E'
chiaro che un "sacrificio" di questa entità, se davvero può ritenersi
di fatto ininfluente su alti livelli di reddito che non vedono
sostanzialmente scalfita la loro più che apprezzabile consistenza,
produce invece ben altri effetti se rapportato ad una retribuzione che
si aggira, al netto, attorno ai € 1500 mensili.
E' un buon risultato aver ottenuto la
garanzia di 20.000 assunzioni a tempo indeterminato, sia pure
suddivise in due anni, in un contesto che vede per il resto del
pubblico impiego il blocco generalizzato del turn over.
Redazione
L'emergenza che il nostro Paese è chiamato ad affrontare, insieme a
tutti gli altri stati dell'Unione Europea, richiede a tutti i soggetti
politici e sociali l'assunzione di forti responsabilità in un momento
di eccezionale e inedita emergenza. Nessuno è legittimato a "tenersi
fuori" dallo sforzo che si rende necessario per scongiurare un
ulteriore e irrimediabile degrado delle condizioni economico sociali
del Paese, come si ricava anche dall'autorevole richiamo del Presidente
della Repubblica: occorre tuttavia che le misure straordinarie siano
assunte nel segno rigoroso dell'equità, tenendo doverosamente conto
anche dei livelli di sopportabilità dei sacrifici, che sono ovviamente
ben diversi a seconda dei differenti livelli di reddito.
A questo obiettivo si è orientata l'azione che la CISL ha svolto verso
il Governo nella fase di confronto sulla predisposizione dei
provvedimenti, che ora è necessario seguire attentamente anche nel loro
percorso parlamentare. Se da un lato occorre vigilare su possibili
tentativi di ridimensionare in tale sede gli interventi che più
direttamente toccano interessi di aree storicamente privilegiate, o
quelli rivolti a recuperare quote significative di evasione fiscale,
dall'altro vanno rivendicati e sostenuti atti emendativi sui punti di
evidente criticità che la manovra contiene, specie per quanto riguarda
proprio il comparto dei lavoratori della scuola.
E' un buon risultato aver ottenuto la garanzia di 20.000 assunzioni a
tempo indeterminato, sia pure suddivise in due anni, in un contesto che
vede per il resto del pubblico impiego il blocco generalizzato del turn
over.
L'ipotesi di fermare, per tre anni, le progressioni economiche del
personale scarica invece sul comparto scuola un onere che appare
obiettivamente eccessivo ed iniquo, perché si somma al rinvio del
rinnovo contrattuale e al conseguente azzeramento degli incrementi che
per quella via si sarebbero dovuti acquisire. Così facendo si colpisce
duramente una retribuzione universalmente ritenuta inadeguata e lo si
fa in una situazione già fortemente segnata dall'evidente aggravio
delle condizioni di lavoro, effetto della pesante manovra sugli
organici, giunta al secondo anno e non ancora completamente realizzata.
L'iniquità del provvedimento, che si ripercuote gravemente anche sui
trattamenti di pensione e di fine servizio, risalta da alcuni semplici
dati: il solo blocco delle progressioni economiche costerà, ad una
maestra che abbia maturato un'anzianità di carriera di 28 anni, la
cifra di € 2.614 all'anno, mentre un dirigente pubblico con
retribuzione di € 130.000 se ne vedrebbe ridotti solo 2.000.
E' chiaro che un "sacrificio" di questa entità, se davvero può
ritenersi di fatto ininfluente su alti livelli di reddito che non
vedono sostanzialmente scalfita la loro più che apprezzabile
consistenza, produce invece ben altri effetti se rapportato ad una
retribuzione che si aggira, al netto, attorno ai € 1500 mensili.
In questa fase di confronto è stato possibile ottenere solo l'impegno
ad una ricontrattazione della materia, per un eventuale recupero delle
somme non erogate, a conclusione del triennio; l'obiettivo resta
tuttavia più ambizioso, ed è quello di puntare all'eliminazione di una
misura palesemente ingiusta attraverso un indispensabile intervento
emendativo in sede parlamentare.
A tal fine la CISL Scuola, a partire dall'iniziativa promossa per il 5
giugno a Roma dalla CISL, attiverà tutte le azioni di mobilitazione che
riterrà necessarie, seguendo l'iter di conversione in legge del decreto
e puntando a sensibilizzare sulla questione tutte le forze politiche.
La nostra è una mobilitazione che, nel segno della rivendicazione di
una doverosa equità, si pone in stretta coerenza con l'altrettanto
doverosa assunzione di atteggiamenti responsabili.