E se la protesta dei
precari è “sacrosanta”, come dice l’Onorevole Gianfranco Fini, e se si
potevano evitare i tagli che hanno messo in ginocchio tanti precari,
mettendo a repentaglio l’ordine pubblico garantito dalle forze
dell’ordine, così come appreso dai mass-media, perché questo licenziamento di massa!
allora c’è da dire che l’abuso di
contratto a tempo determinato che si perpetua ormai da tempo sulla
pelle di questi “prigionieri politici” chiamati precari, e che
non trova valide giustificazioni, mascherato all’occorrenza, come una
manovra correttiva del Governo nel rispetto dei vincoli di bilancio
dettati dalla Commissione Europea,
che in tempi molto recenti ha chiesto al Governo italiano “chiarimenti
sull'applicazione della normativa agli ausiliari tecnici amministrativi
delle scuole pubbliche”, lascia pensare che i soldi si sarebbero potuti
trovare.
in tempi molto recenti ha chiesto al Governo italiano
“chiarimenti sull'applicazione della normativa agli ausiliari tecnici
amministrativi delle scuole pubbliche”, lascia pensare che i soldi si
sarebbero potuti trovare anche attraverso altre fonti attutendo gli
effetti sui bilanci di famiglie per lo più monoreddito i cui stipendi
lordi di € 1.000,00 - 1.200,00 servono a sopravvivere, investendo
semmai in ricerca, formazione, sicurezza nelle scuole e stabilizzando i
precari con almeno tre anni di servizio ai sensi della Direttiva
1999/70/CE, recepita dal D. Lgs. 368/01, attraverso un piano
pluriennale di assunzioni, come previsto dalla precedente Finanziaria
Prodi.
Sarà futuro e libertà?
lo chiedono i circa 100 precari amministrativi ATA di Catania inclusi
in Graduatoria Provinciale Permanente di 1^ Fascia rimasti senza lavoro
dall’01 settembre all’Onorevole Gianfranco Fini, che sta creando non
poche fibrillazioni nell’attuale Governo e a tutti gli esponenti
politici e sindacali a cui sta a cuore la causa dei precari, e della
scuola in genere, senza strumentalizzazioni politiche di alcunché,
perché la scuola appartiene a tutti!.
Quanto emerge dalla risposta che il Commissario Europeo per l’Impiego,
Laszlo Andor ha inviato al Deputato Europarlamentare Rita Borsellino,
che mesi fa aveva presentato un’interrogazione sulla situazione
contrattuale del personale ATA non lascia dubbi:
“La Commissione dice la Borsellino ha ricordato che l’Italia, nel
recepire la Direttiva del ’99 sul lavoro a tempo determinato, “ha
previsto che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano
considerati contratti a durata indeterminata”.
La Commissione Europea continua - conferma che la maggioranza dei
dipendenti che appartengono alla categoria del personale ATA hanno
maturato il diritto alla conversione del loro rapporto di lavoro da
tempo determinato a tempo indeterminato. Pertanto, non si spiega come
migliaia di ausiliari delle nostre scuole continuino a lavorare in una
sorta di “precariato a vita”. Da qui, la decisione di Bruxelles di
inviare una richiesta di chiarimenti al Governo italiano. Quello del
precariato è un fenomeno tutto italiano che contrasta con i più
elementari principi della nostra Costituzione e con le norme europee.
E’ naturale pensare che numerosi precari si rivolgano al Giudice del
lavoro per farsi riconoscere un diritto maturato da tempo, ma fa male
pensare che un diritto debba essere guadagnato attraverso vie legali
con aggravi di spesa e con danni morali e materiali incalcolabili,
mentre in taluni casi i furbi la fanno franca.
A tali affermazioni sarebbe il caso che la politica desse una risposta,
concreta, inequivocabile e veloce per restituire credibilità e certezze.
Non si può più restare indifferenti alle numerose proteste e critiche
giunte da autorevoli attori mediatici. Restituire dignità ai precari e
alla scuola deve diventare una delle priorità all’O.d.G. nel rispetto
del dettato Costituzionale e dei vincoli previsti dalla Commissione
Europea.
Mario Di Nuzzo
redazione@aetnanet.org