I
sindacati sardi della scuola (FLC CGIL - CISL Scuola - Snals Confsal -
Gilda e Cobas Scuola) effettueranno una manifestazione di protesta
davanti al Palazzo del Presidente della Regione sarda, il il 15
settembre 2010,
primo giorno di lezione della scuola
sarda.
L'anno scolastico che sta per cominciare per i 217.000 alunni e
studenti sardi, distribuiti nelle 11.000 classi e sezioni, e per i
26.000 insegnanti e ata, è contrassegnato dalla profonda preoccupazione
e incertezza delle famiglie, degli studenti, dei precari e del
personale. La politica di distruzione del settore della conoscenza che
il Governo sta perseguendo ai danni della scuola pubblica si articola
in molti provvedimenti che originano in grandissima misura dalla Legge
133/2008 con il suo devastante piano di tagli di personale e di risorse
delle scuole, mentre si destinano nuove risorse alle scuole paritarie.
Le insensate controriforme delle secondarie di secondo grado e delle
scuole primarie soprattutto, con l'inaccettabile riduzione del tempo
scuola, del curricolo disciplinare, dell'offerta formativa sono il
frutto della esigenza di fare cassa ma anche della volontà di
destrutturare il diritto all'istruzione come diritto universale
garantito in ogni parte del Paese.
In continuità si aggiunge la recente iniqua manovra economica che
riduce l'occupazione, colpisce pesantemente i redditi e le pensioni dei
lavoratori pubblici, congela i loro stipendi, anche negli automatismi
stipendiali, e annulla la contrattazione. A questo rispondiamo subito
con la richiesta di procedere immediatamente alla elezione delle RSU
nelle scuole, con la rivendicazione forte della contrattazione, degli
scatti di anzianità e delle altre voci retributive dovute.
In Sardegna questa politica, insieme alla politica regionale, sta
portando al collasso il sistema scolastico isolano. L'operato della
Direzione Scolastica Regionale che selvaggiamente sta procedendo alla
effettuazione dei tagli anche in misura superiore al richiesto, oltre
1700 posti in meno, distruggendo quelle poche specificità residue e
deprivando intere zone della Sardegna dei luoghi di istruzione, fa il
paio con il silenzio connivente della Regione che passivamente subisce
i tagli, mette a carico del bilancio regionale i costi dei tagli
ministeriali, si predispone a rendere l'Isola terra di sperimentazione
per le controriforme, realizza ulteriori tagli di risorse scolastiche
per le scuole pubbliche, mentre sostiene le scuole private.
L'emergenza istruzione/formazione in Sardegna ha il volto di una
allarmante dispersione scolastica, di uno dei più bassi livelli di
"qualità edilizia" degli edifici scolastici, di un diritto allo studio
inesistente in intere zone dell'isola. Si sta attuando nei fatti, col
consentire allo Stato di ritrarsi dall'assolvimento dei suoi doveri,
una concezione di federalismo scolastico che mette seriamente a rischio
il diritto all'istruzione in Sardegna.
Deve essere dunque immediatamente aperta con determinazione una
Vertenza con lo Stato per ottenere il riconoscimento, attraverso
standard più favorevoli di quelli nazionali, delle specificità della
Sardegna, della sua insularità, in materia di istruzione e formazione.
Alcuni dei capisaldi di questa Intesa sono certamente gli organici, il
dimensionamento e la pianificazione del servizio scolastico, le risorse
per l'edilizia scolastica, per l'offerta formativa, per la dispersione
scolastica e il diritto allo studio, per l'integrazione e il sostegno.
Qui si situa la battaglia per annullare i tagli e per ottenere
immissioni in ruolo su tutti i posti liberi, come primarie azioni in
difesa del precariato, ma soprattutto per un servizio scolastico di
maggior qualità.
E' necessario aprire una stagione di Contrattazione territoriale.
Urgono tavoli di confronto e negoziazione di PATTI sull'ISTRUZIONE che
vedano come interlocutori la Regione e gli Enti Locali,
l'Amministrazione Scolastica Regionale e Provinciale per concordare
servizi e strutture per le scuole pubbliche sarde.
I sindacati sardi invitano dunque, studenti, famiglie, lavoratrici e
lavoratori della scuola, i cittadini, le associazioni, i comitati dei
precari, ad unirsi e partecipare alla manifestazione del 15 settembre a
Cagliari. (da Flc-Cgil)
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