Sul banco degli imputati, manco a dirlo, Internet e, soprattutto, gli sms, rei di aver mutato in negativo le abitudini linguistiche degli italiani, giovani e adulti. Per natura brevi e informali, i messaggini scambiati attraverso il cellulare, inducono il più delle volte gli autori a sorvolare sulle regole grammaticali e sintattiche. Spesso, poi, per esigenze di rapidità e spazio, vocaboli o intere espressioni vengono ridotte a diminutivi o improbabili sigle, che attraverso la Rete si diffondono tra i più giovani, andando a costituire un nuovo patrimonio lessicale comune cui attingere.
“Mi domando cosa viene insegnato in tredici anni di scuola a un ragazzo che, all'appuntamento con la Maturità, arriva privo di strumenti essenziali quali quelli indicati – conclude Ugolini – Un ragazzo così che futuro può avere? È un interrogativo che la scuola di oggi dovrebbe porsi”.
da sicilainformazioni.com