Da ragazzo, in
prossimità dell’Epifania, mi domandavo chi fossero i Magi. Mi sembrava
logico pensare che le notizie derivassero dai 4 Vangeli. Ma dei Magi
scrive solo Matteo al cap. 2,1-12: “Gesù nacque a Betlemme di Giudea al
tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme …”
Matteo non fornisce molte notizie. Non sappiamo né come si chiamassero,
né quanti fossero; lascia intendere che fossero più di uno (usa il
plurale: “Alcuni Magi”); i doni-reali-regali, erano tre, ma non scrive
che fossero re. Gli evangelisti Luca e Marco, non fanno parola
dell’episodio e Giovanni, non si occupa dell’infanzia di Gesù. Ho
consultato poi i Vangeli non inclusi nella Bibbia canonica, quelli
“apocrifi”, in genere più ricchi di notizie sulla nascita e sulla
fanciullezza di Gesù. Il papiro Bodmer al cap.42 mi fornisce i nomi di
tre Magi, che portano tre doni oro, incenso e mirra; il
Protovangelo di Giacomo, al cap. 21.1 afferma: “Erano venuti dei Magi
che dicevano: ‘abbiamo visto una stella nell’oriente e siamo venuti ad
adorarlo”; il Vangelo dello Pseudo Matteo si occupa dell’episodio al
cap. 16.1: “Trascorso il secondo anno dei Magi vennero dall’oriente a
Gerusalemme portando grandi doni”; l’Apocrifo “Vangelo dell’Infanzia
Armeno” specifica che “questi magi erano tre fratelli”. I dubbi e gli
interrogativi aumentavano.
2. Dopo tanti anni, grazie ai programmi
“epocali” della “controriforma” Gelmini, torno alla Bibbia cattolica.
Quella di Gerusalemme - alla nota su Mt 2,9 - mi avverte
che nella narrazione di Matteo la stella è un astro miracoloso di cui è
inutile cercare una spiegazione naturale. Non mi arrendo. L’aspetto
teologico lo lascerei all’insegnante di Religione, ormai di ruolo come
me. Rimango nella mia A050 “Materie letterarie negli istituti di
istruzione secondaria”. Tenterò quindi un approccio “diacronico e
sincronico” alla “storia” dei Magi; poi farò una lettura
“allegoria” senza trascurare quella scientifica e
teologica-monastica. Leggerò lentamente e con attenzione, meditando e
contemplando il testo, “pregandolo” di dare delle risposte alla mia
cultura di volta in volta: filosofica, storica, sociopolitica. Mi
occorre cioè un corso di teologia e un noviziato… per concludere
che la vicenda dei magi non è né una favola, né una leggenda. E’
semplicemente una narrativa religiosa, cioè Epifania=manifestazione.
Niente da dividere con la Befana e la sua scopa volante.
3. Volendo attualizzare il racconto
evangelico, immagino che i Magi siano dei lavoratori della
conoscenza, degli iscritti alla “sapienza”, studiosi di astronomia,
ricercatori della vera cultura. Insomma dei PRECARI. Quando i
Magi=precari non videro più la stella
dinanzi a sé, entrarono nel palazzo del potere della Gerusalemme
terrestre e l’Erode di turno li accolse subdolamente e li invitò a
continuare la ricerca del bambino nato a Betlemme. Ben strano questo
crudele re! Se proprio voleva uccidere quel neonato gli bastava dare
ordine ad un solo suo soldato che a cavallo, in un paio d’ore, avrebbe
compiuto gli otto km di distanza tra la capitale e il paese del
pane=Betlemme per infilzare di spada Lui, sua madre e Giuseppe. Meglio
lasciare la ricerca ai Magi, illusi fanatici e visionari… Erode avrebbe
poi provveduto ad una strage di poveri innocenti !
4. Nella mia giovinezza ho seguito un
corso universitario di sei mesi dal titolo: “Annotazioni in margine
alla struttura letteraria e al significato dottrinale di Matteo I-II”.
Il mio professore di allora, Giuseppe Gamba, nel 2009 ha
pubblicato l’ultimo di tanti libri: “Dal vangelo ai Vangeli. Una
proposta di cammino” (ed. LAS Roma ). Il volume, come indica il
sottotitolo, mira a presentare in sintesi i risultati del cammino fatto
dall’Autore, nel corso di oltre cinquant’anni di studio e di ricerca,
cammino inizialmente motivato dalla responsabilità della docenza in una
Facoltà Teologica, divenuto però con il tempo e con le connesse vicende
della vita sempre più impegno ed esigenza "personale". L’Autore.
affida ai lettori alcuni dei risultati più significativi a cui è
pervenuto, ben conscio che il cammino che ci sta davanti è ancor sempre
lungo e necessita pertanto di essere supportato da ricerche e
convinzioni sempre più solide e condivise. Dalle lezioni di don
Gamba - “classe 1923” - ho tratto un’indiscutibile certezza: Visto che
Matteo scrive storia sacra, forse i Magi non sono mai partiti
dalla loro Patria. Di certo però hanno trovato Quel che cercavano…
5. Carlo Sgorlon nel 1986 ha scritto un
racconto su “Il quarto re mago”, quello che ottenne in custodia un
mondo di libri proprio quando perdette ogni possibilità di leggerne uno
soltanto. Si era figurato il paradiso nella forma di una biblioteca…
E invece si aggirava ormai, col suo bastone da cieco, lungo
sterminati corridoi, con ripiani gremiti di tutti i libri che aveva
sognato di leggere. I libri ormai li poteva solo toccare. Egli
dal giorno in cui non aveva visto più la sua ombra disegnata sulla
strada davanti a sé, aveva capito che lui stesso era diventato
un'ombra… Proprio come i 50.000 precari della scuola del XXI
secolo.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com