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Precariato: Servono provvedimenti concreti per stabilizzare i precari

Sindacati
Lo Snals-Confsal apprezza la valutazione del ministro Gelmini, ma chiede interventi che risolvano l’annosa questione in tempi brevi. La scuola italiana ha riaperto da poco i battenti e la politica dei tagli, che ha raggiunto il suo apice nella manovra economica di luglio, ha cominciato a dare i suoi frutti. I pesanti tagli agli organici, ai quali ci siamo opposti con tutte le nostre forze, hanno creato sia a livello nazionale che regionale enormi difficoltà per molte scuole, sia del Nord che del Centro che del Sud dell’Italia: classi sovraffollate, nonostante la presenza di alunni immigrati e di disabili, aule non a norma, spesso ospitate in locali di fortuna, mancanza di risorse per il funzionamento didattico e amministrativo, il solito carosello degli insegnanti.  A questa situazione oggettiva denunciata da sindacati, docenti, ATA, dirigenti scolastici, famiglie e studenti, si affianca quella grave e annosa dei precari che, a causa della contrazione delle cattedre, quest’anno non avranno incarico e di tutti gli altri che aspettano da anni un’immissione in ruolo. Per noi che da tempo ci battiamo per una soluzione definitiva, la questione del precariato riguarda la qualità della scuola e riguarda tutti.

La riduzione del tempo scuola, infatti, provoca sia un impoverimento dell’offerta formativa, sia la contrazione di posti di lavoro.

Le immissioni in ruolo autorizzate quest’anno, di 10.000 docenti e 6.500 ATA, sono di gran lunga al di sotto del fabbisogno e molte scuole si sono trovate nella difficoltà di coprire le classi.

Com’era prevedibile, altrettanto insufficienti si sono rivelate le 170 assunzioni di dirigenti scolastici a fronte dei numerosi pensionamenti, tant’è che moltissimi istituti sono stati affidati in reggenza.

Per arginare il problema del precariato il nostro sindacato, dopo ripetute pressioni, ha ottenuto che i contratti di disponibilità fossero rinnovati anche per l’anno scolastico in corso, sia per coloro che avessero i previsti requisiti di servizio nell’a.s. 2008/2009, sia per il personale che abbia prestato il prescritto servizio nell’anno scolastico 2009/2010. Quest’ultimo, in base a nuovo decreto, potrà usufruire dei benefici previsti dal D.M. 68, vale a dire l’inserimento negli elenchi prioritari per il conferimento di supplenze temporanee con precedenza assoluta.

Si tratta di una conquista da ascrivere a merito del nostro sindacato che già nello scorso anno scolastico, di fronte all’emergenza disoccupazione dei precari, si era battuto perché fosse varato il provvedimento che, grazie alla convenzione con l’INPS e tramite le intese sottoscritte con le Regioni, ha consentito di  garantire un sistema di protezione sociale a favore di migliaia di persone che per anni hanno lavorato con dedizione per il buon funzionamento della scuola. Avremmo voluto ottenere di più, ma questo risultato, seppur parziale, specie nell’attuale fase, critica non solo per il mondo della scuola ma per tutto il mondo del lavoro, non è da sottovalutare, considerato anche che il sistema degli ammortizzatori sociali era finora appannaggio del solo settore privato.

Apprezziamo l’annuncio dato dal ministro Gelmini a Palazzo Chigi che i precari della scuola, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, potrebbero essere assorbiti nei prossimi 6-7 anni,  utilizzando la leva dei pensionamenti e delle nuove assunzioni, ma chiediamo tempi più brevi rispetto a quelli indicati  per realizzare l’operazione. Se si vuole dare realmente una prospettiva alle migliaia di precari della scuola Governo e Ministero dovrebbero prendere in seria considerazione la  proposta che stiamo sostenendo da anni in tutte le sedi.

Il problema del precariato ha origini lontane ed è causato dal sistema del doppio organico, di diritto e di fatto, e poiché la maggior parte dei precari viene nominato sull’organico di fatto, è un fenomeno destinato a riprodursi e può essere risolto con un organico di istituto pluriennale e con una coerente politica di turn over.

Lo Snals-Confsal ha elaborato studi, illustrati anche nelle sedi politiche e parlamentari, in cui è dimostrato che l’istituzione di un organico pluriennale, risolve anche il problema delle supplenze brevi e che la sostituzione di personale con notevole anzianità di servizio, che va in pensione, con personale di nuova nomina, comporta per le finanze pubbliche un consistente risparmio di spesa.

