Con grande soddisfazione propongo un bel risultato. Nasce dall’unione
di più forze che sintetizzano il successo di tanti alunni discriminati
a causa della esiguità delle ore di sostegno. E’ un percorso
giudiziario nuovo che riconosce una opportunità importante: essere
studenti.
E Diletta, mia figlia, che ieri ha ritirato la sua pagella di prima
media, con il suo prof. di italiano che commenta i suoi voti, i suoi
sforzi, le sue capacità. Lei che chiede di raccontarle meglio cosa
hanno scritto, e noi insieme alle sorelline a festeggiare un 5 in
spagnolo che le riconosce un mancato impegno in quella materia rispetto
il sette in italiano. E’ una pagella vera. Senza il sei politico o una
serie di pietistici sette.
Sento l’inclusione, colgo la sua soddisfazione, e stringo la mano ad
insegnanti così capaci. Così forti e professionali. E li ringrazio,
pensando a coloro che con più ore potranno duplicare l’esempio,
potenziare la cultura e garantire le capacità per tutti a favore di
tutti. (di Fabiana Gianni da http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/29/linclusione-vince-contro-la-discriminazione/88984/)
Avere 18 ore di sostegno, che sono in realtà quanto le è dovuto, è
costato uno sforzo enorme. Circa dieci mesi di raccomandate,
fascicolazione di documenti, relazioni, e sono riuscita a spuntarla. E
oggi le sue prof di sostegno possono con lei festeggiare un risultato
importante per la disabilità grave.
Ma quanti alunni disabili hanno 6,8, 10 ore di sostegno, elemosinate
qui e lì, distribuite anche tra 3 o 4 insegnanti di sostegno diversi?
La Ledha si rivolge alle istituzioni scolastiche dopo che il Tribunale
ordinario di Milano ha definito discriminatoria l’inadeguata
assegnazione di ore. E apre la sospirata svolta:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/29/linclusione-vince-contro-la-discriminazione/88984/
MILANO. Il Tribunale Ordinario di Milano ha stabilito, per la prima
volta in Italia, la natura discriminatoria dell’inadeguata assegnazione
delle ore di sostegno a studenti con disabilità. Il ricorso è stato
presentato dai genitori di 17 studenti con disabilità e da Ledha, in
collaborazione con Ledha Milano e con l’Associazione Avvocati per
niente. Alla luce di questo importante risultato, Ledha invia una
lettera aperta al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, al
Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia
della Lombardia Giuseppe Colosio e, per conoscenza ai membri
dell’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilita per
chiedere in che modo intendono affrontare e riconoscere il diritto
all’istruzione delle persone con disabilità.
«Il ricorso è stato promosso utilizzando la poco conosciuta Legge
67/2006 che di fatto ha introdotto anche in Italia una tutela
antidiscriminatoria a favore delle persone con disabilità identica a
quella prevista a tutela degli stranieri, ma anche un esplicito
richiamo alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con
disabilità», commenta Gaetano De Luca, l’avvocato di Ledha che ha
seguito l’iter legale.
«Si è deciso di utilizzare di utilizzare il diritto antidiscriminatorio
con l’obiettivo di far finalmente emergere come un inadeguato ed
insufficiente supporto al processo di inclusione scolastica
costituiscano prima di tutto una ingiustificata e grave
discriminazione, oltre che una chiara violazione della legislazione
scolastica», continua l’avvocato Gaetano De Luca. «La strada giuridica
intrapresa pertanto è stata molto diversa dall’esperienza giudiziaria
fatta sino ad ora da altri genitori. Si tratta di una approccio
giuridico e culturale che sino ad oggi non era mai stato utilizzato».
Negare le risorse necessarie per garantire il diritto allo studio dei
bambini e ragazzi con disabilità significa quindi non rispettare i loro
diritti umani. Fulvio Santagostini, presidente Ledha chiede, a nome
della Federazione, al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ed
al Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia
Giuseppe Colosio, «di sapere in che modo, già a partire da quest’anno,
si intenda affrontare la grave situazione che vede nella sola
Lombardia, la mancanza di più di 2000 cattedre di sostegno in modo da
garantire il rapporto 1 insegnante di sostegno ogni 2 alunni con
disabilità, per garantire nei fatti il diritto allo studio previsto
dall’art. 24 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con
disabilità».
«Dare a un alunno qualche ora di sostegno in più, quando non gli si
offre altro, non vuol dire riesumare le scuole speciali. Tutt’altro!»,
scrive Donatella Morra, rappresentante del Gruppo Ledha Scuola in un
articolo apparso su personecondisabilita.it. «Discriminazione diretta
si ha quando non si fanno leggi antidiscriminatorie, discriminazione
indiretta (più sottile e insidiosa) si ha quando le leggi ci sono, ma
non si applicano, come avviene in Italia, in cui una buona legislazione
per l’inclusione scolastica è troppo spesso disattesa o incensata solo
a parole».
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