Anche il Corriere della Sera (articolo di Gian Antonio Stella del 24.12.2008) e tutta la stampa nazionale si è accorta dell’anomali e giù a tutto fondo visto che il momento politico finalmente è favorevole in periodo di crisi drammatica e di tagli a non più sopportare privilegi e benefit assurdi.“ Più di sei miliardi di euro. Cioè 12mila miliardi di lire. E' impressionante il calcolo fatto da Tuttoscuola, la rivista diretta da Giovanni Vinciguerra, sui soldi che lo Stato in 30 anni ha pagato in più ai professori italiani abbonando loro cinque o dieci minuti per ogni «ora» scolastica.” Recita il cappelletto del Corriere.
E se ne è accorto anche il ministro Gelmini visto che tutti i dirigenti del MIUR leggono la nostra letterina e Tuttoscuola e prontamente hanno inserito nei regolamenti il ripristino delle ore intere e cassato ogni forma di abbuono delle decurtazioni delle ore.
Ma chi è responsabile di questa circolare del 1979 che ha fatto questo regalo ai sindacati scuola che fanno finta di non averlo mai chiesto?
Mah! La circolare si trova solo su internet e non è firmata da alcun dirigente MIUR e quindi se ne deduce che sia opera del ministro pro tempore. E chi era il ministro pro tempore? La risposta di google fornisce i seguenti risultati: Giovanni Spadolini era il ministro all’epoca della firma di questa sciagurata circolare. Ora la cronologia successiva è questa.
Giovanni Spadolini (PRI) 20 marzo 1979 - 4 agosto 1979 Governo Andreotti V
Salvatore Valitutti (PLI) 4 agosto 1979 - 4 aprile 1980 Governo Cossiga I
Adolfo Sarti (DC) 4 aprile 1980 - 18 ottobre 1980 Governo Cossiga II
Temo che nessuno di questi personaggi della prima Repubblica possa chiarire alcunché perché o decesso o nella peggiore delle ipotesi i ministri dell’epoca delegavano tutta la gestione all’apparato burocratico centrale colluso con il sindacalismo se non proprio emanazione diretta del sindacalismo scolastico.
Tutto il MIUR era allora appaltato in toto alle camarille e alle corporazioni interne che consideravano la scuola come un gigantesco serbatoio di manodopera intellettuale in cassa integrazione perenne da spremere e nel contempo gratificare. Tanto pagava pantolone.
Quindi la denuncia alla Corte dei Conti da noi esperita non ha prodotto praticamente alcun effetto per mancanza di imputato. Chi avrebbe dovuto infatti pagare questi 6 miliardi di euro? Spadolini o i suoi eredi? Via siamo seri. Il danno andava ripartito in maniera più corretta su tutti i ministri degli ultimi trent’anni e su tutti i dirigenti del MIUR che si sono succeduti.
Ad onor del vero c’è da dire che i soli che si sono opposti a questa truffa sono stati i presidi e i dirigenti scolastici che spesso si sono rifiutati di avallare questo benefit e spesso sono stati denunciati ai giudici del lavoro dai sindacati.
Sarebbe comico se non fosse tragicomico il comportamento della magistratura del lavoro che adita dai sindacati è stata spiazzata da questo comportamento. Infatti i giudici si sono divisi a metà nel senso che una parte di essa ha dato ragione ai presidi che agivano in difesa del bene pubblico e della moralità ed etica del lavoro; ma altri si sono bendati gli occhi e davanti al sindacato si sono mostrati proni e succubi sostenendo in breve che visto che il ministero gli riconosceva lo sconto perché mai loro avrebbero dovuto negaglierlo?
Sentenze opposte che hanno talvolta costretto alcune scuole a pagare due volte quanto non veniva lavorato. E si badi bene nelle vertenze giudiziarie mai nessun provveditorato si è costituito a difendere i presidi, cioè l’interesse generale, ma si sono defilati e nascosti per non inimicarsi come al solito il consenso opportunista dei sindacalisti.
Per la verità noi abbiamo sempre sostenuto che la circolare del 1979 non fosse più valida in quanto cassata dalla legislazione successiva anche se furbescamente i sindacati avevano ottenuto dall’ARAN di includerla e di citarla in un’apposita sequenza contrattuale, anche qui in questo caso palesandosi la corresponsabilità dell’amministrazione.
Con l’autonomia infatti e con il DPR 275 che introduceva la flessibilità qualsiasi rimodulazione dell’orario delle lezioni indipendentemente dalla causa che lo originava, avrebbe dovuto costituire oggetto di recupero secondo procedure e modalità alternative.
Ebbene tutti sanno che esistono gerarchie normative giuridiche per cui un DPR sopravanza una circolare, anzi una circolare esprime solo un’interpretazione di una legge che può non far testo nel caso in cui confligga o non si conformi con essa.
E questo era il caso della circolare del 1979 che era diventata un relitto archeologico in confronto a tutta la gigantesca produzione normativa e legislativa successiva. Eppure per i sindacati scuola ha costituito un appiglio indecente per trent’anni per giustificare un privilegio medievale in contrasto con tutta la prassi del mondo del lavoro, che specie nel privato inorridisce rispetto alla rivendicazione di un’assurdo, qual’è quello di avere pagato un tempo mai lavorato.
E per questo che non c’è bisogno di aspettare il 2015 come provocatoriamente presagisce Tuttoscuola per annullare questa diavoleria.
La circolare del 1979 e già nulla in diritto e in fatto, sicuramente da quanto è entrato in vigore il DPR 275 e non c’è bisogno di alcun atto formale di disapplicazione perché ad essere disapplicate sono le leggi e non le circolari che sono merce con scadenza e interpretazioni volatili.
Allora come la mettiamo con i giudici e le sentenze sfavorevoli di quella parte della magistratura che propende alla logica sindacale?
Si insista con i vari gradi di ricorso sino ad arrivare alla cassazione dando una scossa alle varie avvocature dello Stato provinciali che ora certamente, scoppiato lo scandalo, saranno più attente a difendere le scuole autonome e i presidi che vogliono moralizzare la pubblica amministrazione.
La Gelmini e Brunetta hanno detto basta e questa è un’inversione di tendenza decisiva.
Gli USR e gli USP soggette allo spoil system state pur certi che si adegueranno subito.
Salvatore Indelicato, s.indelicato@tin.it