Martedì 14 dicembre alle ore 16,30 presso
l'aula magna del L.S.S. "E. Boggio Lera" di Catania (ingresso da via
Quartarone) riunione del Coordinamento, aperta a studenti e genitori,
per discutere sulle prossime iniziative e, in particolare, per fare il
punto sulle mobilitazioni in atto (manifestazioni studentesche, blocco
dei viaggi di istruzione e delle attività aggiuntive all'interno delle
scuole, ecc.) e per individuare percorsi di lotta contro il tentativo
di imporre ai docenti e alla scuola pubblica populistiche logiche
meritocratiche e inaccettabili metodi di valutazione. A seguire il
testo di un documento che propone alcuni spunti di riflessione in
merito alla questione.
"In un Paese, l’Italia, dove, con l’abolizione delle preferenze, non si
è più eletti ma “nominati” in Parlamento, dove i figli dei
professionisti da grandi faranno lo stesso mestiere dei loro genitori,
dove lottizzazioni e raccomandazioni sono essenziali per andare avanti,
si parla, nuovamente, di introdurre criteri meritocratici fra gli
insegnanti, in base ai quali determinare la progressione di carriera e
differenziare gli stipendi. Mentre vengono ridotte risorse, materie e
ore scolastiche, mentre non si fa nulla per rendere sicuri gli edifici
e, al contrario, aumenta a dismisura il numero di alunni per classe,
insomma mentre si nega sostanzialmente il diritto allo studio, si cerca
di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica spostando la
discussione su un falso problema. In questo quadro, non stupisce, siamo
abituati a ben altro, che a parlare di merito sia quel Ministro, la
Gelmini, che per diventare procuratore legale si trasferì,
temporaneamente, dalla padania in Calabria, ovviamente solo per
affrontare gli esami con una commissione più rigorosa. Stavolta, però,
si fa sul serio e, a livello sperimentale, saranno confrontate le
performance delle scuole medie di due città, Pisa e Siracusa (sino a un
massimo di 70.000 euro i premi in palio), mentre la gara per
individuare i docenti migliori riguarderà le città di Torino e Napoli.
Noi non vogliamo entrare nel merito dei criteri di selezione, convinti
che qualsiasi persona di “buon senso” si rende conto
dell’impossibilità, rispetto all’insegnamento, di una valutazione
obiettiva nel breve, come si sta sperimentando, o nel lungo periodo. Di
più, che ci siano insegnanti più e meno competenti è del tutto
evidente, che di tutto ciò, quasi sempre, hanno consapevolezza alunni e
genitori è altrettanto scontato. Il nodo centrale è, perciò, un altro:
a cosa porterebbe l’applicazione di una tale differenziazione?
servirebbe forse a ridare autorevolezza, pur in assenza di una vera
riforma, al lavoro dei docenti? a rimotivare chi ha perso fiducia? E,
soprattutto, una volta individuati ufficialmente e formalmente in ogni
scuola un 10-20% di docenti “meritevoli”, cosa penserebbero quegli
alunni ai quali la ‘sorte’ ha destinato insegnanti che fanno parte del
restante 80%? In sostanza, qualora questa idea, peraltro non originale
(chi non ricorda il “concorsaccio” di Berlinguer?), dovesse
concretizzarsi, l’unico obiettivo realisticamente raggiungibile sarebbe
quello di dequalificare ulteriormente scuola pubblica statale e
insegnanti.
Visto che noi la scuola la vogliamo cambiare davvero, pensiamo che,
preso atto del clamoroso fallimento della scuola-azienda, si debba
operare nella direzione opposta: fare in modo che tutti gli insegnanti
siano in grado di svolgere al meglio il lavoro. Occorre, perciò,
affrontare seriamente il tema del reclutamento (dopo la negativa
esperienza nella nostra regione delle Sissis) e dell'aggiornamento
(ogni 5 o 7 un anno sabbatico dedicato alla ricerca), ridare centralità
a organi Collegiali quali il collegio dei docenti e i consigli di
classe (snellendo le troppe pratiche burocratiche per favorire il
confronto sui progetti didattico-educativi), rimettendo al centro il
confronto su contenuti disciplinari e metodologie di insegnamento e
apprendimento. Stipendi europei e, al massimo, 25 alunni per classe,
infine, contribuirebbero a rendere credibile un tale rinnovato impegno".
COORDINAMENTO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE - CATANIA