''Tagli
feroci stanno investendo da anni il settore della scuola e della
cultura. La Legge 133 del 2008 ha tolto 8 miliardi alla scuola e 1,2
miliardi all'universita' mettendo in ginocchio il sistema di istruzione
pubblico''. E' quanto ha detto il vice presidente del Senato Vannino
Chiti a Campi Salentina (Lecce) nel corso della cerimonia di consegna
della Carta Costituzionale ai ragazzi neo-diciottenni.
Chiti ha anche ricordato a questo proposito che ''il Capo dello Stato
ha piu' volte sottolineato, richiamandosi proprio ai principi
costituzionali, come servano 'piu' risorse per la scuola e piu'
investimenti nella cultura, ma anche piu' qualita' in termini di
attivita' formative e impegno a produrre buoni risultati, e questo
dipende dagli insegnanti da un lato e dagli studenti dall'altro'. In un
momento di crisi economica - ha proseguito Chiti - come quello che
stiamo attraversando, ha detto Napolitano, 'occorre fare scelte, ma non
si puo' tagliare in modo indifferenziato'. Il Capo dello Stato ha
citato l'esempio della Germania che ha previsto 'tagli anche alla spesa
sociale, ma allo stesso momento ha annunciato un aumento della spesa
per ricerca e formazione. E' essenziale stabilire delle priorita' ''.
Chiti infatti ha sottolineato che ''la scuola deve con lo studio, far
imparare conoscenze, trasmettere un metodo per apprenderne di nuove, ma
al tempo stesso deve accompagnare la formazione dei cittadini. A scuola
si deve anche apprendere la Costituzione, i suoi valori guida; la
legalita'; la responsabilita'. I valori non nascono spontaneamente: si
devono conoscere, vivere, attuare. Prima nelle famiglie, poi nelle
scuole, e con l'esempio delle istituzioni''.
A proposito della Carta Costituzionale, Chiti ha poi evidenziato che
''negli Stati Uniti i bambini alle elementari studiano il Preambolo
della loro Costituzione. Altrettanto dobbiamo fare noi in Italia. Non
e' sufficiente inserire la parola Resistenza nei programmi scolastici,
bisogna andare oltre. Sarebbe bello - ha concluso il vice presidente -
che venisse promossa una legge di iniziativa popolare e che la proposta
fosse lanciata da Comuni e Regioni, magari di diverso orientamento
politico, perche' la Costituzione e la Resistenza uniscono l'Italia e
continuano a orientare il nostro cammino''.(ASCA)
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