Prende il via oggi lo sciopero degli scrutini
indetto dai sindacati di base e dalle associazioni dei docenti precari
per protestare contro i tagli agli organic e alle risorse, oltre che
per dire no alla manovra finanziaria che prevede il blocco del rinnovo
contrattuale e degli scatti stipendiali legati all'anzianità di
servizio.
Lo sciopero si presenta ricco di incognite, soprattutto per i limiti
imposti dalla normativa scolastica vigente, sottoscritta dai sindacati
più rappresentativi nel 1990: ogni
docente non può prima di tutto astenersi dai consigli di classe di fine
anno per oltre due giorni. Ed in ogni caso lo scrutinio non può
slittare oltre cinque giorni dalla prima convocazione del preside. Non
solo, nelle classi terminali, quindi le quinte superiori (oltre che le
terze nei professionali, dove si svolgono gli esami di qualifica), lo
sciopero non è ammesso. Alla protesta non parteciperanno i sindacati
più rappresentativi (da
Apcom)
Redazione
Prende il via oggi lo sciopero degli scrutini indetto dai sindacati di
base e dalle associazioni dei docenti precari per protestare contro i
tagli agli organic e alle risorse, oltre che per dire no alla manovra
finanziaria che prevede il blocco del rinnovo contrattuale e degli
scatti stipendiali legati all'anzianità di servizio: Cobas, Unicobas,
Cub, Usi-Ait (con modalità limitate) e Coordinamento precari scuola
hanno messo in piedi un calendario che prevede l'astensione dei
lavoratori, comunque al massimo per due giorni, sulla base delle
diverse date di fine anno scolastico stabilite dalle regioni. Domani e
dopodomani si comincia con gli scrutini di fine anno previsti in
Emilia-Romagna, Calabria e la Provincia di Trento. Si prosegue il 10 ed
11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; l'11 e 12 toccherà ai docenti
della Sardegna e dell'Umbria; il 14 e 15 giugno nella provincia di
Bolzano ed in tutte le altre regioni. Lo sciopero si presenta ricco di
incognite, soprattutto per i limiti imposti dalla normativa scolastica
vigente, sottoscritta dai sindacati più rappresentativi nel 1990: ogni
docente non può prima di tutto astenersi dai consigli di classe di fine
anno per oltre due giorni. Ed in ogni caso lo scrutinio non può
slittare oltre cinque giorni dalla prima convocazione del preside. Non
solo, nelle classi terminali, quindi le quinte superiori (oltre che le
terze nei professionali, dove si svolgono gli esami di qualifica), lo
sciopero non è ammesso. Alla protesta non parteciperanno i sindacati
più rappresentativi, tra cui la Cisl Scuola e la Flc-Cgl, che comunque
condividono molte delle contestazioni mosse dai comitati di base al
governo: "l'efficacia dello sciopero degli scrutini - ha detto il
segretario dei lavoratori della conoscenza Cgil, Mimmo Pantaleo - è
abbastanza marginale: infatti in caso di sciopero il dirigente
scolastico è tenuto a riconvocare gli scrutini entro 5 giorni, quindi
sostanzialmente la protesta si tradurrebbe in un mero spostamento di
date