Una
scuola superiore parificata, con cinque classi e quattro indirizzi, a
cui sono iscritti in tutto appena 14 alunni si può configurare come un
valido strumento di formazione o piuttosto si tratta di un organismo
non idoneo a ricevere finanziamenti pubblici? A chiederlo al ministro
dell’Istruzione, attraverso un’interrogazione parlamentare nella quale
propone un’ispezione per verifica anche altre anomalie, è l’on.
Pd Gianni Farina (Apcom)
Il quesito parlamentare riguarda la scuola parificata ‘Diomede Carafa’
di Ariano Irpino, in provincia di Avellino: “i corsi – si legge
nell’interrogazione a risposta scritta, di cui Farina è primo
firmatario e presentata il 17 marzo durante la seduta n. 300 – sono
organizzati dalla prima alla quinta classe e pertanto si potrebbe
desumere che ogni classe è frequentata in media da 2,8 studenti”.
“Se i 2,8 studenti per classe – continua l’interrogazione – fossero
suddivisi tra gli indirizzi tecnico-commerciale, liceo scientifico,
dirigenti di comunità e operatore di magazzino merci, se ne potrebbe
dedurre altresì che in ogni classe potrebbero essere presenti in media
0,7 studenti”.
Diverse anomalie sono riscontrate dell’esponente politico
dell’opposizione anche sul fronte dell’organico dei docenti:
“risulterebbe – ha scritto nell’interrogazione – che ogni dipendente
della scuola debba essere a carico di 1,75 studenti, ma se
l’insegnamento è differenziato a seconda dell’indirizzo e della classe
frequentata da ogni studente, gli insegnanti presenti dovrebbero essere
venti (20) e non si capisce come in sette (7) possano svolgere il loro
compito”.
L'on. Farina dichiara, inoltre, di essere rimasto a dir poco sorpreso
per i troppi strafalcioni ed errori "di battitura, di grammatica, di
sintassi e di contenuto" presenti nel piano dell'offerta formativa
dell'istituto paritario Carafa: a questo proposito vengono citati
alcuni esempi, come la "coltivazione del tabacco e dell'olio" (l'olio
non si coltiva) oppure frasi sconnesse come quella che "nel periodo
estivo la sua altitudine diventa un piccolo centro di soggiorno". E
ancora: "18 mila quintali di latte trasformati nelle aziende o ceduto
ai caseifici locali" e "il centro di Ariano Irpino sorge su tre colli
sostenuti da robuste mura". Secondo i promotori dell'interrogazione
tutto "ciò denota ad avviso dell'interrogante in maniera palese una
scarsa professionalità dell'istituto, nonché carenze culturali e
didattiche". Scorrendo il Piano dell'offerta formativa, oggi però non
più consultabile on line, gli autori del quesito parlamentare hanno
inoltre rilevato riferimenti ad organi collegiali privi di veridicità:
"la priorità nel settore degli investimenti è determinata dai Consigli
di Classe e d'Istituto che stabiliscono quali sono i settori da
privilegiare". Un'affermazione che dimostrerebbe, "a giudizio
dell'interrogante, un'ignoranza estrema delle competenze degli organi
scolastici in quanto i consigli di classe non hanno nessun potere nel
determinare gli investimenti ed è impossibile eleggere un consiglio di
classe in cui a conti fatti, ogni classe dovrebbe essere frequentata da
0,7 studenti". Ma non è tutto: "nel paese - riporta sempre
l'interrogazione rivolta al ministro Gelmini - si vocifera che gli
insegnanti non siano pagati, ma svolgano la loro opera soltanto per
acquisire punteggi e che gli allievi paghino una retta di 1.500 euro
per frequentare un anno scolastico". Molte le domande che pongono i
parlamentari al ministro Gelmini: premesso tutto ciò chiedono, in
particolare, come mai ha "un bilancio economico in attivo incassando
dalle rette soltanto 21.000 euro all'anno e dovendo pagare l'affitto
dei locali, l'energia elettrica, il riscaldamento, l'acqua, la tariffa
per la raccolta dei rifiuti, il materiale didattico, nonché gli
stipendi del personale dipendente". Ma anche "se la titolare sia
laureata e se sì, in quale disciplina, e se abbia i requisiti per
essere chiamata preside o dirigente scolastico, e se nell'istituto
esista un dirigente scolastico con tutti i titoli previsti; se intenda
inviare in loco ispettori del ministero ai fini dell'esercizio di tutti
i poteri di competenza; se intenda revocare il riconoscimento di
istituto paritario al Diomede Carafa, che è frequentato soltanto da
quattordici (14) studenti".