In teoria, sono tra i
pochi professori che da quest’anno avranno la chance di percepire uno
stipendio in più. In pratica, i docenti del professionale
Marignoni-Marco Polo sono pronti a ribellarsi, perché i criteri del
progetto non sono chiari e c’è il rischio di troppa discrezionalità.
«Già a febbraio abbiamo detto il nostro “no” alla valutazione dei
docenti - afferma Gino Scalese, insegnante di economia aziendale -. Nel
collegio docenti, la stragrande maggioranza votò contro: 55 contro 13
favorevoli». Ora che la scuola è stata inserita tra le 9 scelte dal
Miur per il «progetto merito» nella provincia di Milano, i professori
dell’istituto turistico cadono dalle nuvole. «Non ci è ancora stato
comunicato nulla ufficialmente - continua Gino Scalese - ora aspettiamo
che sia la preside a dircelo».
La richiesta di adesione al progetto è venuta direttamente dalla
preside, Concetta Graziano. Che dovrebbe darne comunicazione nel
prossimo collegio docenti del 30 marzo. Con il rischio di ritrovarsi un
gruppo troppo striminzito di professori da giudicare. Ma perché si è
arrivati a questo? Inizialmente, il direttore scolastico regionale,
Giuseppe Colosio, aveva richiesto alle 380 scuole statali della
provincia di Milano di dare la disponibilità per la sperimentazione. La
risposta era stata un flop: appena una quindicina di adesioni nel
Milanese, così come nelle altre due province coinvolte (con Torino e
Napoli appena 35 su 1.461). Per incentivare le adesioni, Colosio aveva
inviato alle scuole una nota del Capo Gabinetto Miur, Giovanni Biondi,
responsabile del progetto, nella quale non era più indicata la
necessità dell’assenso del collegio docenti per l’adesione, come
avvenuto in precedenza.
Così hanno proceduto il Marignoni-Marco Polo e - sembra - altre
due scuole della provincia. Le nove scuole selezionate sono, oltre al
professionale, l’Educandato Setti Carraro e l’istituto comprensivo
Einaudi-Pascoli di Milano, l’Itis Bernocchi di Legnano, l’Itis di
Inveruno, gli istituti comprensivi De Andrè e Levi Montalcini di
Peschiera Borromeo e quello di Carugate, la direzione didattica di
Bresso. Ora i collegi docenti di queste scuole dovranno designare due
membri che faranno parte del comitato di valutazione, insieme al
dirigente scolastico, al presidente del consiglio d’istituto e a un
esperto mandato dal Miur. Lo scopo sarà valutare i docenti, stilarne
una graduatoria e alla fine premiare, con una mensilità di stipendio in
più, almeno il 20 per cento. Contribuirà anche un questionario di
valutazione, compilato dall’utenza. Cosa accadrà nei tre istituti i cui
docenti non diedero l’assenso? La Flc-Cgil minaccia di presentare
diffida contro i presidi che introdurranno i progetti senza tener conto
del collegio docenti.
«Le regole sono poco chiare - spiega Scalese - il collegio designa due
membri ma non si capisce se ci sia bisogno di un quorum o se bastino
pochi voti. E, a quel che mi risulta, per essere sottoposti alla
valutazione bisogna dare la propria adesione». E se la votazione di
febbraio venisse confermata anche nelle adesioni al progetto ottenuto
dalla scuola, solo il 20 per cento dei docenti potrebbe prestarsi alla
premialità. Tanti quanti i premiandi.
di Luca Salvi (da http://www.ilgiorno.it/)
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