Noi puntiamo, quindi, ad ottenere la costituzione di un organico funzionale e pluriennale di istituto, sia del personale docente che ATA, perché esso rappresenta l’unico sistema che consente di stabilizzare il personale, di garantire la continuità dell’insegnamento e di realizzare concretamente l’autonomia scolastica in funzione delle reali esigenze delle scuole.

È questa, a nostro avviso, la strada da percorrere, è questa la nostra battaglia per rendere concreta la prospettiva della qualità e della serietà della scuola; il nostro auspicio è che l’indicazione del Ministro trovi sostegno in ambito governativo e parlamentare e venga tradotta senza indugi in provvedimenti concreti che recepiscano la nostra proposta.

La stabilizzazione del personale e l’organico funzionale si collegano al tema della valorizzazione del personale. Siamo disponibili a partecipare al tavolo di confronto che sarà attivato dal ministro Gelmini per individuare forme sperimentali di “merito”, da realizzare, secondo il suo intento, utilizzando parte della quota di risparmi derivanti dai tagli degli organici per coprire il ripristino degli scatti di anzianità. Noi confermiamo la nostra ferma presa di posizione a difesa del valore dell’anzianità che non può e non deve essere cancellato, ma può essere affiancato con la necessaria copertura economica da forme condivise di valorizzazione professionale.

Daremo il nostro contributo anche al tavolo per la definizione del decreto interministeriale relativo al ripristino del valore economico degli scatti di anzianità per il triennio 2010/2012, cancellati dalla manovra economica e “recuperati” nel maxiemendamento, grazie all’azione congiunta di Snals-Confsal, Cisl e Uil. Certamente, in sede contrattuale, dovremo operare per il mantenimento della progressione di anzianità anche oltre il triennio, ma intanto un primo traguardo è stato raggiunto.

Lo Snals-Confsal ha conseguito anche un altro importante obiettivo. Al termine del precedente anno scolastico, su nostro ricorso, il Tar del Lazio ha sospeso i decreti con cui il Ministero aveva deciso unilateralmente la riduzione degli orari di insegnamento nelle classi seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e nelle seconde e terze classi degli istituti professionali, peraltro non coinvolte nella riforma, senza acquisire il previsto parere obbligatorio del CNPI. Quest’ultimo, in esecuzione dell’ordinanza del TAR, ha espresso parere che è contrario ai decreti interministeriali di ridefinizione degli orari; pertanto, per espresso ordine del giudice amministrativo, il ministero dovrà tenere in considerazione le indicazioni del CNPI.

L’ordinanza potrà avere un duplice effetto: il ripristino delle ore di lezione e il diritto alla restituzione delle cattedre. Si tratterebbe di un importante risultato, sia sul piano del diritto allo studio degli studenti che non saranno penalizzati dalla riduzione di orario, sia sul piano dei diritti del personale docente. Seguiremo gli sviluppi della vicenda.

Tra proteste, tagli di risorse economiche e professionali e disagio del personale, acuito anche dal blocco triennale del contratto, fa il suo debutto la riforma nelle prime classi delle superiori.

L’auspicio è che in questa fase transitoria si tenga conto delle esigenze degli studenti, delle famiglie e degli insegnanti che saranno coinvolti in processi di ricollocamento nelle nuove classi di concorso, ancora non definite, oltre che in cambi di sede. Vigileremo su questi processi sia per tutelare il lavoro di tutti gli operatori scolastici, sia perché si realizzi un vero salto di qualità della scuola italiana, impostato su serietà degli studi e recupero della dignità professionale.

Rivolgiamo, infine, un appello a tutte le forze parlamentari affinché pongano al centro dell’agenda politica la scuola in una prospettiva di investimento, visto che i dati OCSE confermano che l’istruzione in Italia è ai livelli più bassi tra i paesi industrializzati. Potenziare la spesa per l’istruzione equivale a qualificare l’offerta formativa e a considerare realmente la scuola fattore determinante per la competitività e lo sviluppo. 

Marco Paolo Nigi

Segretario generale dello Snals-Confsa(da Snals-Confsal)

redazione@aetnanet.org








Postato il Mercoledì, 29 settembre 2010 ore 02:00:00 CEST di Pasquale Almirante
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