato, secondo le quali è priva di fondamento
l’equiparazione del diploma ISEF al diploma di laurea. Con la legge n.
136 del 2002, è stata riconosciuta l'equiparazione tra il diploma ISEF
e la laurea (triennale) in Scienze motorie. Le sentenze n. 3528/2006 e
n. 209/2008 del Consiglio di Stato hanno, tuttavia, sostanzialmente
svuotato di valore il riconoscimento di cui alla legge 136 del 2002 ai
fini della partecipazione ai pubblici concorsi e all'esercizio delle
attività professionali, ritenendo che la legge n. 136 non abbia avuto
effetto ricognitivo dell'equiparazione predetta, e che comunque la
laurea (triennale) non sia sufficiente per la partecipazione ai
pubblici concorsi per i quali sia richiesta la «laurea» (ad esempio, a
quelli per dirigente scolastico) statuendo che, ai sensi della Legge 18
giugno 2002, n. 136,” tale diploma equivale a laurea triennale e non
già quadriennale, magistrale o equivalente”. Si ritiene che, per la
partecipazione al concorso di cui trattasi, sia necessario che coloro
che abbiano conseguito il diploma di laurea in scienze motorie e
sportive debbano conseguire un’apposita laurea specialistica oggi
denominata laurea magistrale. Ma la Direzione Scolastica
Siciliana non solo ha considerato il diploma di laurea in scienze
motorie come titolo valido, ma l’ha considerato seconda laurea
(ISEF+Scienze motorie)
Ebbene, ad oggi, non risulta che la Direzione Scolastica per La
Sicilia abbia provveduto alla verifica della validità del titolo di
accesso dichiarato e posseduto a suo tempo dei cosiddetti vincitori del
Concorso annullato, ma non lo ha fatto neppure in occasione della
rinnovazione della procedura, con lo scongelamento, così come prevista
dalla L. 202/2011. (Non sarebbe fuori luogo una diffida rivolta al
neodirettore generale dell’USR di Palermo e per conoscenza alla Procura
della Corte dei Conti e, perché no, una denunzia alla Procura della
Repubblica per omissioni, visto che l’Amministrazione ha l’obbligo del
controllo).
Ma usciamo dalla querelle del Concorso del 2004, annullato e
riesumato e che ancora potrebbe produrre effetti perversi; non
dimentichiamo che i 237 posti assegnati alla Sicilia per il nuovo
Concorso sono virtuali, nel senso che, come testimonia la legenda,
riferita all’asterisco, “le nomine dei dirigenti scolastici, risultati
vincitori del concorso per la regione Sicilia, sono effettuate dopo le
nomine dei candidati che superano la procedura concorsuale di cui al
D.D.G. 22.11.2004 annullata e poi rinnovata con legge n. 202 del
3.12.2010”; per cui se non prima sarà ultimata la procedura di
rinnovazione del Concorso di cui al D.D.G. 22.11.2004, non sarà
possibile quantificare i posti attribuiti alla Sicilia per il
nuovo Concorso, e… , ma, ritorniamo alla nostra amabile discussione.
Noi tutti ci ricordiamo come si arrivava alla Presidenza, tanta gavetta
come vicepreside o collaboratore, poi, con il punteggio sudato si
presentava la domanda per essere inseriti nella graduatoria provinciale
degli incarichi di presidenza e, in presenza di Presidenze
libere, si conquistava l’incarico; con cadenze più o meno
lunghe, attraverso un concorso riservato o ordinario, si passava di
ruolo.
Il sistema aveva i suoi difetti, ma innegabili i pregi, uno è
incontestabile: i presidi incaricati erano docenti che avevano
esperienza, avevano un rapporto giornaliero con i problemi della
scuola, con i colleghi docenti, erano presenti nelle attività degli
organi collegiali, insomma vivevano la scuola a tempo pieno.
Ora il Concorso, spesso, dà responsabilità dirigenziali (Vincitori del
Concorso) a docenti che prima non avevano mai partecipato alla vita
della scuola; per esempio molti docenti di Educazione Fisica, ora
Dirigenti, per aver vinto (ben due volte) il difficile concorso
ordinario (che non avevano né il titolo né il punteggio di ammissione
ma che sono stati ammessi in virtù del fatto (non certamente
doloso) di aver avuto riconosciuto il doppio punteggio,
hanno, di fatto, grazie a questo orrore, superato nella fase di
ammissione anche ex presidi incaricati e tanti docenti che pur
vantavano anni di collaborazione con il preside, presenza negli organi
collegiali, operatività progettuale etc, essi sono arrivati alla
Dirigenza assolutamente privi di competenze e strumenti operativi, -
non mi pare il caso di entrare, in questa sede, nel merito delle
assurdità amministrative e gestionali rilevate in questi anni di
dirigenza, tutte documentabili e che saranno oggetto di una prossima
pubblicazione-.
Premetto che non condivido, stante la presente normativa che ha elevato
al rango Dirigenziale i Presidi, la proposta del preside elettivo,
anche perché il sistema elettivo non supererebbe le criticità presenti
nel Dirigente a t. i.; quanti eletti non sono degni della carica,
eppure sono eletti!? (cercherò, comunque,di argomentare meglio
questo, casomai fosse richiesto, in un prossimo intervento); e veniamo alla proposta:
ripristino delle graduatorie degli incarichi di presidenza,
stabilizzazione del Dirigente dopo almeno cinque anni di
incarico, contratto triennale soggetto ad un solo rinnovo nella
stessa sede. Avremo Dirigenti che sicuramente hanno vissuto la scuola e
che si sono formati sul campo.
All’obiezione che l’attuale
modalità di nomina dei collaboratori da parte del Dirigente
Scolastico potrebbe determinare una sorta di “nepotismo”,
io rispondo che basterebbe l’introduzione di alcuni correttivi che
modifichino il sistema di nomina dei collaboratori: sarebbe sempre in
capo al dirigente scolastico la scelta dei collaboratori (d’altra parte
la dirigenza così come è strutturata e il sistema di
responsabilità impongono al DS una scelta di fiducia
che la designazione tout court da parte del collegio
renderebbe meno forte), ma il collegio potrebbe votare una rosa di
nomi, il doppio o il triplo dei collaboratori nominabili, e fra
questi il DS potrebbe scegliere, contemperando, così, le
due esigenze quella del Collegio e quella del Dirigente.
Senza preconcetti o soluzioni miracolose.
Diodoro
redazione@aetnanet.org