Il primo summit
ufficiale con i sindacati è previsto per oggi. I vertici del ministero
dell'istruzione, forti di un giro di consultazioni con Funzione
pubblica e Tesoro e di un parere dell'Avvocatura dello stato,
dovrebbero sciogliere le ultime riserve e spiegare ai sindacati come
intendono risolvere il caos dell'inserimento in coda dei docenti
precari, dichiarato incostituzionale della Consulta.
Molti precari sono in fibrillazione, attendendosi di poter spendere il
punteggio aggiornato in tutte e 4 le province, quella di titolarità e
le tre aggiuntive, in modo da aumentare le chance di assunzione.
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l'ipotesi prevalente non è però
questa. Almeno da un punto di vista
prettamente giuridico, la soluzione presa in esame dai tecnici del
ministero sarebbe quella di procedere all'aggiornamento delle
graduatorie permanenti, come del resto prevede la legge dopo che non è
passato in sede di Milleproroghe il congelamento per un anno.
Ma a patto che l'aggiornamento venga fatto in una sola provincia ,
quella di appartenenza. Salterebbero
dunque le altre tre province, quelle nelle quali la normativa
sanzionata dalla Corte costituzionale prevedeva l'inserimento in coda. L'operazione
sarebbe possibile proprio grazie alla Consulta, che ha cancellato
l'inserimento a pettine e di conseguenza, è il ragionamento, anche le
code. Si tornerebbe così alla
disciplina del 2007: una sola provincia. È ancora da chiarire se possa
essere però modificata, in modo da garantire un diritto di mobilità
minimo sul territorio.
Ipotesi questa che è malvista dalla Lega, che teme il sovvertimento
dell'ordine di attesa di molte graduatorie di province del Nord. Il vantaggio tecnico dell'aggiornamento
limitato a una sola lista non è di poco conto per il ministero:
adempiere la sentenza della Corte costituzionale muovendosi però
nell'alveo delle norme ad oggi date, che parlano di graduatorie
aggiornabili ma blindate, perché ad esaurimento. E dunque, si
può fare il tutto con un decreto ordinario, senza dover ricorrere a un
provvedimento legislativo che comporterebbe tempi più lunghi e anche, o
forse soprattutto, una verifica della coesione della maggioranza che su
temi così spinosi non è per niente certa.
In sede di aggiornamento potranno
essere fatti valere nuovi servizi e titoli di studio e culturali
maturati nel frattempo. Le tabelle di valutazione dovrebbero
essere le stesse dell'ultima tornata biennale. Interessati
all'operazione sono potenzialmente tutti e 230 mila docenti iscritti in
graduatoria. Anche se con l'aggiornamento di una sola provincia, se
questa dovesse essere l'ipotesi finale, il movimento sul territorio
sarebbe comunque notevole. Alla fine, dicono al viale Trastevere, la
scelta più che giudirica si conferma di natura squisitamente
politica. (Da ItaliaOggi di Alessandra
Ricciardi)
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