Neanche il tempo di presentare la proposta dell’educazione
“sentimentale” a scuola da parte del Pdl ed ecco un sondaggio che dà
ragione ai proponenti. I giovani sentono il bisogno di capire come va
il mondo soprattutto all’interno della sfera emotiva e sentimentale,
anche perché molto delle scelte future derivano da un sano e positivo
rapporto con l’altro sesso. Ma non solo, una corretta informazione
della sessualità forse potrebbe impedire sia gravidanze indesiderate e
sia malattie legate al sesso. Dopo gli anni della lotta per la
liberazione sessuale soprattutto della donna (il famigerato, per la
ministra, “68) si ritorna a parlare di educazione sessuale, benché già
in molte scuole viene regolarmente praticata, con un altro incarico da
affidare agli insegnanti o comunque alla loro buona volontà. Il
problema, qualora la proposta Pdl passasse, è quello di incaricare
personale altamente preparato per evitare messaggi di pressappoco o
sbagliati con cui si otterrebbe l’effetto opposto.
Il 64% degli studenti italiani
vorrebbe che a scuola si parlasse di sesso e sessualità (70% femmine,
58% maschi) contro il 44% dei ragazzi francesi e il 50% di quelli
spagnoli.
Il dato è contenuto nell'indagine TNS Healtcare 2009, illustrata oggi a
Roma da Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e
Sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano nel corso del Convegno
'Adolescenti, sessualità e media', promosso dalla SIGO (Società
Italiana di Ginecologia e Ostetricia).
La richiesta è più forte in Italia perché il nostro Paese condivide con
la Turchia, in Europa, il primato negativo della più scarsa
informazione sui metodi contraccettivi disponibili.
Per invertire questa tendenza, secondo Graziottin, servirebbe, oltre a
una corretta educazione sessuale a scuola, un "confronto aperto
mediante progetti condivisi e veri e propri corsi in cui i medici
insegnino ad esempio a presentatori o deejay, tanto amati e ascoltati
dai più giovani, come trasmettere contenuti chiave per vivere una
sessualità serena e sicura".