E’ stato siglato da
CISL, UIL, SNALS e Gilda, (la CGIL si è riservata ancora di firmarlo)
un contratto separato e in deroga al Contratto Nazionale, per i nuovi
assunti, il quale prevede il congelamento delle ricostruzioni di
carriera per i precari che stipuleranno l’agognato contratto a tempo
indeterminato.
Ecco i numeri che caratterizzano l’accordo:
30.308 docenti, dei quali 10.000 ad integrazione delle nomine
effettuate nel 2010/11, e quindi utilizzando le precedenti graduatorie,
e 20.308 dalle nuove.
Per gli ATA le nomine saranno 36.000, da cui bisogna detrarre i 450
posti accantonati per il concorso ordinario di DSGA e la quota parte
(1300 posti) dei circa 4000 docenti inidonei che vogliono costringere a
chiedere l’inquadramento nei ruoli ATA ed i posti degli idonei alla
mobilità professionale.
I numerosi ricorsi pendenti presso i Tribunali del Lavoro li hanno
costretti ad aumentare il numero delle immissioni in ruolo ma si
tratta ancora di numeri limitati che neppure garantiscono il turn-over
con i pensionamenti di questi ultimi anni ed è prevedibile che
l’utilizzazione in parte delle graduatorie 2009-11 ed in parte di
quelle vigenti scatenerà ancora una volta la “guerra tra poveri”
dei ricorsi e controricorsi giurisdizionali.
I criteri di nomina per i docenti rimangono quelli già utilizzati in
precedenza: il 50% delle assunzioni avverrà da Graduatorie di merito
dei concorsi ordinari, risalenti addirittura al 2000, il rimanente 50%
dalle graduatorie ad esaurimento.
Ma spieghiamo il senso del contratto, che ancora una volta
i Sindacati di Stato hanno firmato sulla pelle dei precari e di tutta
la categoria
Nella scuola, da sempre o quasi, la percentuale del personale con
contratti a tempo determinato è altissima. Circa un sesto dei docenti e
quasi la metà degli ata – per circa 220.000 unità – sono
precari. Questo sia per avere una quota di personale da
poter facilmente lasciare a casa quando si attuano i tagli straordinari
della cosiddetta riforma Gelmini, sia per una questione di risparmio.
Mediamente il personale precario percepisce – per svolgere
la stessa prestazione lavorativa – in un anno – circa 9.000 € lordi in
meno del personale a tempo indeterminato.
Questo per lo stipendio estivo che i supplenti fino al termine
dell’attività didattica non hanno e per la progressione di carriera
(gli scatti di anzianità) che i precari, anche se hanno lustri e lustri
di servizio, non percepiscono.
Insomma è solo ed esclusivamente una questione di sfruttamento: poter
sottopagare una quota consistente di personale per svolgere la stessa
attività professionale, anche a costo di precarizzare il servizio
scolastico e non garantire la continuità didattica agli studenti.
E’ per questo motivo che l’Amministrazione – al di là del ministro
pro-tempore che via via si insedia a Viale Trastevere e della compagine
politica che sta al governo – in questi anni ha effettuato le
immissioni in ruolo con il contagocce, non garantendo neppure il
normale turn-over con le cessazioni dal servizo di coloro che se ne
vanno in pensione.
E’ dal 1997 che è stata inserita una norma – dal governo Prodi
dell’epoca – per cui le assunzioni devono essere autorizzate dal
Ministero dell’Economia, mentre fino ad allora i posti vacanti
disponibili di organico di diritto venivano normalmente e
automaticamente coperti con assunzioni stabili.
Senza contare che moltissimi sono i posti che vengono mantenuti in
organico di fatto sui quali occupare supplenti fino al 30 giugno.
I 67.000 posti che si accingono a coprire con le nuove assunzioni
infatti sono solo i posti vacanti di organico di diritto, mentre altre
decine di migliaia – e nonostante i tagli straordinari – saranno le
assunzioni a termine che saranno fatte dal 1 settembre per far
funzionare la scuola.
Dal 2005 ad oggi ci sono stati ben 275 mila pensionamenti, tra docenti
e personale A.T.A., pensionamenti che continueranno al ritmo di almeno
25-30.000 l’anno, per quanto riguarda i docenti, nel prossimo futuro,
mentre 155 mila sono i posti finora cancellati a seguito dei tagli.
Ora, in cambio di queste limitate assunzioni, si congelano
per i nuovi assunti anni ed anni di supplenze, congelando gli scatti di
anzianità e lo stipendio fino al nono anno di servizio, puntando alla
cancellazione del Contratto Collettivo e al superamento della
progressione automatica delle carriere.
Il personale della scuola, come progressione di carriera, poteva godere
solo degli scatti di anzianità. La manovra economica dell’estate scorsa
ha cancellato per tre anni tali scatti e la manovra economica di questi
giorni ne ha cancellato un quarto.
Se pensiamo a questo comprendiamo come, dopo aver bloccato gli scatti
per il personale di ruolo che si accingeva a raggiungere il gradone più
alto e quindi lo stipendio al massimo della carriera, l’accordo del 4
agosto, che congela il primo gradone di carriera (fascia 0-2) per i
neoassunti, oltre a completare un attacco senza precedenti al monte
stipendi di tutta la categoria, allude ad un attacco al Contratto
Nazionale.
Insomma, da una parte si intende attuare nella scuola la cosiddetta
riforma Brunetta per premiare il presunto “merito” (legare i premi ai
quiz invalsi od altro?) dall’altra si bloccano gli scatti di anzianità
per tutti e si congelano gli anni di servizio pre-ruolo per i precari
neo-assunti.
Si tratta quindi di un attacco senza precedenti non solo ai precari,
che per poter entrare in ruolo dovranno continuare a prendere uno
stipendio da precari, ma all’intera categoria e all’istituto
contrattuale della progressione di carriera.
NO ALL’ ACCORDO CHE MANTIENE IN CONDIZIONE DI PRECARIETA’ I
NEOASSUNTI E CHE CANCELLA DIRITTI PER I PRECARI E PER
TUTTA LA CATEGORIA.
INVITIAMO I PRECARI AD AUTORGANIZZARSI DAL BASSO PER :
- LA FINE DELLA PRECARIETA’, CON LE ASSUNZIONI SU TUTTI I POSTI
DISPONIBILI, NON SOLO QUELLI DI ORGANICO DI DIRITTO, MA ANCHE QUELLI
CHE SI OSTINANO A MANTENERE IN ORGANICO DI FATTO ANNUALE
- IL RITIRO DEI TAGLI
- LA PARITA’ DI TRATTAMENTO TRA PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ED
INDETERMINATO, come già i Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno
sancendo, emettendo sentenze favorevoli ai precari che sono ricorsi
per il diritto appunto a percepire gli scatti di anzianità anche
nel periodo pre-ruolo.
Solo la parità di trattamento – e quindi l’abolizione dello
sfruttamento dei precari – potrà in futuro, abolendo la
convenienza per lo Stato a mantenere la precarietà stessa, risolvere i
problemi dei precari della scuola.