Le
associazioni e i movimenti laici tornano a lamentare l'aumento
ingiustificato di docenti di religione cattolica nella scuola pubblica:
l'occasione per farlo sono i dati emessi del 'Servizio nazionale della
Conferenza episcopale italiana per l'Insegnamento della Religione
cattolica', in base ai quali risulta che a fronte di un taglio
sensibile degli organici e la riduzione dell'1% del numero di alunni e
studenti che seguono l'ora cattolica, nel 2010 gli insegnanti di
religione sono aumentati di oltre 1.100 unità.
Dati che, secondo i rappresentanti laici, confermerebbero che questi
docenti, nominati dal Vaticano, continuano a mantenere uno status
lavorativo di base più favorevole. "La cosa grave - dichiara a TMNews
Antonia Baraldi Sani, della Consulta romana per la laicità delle
istituzioni - è che i docenti di religione cattolica hanno diritto alla
nomina in una determinata classe anche se nella stessa classe vi è un
solo alunno che ha scelto di svolgere religione cattolica".
I movimenti laici fanno notare che mentre gli effetti della legge
133/08 - la manovra taglia-spese d'inizio legislatura - si abbattevano
sugli organici della scuola, producendo nel 2010 il dissolvimento di
circa 15mila cattedre di ogni ordine e grado (quasi 20mila si
aggiungeranno nella prossima estate), il numero di insegnanti di
religione cattolica è passato da 8.232 (a.s. 2008-09) a 9.369
(2009-10), con un incremento di 1.137 prof equamente divisi tra
primaria e secondaria. La componente della Consulta per la laicità
sottolinea che quanto sta accadendo ha origine con quanto "è stato
stabilito nell'intesa tra Governo italiano e Cei nel 1985: da allora -
fa notare Baraldi Sani - la diminuzione degli alunni che seguono
religione cattolica ha scarso rilievo a fronte del numero complessivo
degli alunni. Sono sufficienti in una scuola superiore 18 alunni in
classi diverse, mettiamo uno per classe, per far scattare la cattedra
come se un'intera classe avesse scelto l'irc".
Dello stesso avviso è Maria Mantello, docente di Filosofia e storia e
presidente dell'Associazione nazionale del libero pensiero 'Giordano
Bruno', la quale ricorda che "poiché per prevedere la presenza di un
insegnante di religione può bastare anche un alunno per classe, appare
chiaro come il numero di questi docenti sia svincolato dal rapporto
insegnanti-alunni valido per tutti gli altri docenti della scuola
statale che hanno classi di circa trenta studenti".
Secondo la rappresentante dell'associazione laica è normale, quindi,
che "il mercato del lavoro degli insegnanti di 'Religione' sia rimasto
abbastanza stabile", o addirittura in crescita, "nonostante siano
diminuiti, in alcune realtà anche sensibilmente, il numero degli
studenti 'avvalentisi'. Un mercato che è tutto nelle mani della Chiesa
romana perché - conclude Mantello - lo Stato italiano accorda al
Vaticano il privilegio di designare gli insegnanti di religione: così
non il diritto italiano, ma quello ecclesiastico regola la materia".
(TMNews)
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