In sei mesi (dal 1°
settembre 2010 a fine febbraio) si sono «ritirati» dalla scuola
secondaria superiore circa 250 ragazzi in diritto-dovere di istruzione
e formazione. Un dato che conferma come la Bergamasca sia tutt'altro
che un'isola felice per quanto riguarda la scolarizzazione. Il dato
provinciale della dispersione scolastica è infatti il doppio di quello
nazionale: il 28% dei giovani bergamaschi abbandona gli studi
obbligatori, contro il 14% dei coetanei italiani.
Partendo da questa analisi, la Giunta provinciale, ieri, ha dato il via
alla Rete territoriale per la prevenzione della dispersione scolastica,
che vede insieme il settore Istruzione, formazione e lavoro
dell'assessore Enrico Zucchi (con ruolo di coordinamento), il Comune di
Bergamo, l'Ufficio scolastico (ex Provveditorato) e la Curia vescovile.
Una sperimentazione che in una seconda fase potrà allargarsi ad altri
soggetti, come nuovi Comuni e
l'Asl.
Gli obiettivi
Gli obiettivi (indicati nel Consiglio di Lisbona) sono contenere al 10%
il tasso medio di giovani che lasciano prematuramente la scuola;
innalzare il livello di istruzione della popolazione giovanile,
investendo nell'istruzione e formazione; innalzare all'85% la
percentuale di ventiduenni in possesso di qualifica e diploma;
promuovere l'apprendimento «continuo», lungo tutto l'arco della vita.
«Per raggiungere questi obiettivi – spiega l'assessore Zucchi – a
fronte del processo di riordino della scuola secondaria di secondo
grado, della crisi economica e dei cambiamenti del mondo del lavoro, si
pone l'urgenza di una "rete", che preveda il confronto tra più soggetti
(scuola, enti di formazione, centri per l'impiego, servizi
territoriali, servizi per l'orientamento, realtà professionali e
imprenditoriali locali), in modo da avviare un processo che garantisca
un sistema integrato di orientamento e di presa in carico dei soggetti
in evasione dall'obbligo di istruzione e formazione».
L'intervento
Tra le azioni di intervento messe a fuoco, la prevenzione a partire
dalle medie, l'ascolto-incontro con i genitori, la condivisione dei
dati e delle informazioni per favorire il coordinamento, il supporto di
una scelta scolastica-formativa consapevole degli studenti. «È
necessario – aggiunge l'assessore Zucchi – prevenire e contenere
l'abbandono scolastico, attraverso l'accompagnamento al reinserimento
con percorsi di istruzione e formazione oppure con percorsi lavorativi,
attraverso l'apprendistato». Una sfida ardua di fronte ai continui
tagli regionali e statali (circa -11%, con un budget per l'assessorato
che quest'anno si aggira sui 25 milioni di euro), ma possibile
«innalzando la capacità di progettazione e ricerca fondi, che coinvolga
anche i privati». Nella Giunta provinciale di lunedì prossimo, invece,
dovrebbe arrivare il Piano disabili, sulla scorta di quello regionale
(e dei minori trasferimenti), nonché del confronto con le associazioni.
(da http://www.isolanews.net/)
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