Sono 247mila i
docenti precari della scuola, abilitati all'insegnamento, iscritti
nelle oltre cento liste di attesa provinciali sparse per l'Italia: il
numero di supplenti, in leggero decremento, ma che rimane altissimo
considerando che per la loro assunzione non basterà un decennio, è
stato identificato dal ministero dell'Istruzione attraverso l'"Osservatorio sulle graduatorie ad
esaurimento" riferito alla fine del 2009. I dati ufficiali
rilevano 277.600 iscritti nelle graduatorie, a cui vanno però sottratti
31mila docenti già assunti in altre discipline, ma che hanno preferito
rimanere presenti nelle liste di attesa: il Miur ha infatti considerato
che dallo scorso anno al personale di ruolo, in base alla legge
167/2009, non è più consentito più permanere nelle graduatorie dei
supplenti (ad eccezione degli insegnanti di religione cattolica) e
pertanto vanno cancellati.
Il numeri degli aspiranti docenti, in attesa di assunzione definitiva,
rimane comunque altissimo: anche se ne risultano 64.000 in meno
rispetto all'anno boom del 2007 è significativo che i candidati siano
7.300 in più, se si guarda a 12 mesi prima (al 2006). Anche se non è
possibile fare una previsione generalizzata, poiché la concentrazione
di aspiranti varia con le classi di concorso e le province (il Miur ne
classifica cinque diverse tipologie), considerando la media di
assunzioni degli ultimi anni (circa 20mila docenti), occorrerà oltre un
decennio per l'immissione in ruolo, a titolo definitivo, dei quasi
250mila docenti candidati. Si manifestano, tuttavia, per alcuni
insegnamenti e in alcune aree geografiche, segni di carenza di insegnanti. "In
particolare - spiega nella prefazione al rapporto Maria Domenica Testa,
direttore generale Miur - le stime
prospettano, già nel breve periodo, difficoltà per la scuola italiana a
trovare docenti per alcuni insegnamenti tecnico-scientifici". La
scarsità di insegnanti interessa anche altri settori disciplinari, in
particolare nelle zone del centro-nord. E non di poco conto è anche la
proiezione in base alla quale "nell'arco di un triennio ben 27 province
su 100 avranno esaurito le graduatorie della scuola primaria".
(Apcom)
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