Su Tuttoscuola una dichiarazione del presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi), Giorgio Rembado, ventila l’ipotesi che dietro tutto il clamore per “salvare la geografia” dalla estinzione ci sia dietro una non meglio definita lobby animata da precise logiche. E in effetti c’era da aspettarselo che si gridasse al complotto: non è tutto un complottare nella nostra Nazione?
E anche l’Urlo per attirare l’attenzione su una materia stracciata dalla istruzione diventa il megafono di una lobby. Ma si potrebbe pure dire al contrario e cioè che l’Anp, per ingraziarsi il Ministero e ottenerne i favori, alza dal suo petto una voce dissidente che è invece conforme al conformismo generalizzato che vorrebbe il placet da ogni angolo del globo terracqueo della scuola.
Da Tuttoscuola infatti si legge: “Geografia: non é ancora chiaro se il vero obiettivo delle associazioni per la difesa della geografia (migliaia le sottoscrizioni a favore) sia quello di ottenere più visibilità (cioè aumento di ore) rispetto alla situazione che vede la disciplina abbastanza emarginata nei piani di studio attuali. Nelle loro dichiarazioni i difensori della geografia non esplicitano questo obiettivo, ma dichiarano, piuttosto, che intendono opporsi ad una riduzione di ore di insegnamento che il Miur intende fare. Nella polemica, pressoché a senso unico, si è alzata una voce contraria. Contro la sottoscrizione a difesa della geografia è sceso infatti in campo un autorevole esponente sindacale, Giorgio Rembado, presidente dell'ANP, l'Associazione nazionale presidi. Secondo Rembado "ci si deve muovere in una logica diversa, più difficile forse, ma migliore per il futuro. Bisogna costruire il curriculum di studi all'interno della singola scuola. Ogni istituto può gestire autonomamente le attività didattiche da svolgere, da un minimo del 20% del monte-ore ad un massimo del 30-35%. Deve quindi essere la scuola ad individuare la materie più coerenti e più compatibili con l'indirizzo di studi dell'istituto e porsi il problema della congruità dell'inserimento di una materia, sapendo che non c'è spazio per tutto lo scibile". Commentando le parole di De Vecchis, presidente dell'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, il quale aveva dichiarato che "senza geografia siamo tutti più poveri", Rembado ha affermato inoltre che "dietro ogni insegnamento c'è una lobby animata da precise logiche. Ciascuna di queste deve addurre delle motivazioni di carattere generale per poter dire che senza il loro insegnamento il mondo va a rotoli".
Sarebbe stato interessante capire di quale lobby si tratti: degli insegnati, dei geografi, dei cantieri navali, dei ferrovieri; e per quale motivo avrebbero dovuto fare tanto clamore se non ci fosse il dato oggettivo. Certamente il mondo non va a rotoli per la mancanza di questa materia nei piani di studio, ma come non lo è andato per altre mancanze e per altre materie; e come non ci andrebbe se mancasse l’Anp che però non ci auguriamo per il semplice motivo che le voci contrarie ma autorevoli consentono il dibattito e la critica, il confronto e la crescita, purché non si solleticano sospetti e complotti perfino per la cancellazione di una materia, la geografia appunto.
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