I genitori degli alunni
di una prima classe della scuola media pubblica Jules-Ferry, nella
piazza di Clichy, a Parigi, alla fine non ce l’hanno fatta più. Alle
prese con le assenze dei professori dei loro figli e di fronte
all’impossibilità della preside a trovare dei supplenti, nonostante le
richieste insistenti al provveditorato, hanno pubblicato un annuncio
sul quotidiano Le Parisien: “Urgente, genitori scuola Jules Ferry
ricercano (uomo o donna) prof di inglese e di altre discipline”.
L’annuncio, pubblicato martedì scorso, non ha ancora ricevuto risposte,
ma i genitori non hanno perso le speranze. Neanche la preside della
scuola. La situazione nella prima A è la seguente: dall’inizio
dell’anno si sono avvicendati quattro diversi docenti di francese e per
cinque settimane i ragazzi non hanno avuto alcun professore; per
l’inglese, più di tre professori, ma ben otto settimane senza lezioni;
sei settimane, invece, sono saltate in tutto per la matematica. Se la
situazione non è così grave nel resto dell’istituto, problemi simili,
comunque, si ritrovano anche in altre classi. E l’anno scolastico
2010-2011 è stato segnato in tutta la Francia da una generale
incapacità dei presidi e dei provveditorati a trovare
supplenti.
In effetti, anche se l’ultimo annuncio sta scatenando polemiche a non
finire, iniziative simili sono state adottate. Soprattutto nell’Ovest
del Paese, dai genitori o, più spesso, da direttori di elementari e
presidi. Quello della media di Saint-Georges-de-Reintembault, in
Bretagna, le ha provate tutte, prima di finire a caccia di docenti su
Leboncoin.fr, dove in genere i francesi acquistano frigoriferi o jeans
usati. Alla scuola media di Cholet, nella valle della Loira, mancava il
professore di italiano. E il preside su Leboincoin.fr ha trovato
un’italiana, senza alcuna formazione come professoressa, ma che è
sembrata all’altezza della situazione. E’ stata assunta come supplente
sino a fine anno.
La ragione di tutto questo? Anche se il Governo nega, si punta il dito
contro i tagli al corpo docente delle scuole pubbliche. Meno 8.700
insegnanti e professori nel 2007, meno 11.200 nel 2008, meno 13.500 nel
2009, meno 16mila nel 2010. E lo stesso numero verrà fatto fuori il
settembre prossimo, per l’anno scolastico che viene. E’ la riforma
voluta fortemente da Nicolas Sarkozy, della funzione pubblica, della
quale i docenti fanno parte. Fra l’altro nell’anno 2010-11 per la prima
volta sono stati inseriti in circolo 16mila professori appena laureati,
senza alcun stage di formazione, che erano invece obbligatori in
precedenza. E’ stata una mezza catastrofe: molti non hanno resistito,
soprattutto nei quartieri difficili, in particolare alla periferia di
Parigi. I permessi malattia si sono moltiplicati, altri hanno
presentato addirittura le loro dimissioni (il 22% di quelli assegnati
al provveditorato di Créteil, alle porte della capitale). Per chi è
rimasto al loro posto, lo Stato ha organizzato frettolosamente corsi di
formazione. Che, a loro volta, hanno generato assenze. E la necessità
di trovare dei supplenti.
D’altra parte si riduce pure il numero dei giovani che vogliono
svolgere questa professione. Con stipendi pari (o leggermente
superiori) a quelli dei loro colleghi italiani e un costo della vita
spesso più elevato, non è facile convincerli a diventare professori. Lo
scorso novembre, all’ultima prova nazionale del Capes, l’esame di
abilitazione, per la matematica, si sono presentati in 1.303 per 950
posti disponibili. E’ ovvio che questa situazione avrà sempre più
riflessi sulla qualità degli insegnanti. E il giorno in cui i candidati
saranno meno dei posti da riempire sembra molto vicino. Intanto,
ovviamente, aumentano le domande di iscrizione alle scuole private. Al
momento il governo guidato da Nicolas Sarkozy non sembra
preoccuparsene. (da http://www.ilfattoquotidiano.it/)
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