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Progetti PON: Il Governo risponda subito - Gli interventi di Bonanni, Scrima (Cisl), Di Meglio (Gilda) e Turi (Uil).

Rassegna stampa
Una bella manifestazione, quella svoltasi oggi al Teatro Quirino di Roma, con un obiettivo chiaro e preciso: cambiare le disposizioni che penalizzano ingiustamente, nella manovra finanziaria, il personale della scuola, attraverso il blocco triennale delle progressioni per anzianità.
Una manifestazione nel segno dell'unità e dell'autonomia, con la quale la CISL, insieme a UIL, SNALS e GILDA, chiede al Governo di assumere in prima persona e con urgenza l'iniziativa per una modifica del decreto nel corso del dibattito in Parlamento.
"Chiediamo al Governo" - ha detto Raffaele Bonanni - "di fare per le progressioni di anzianità del personale scolastico ciò che ha già fatto per le liquidazioni: rivedere le sue posizioni, per rendere più equo e sostenibile il carico dei sacrifici richiesti ai lavoratori. Non escludiamo ulteriori e più incisive azioni di lotta, se la nostra richiesta non verrà accolta".
Francesco Scrima, intervenendo a nome della CISL Scuola, ha richiamato la natura contrattuale della struttura retributiva del personale scolastico, ribadendo come sia inaccettabile e iniquo aggiungere al mancato rinnovo del CCNL oggi vigente anche una sua pesante manomissione: "I lavoratori della scuola, e soltanto loro, non solo non potrebbero rivalutare le loro retribuzioni, ma se le vedrebbero seccamente ridotte, pagando in misura scandalosamente più alta di quanto non accada ad alti dirigenti dello Stato, cui si chiede molto di meno pur essendo retribuiti molto di più".
Nei prossimi giorni continuerà il pressing che da tempo la CISL sta conducendo nei confronti dei ministri dell'Economia e dell'Istruzione, con un'azione di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolta a tutte le rappresentanze politiche e parlamentari.
Progressioni di anzianità, ma non solo: per la CISL è fondamentale che il Governo assicuri da subito un congruo numero di assunzioni a tempo indeterminato, per la copertura dei posti oggi vacanti e disponibili, per contrastare il fenomeno del precariato muovendosi, nonostante le difficoltà del contesto, in una prospettiva di stabilizzazione del lavoro nella scuola.

Circa mille tra dirigenti sindacali e insegnanti hanno partecipato questa mattina alla manifestazione indetta da Gilda-Unams, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal al teatro Quirino di Roma per protestare contro le misure previste dalla manovra correttiva per la scuola.
 
“La scuola dice no alla doppia manovra”: ecco il messaggio che i rappresentanti sindacali hanno lanciato oggi al Governo dal palco del Quirino e durante il sit-in che si è svolto davanti al Senato.
 
“È inaccettabile – ha dichiarato il coordinatore nazionale della Gilda-Unams, Rino Di Meglio - che siano sempre i poveri a pagare, mentre la classe politica continua a sprecare risorse. Il caso delle Province è emblematico: tutti affermano che si tratta di enti inutili, eppure il Governo ha fatto marcia indietro persino sull’abolizione di quelle quattro piccole Province che, in ogni caso, avrebbero inciso in maniera del tutto marginale. La soppressione di tutte le Province farebbe risparmiare 14 miliardi di euro, cioè oltre la metà dell’importo complessivo della manovra. Perché, allora, non si interviene su questo fronte? E ancora: perché non si applica l’addizionale Irpef per tutti e soltanto gli insegnanti sono costretti a perdere 3mila euro all’anno? Evidentemente, mancano il coraggio e la volontà politica per varare una Finanziaria che sia davvero lacrime e sangue per tutti, come in Germania, e si preferisce colpire soltanto le categorie più deboli”.

Di Meglio ha poi rivendicato “più spazi nei mass media per i problemi della scuola” e ha annunciato: “Se la situazione non cambierà, le proteste andranno avanti con ogni mezzo lecito: abbiamo già deciso che i nostri docenti, l’anno prossimo, boicotteranno le gite scolastiche”.


Pino Turi: L’articolo va soppresso
La doppia manovra sulla scuola è inaccettabile

Sopprimere le norme che penalizzano doppiamente i lavoratori della scuola - questa la richiesta ribadita dal segretario organizzativo della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso del suo intervento alla manifestazione dei sindacati scuola a Roma, richiamando le proposte della Uil in sede di audizione al Senato.

Al blocco della contrattazione prevista per il lavoro pubblico - si legge nell’emendamento Uil alla manovra – si aggiunge il blocco degli scatti di anzianità previsti da contratti già certificati e si producono pesanti effetti sulle pensioni. Questa condizione di sperequazione è inaccettabile.

L’articolo va semplicemente soppresso – ha detto Pino Turi – e vanno evitati ‘pasticci legislativi’ prodotti dai ‘sacerdoti della norma’ nel chiuso dei loro uffici. La responsabilità delle scelte è della politica.

Sono misure che producono effetti ben oltre il triennio – ha fatto notare Pino Turi – e questo emerge chiaramente dalla nota tecnica allegata al decreto, che testualmente riporta:
“Si determinerebbero nell’arco di 37 anni, a decorrere dall’anno 2011, economie di spesa conseguenti allo slittamento dei tre anni”. Le economie stimate sull’intero arco temporale risulterebbero pari a 18.720 milioni di euro fino al triennio 2048-2050.

In Germania - ha sottolineato Pino Turi – con una manovra quadriennale da 80 miliardi, nessun taglio per la scuola ma, al contrario, investimenti per 12 miliardi.

Angela Merkel presentando i dettagli della manovra ha definito istruzione e ricerca come “pilastri per la futura sostenibilità della nostra società”. “Dando i soldi all’istruzione – ha aggiunto - si aiuta questo paese”.

La manovra triennale del governo italiano – ha ribadito il segretario organizzativo della Uil Scuola - impone al personale della scuola un triplo balzello : blocco del contratto, blocco degli aumenti per anzianità, riduzione permanente della retribuzione con conseguenze sul trattamento pensionistico. Per questo oggi la scuola protesta, per questo l’articolo va soppresso.










Postato il Mercoledì, 16 giugno 2010 ore 08:04:51 CEST di Pasquale Almirante
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