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News: LA GELMINI: "VERGOGNOSO UTILIZZARE I BAMBINI PER LE BATTAGLIE POLITICHE"

Comunicati
da Corriere della Sera I genitori: «Raccolta firma per una petizione» Maestre vestite a lutto contro la Gelmini Il ministro: «Vergognoso usare i bambini» Proteste in numerose scuole italiane al rientro dalla vacanze contro il ritorno al maestro unico FIRENZE - Lutto al braccio contro la riforma annunciata dal ministro Gelmini: il primo giorno di scuola, in molti istituti italiani, è iniziato nel segno della protesta. Come a Firenze, dove le insegnanti della scuola pubblica materna Andrea del Sarto, la scuola dell'infanzia Giotto e la scuola primaria Capponi hanno accolto i bambini completamente vestite a lutto. Le maestre hanno atteso gli studenti davanti ai plessi scolastici, fuori dal portone, con uno striscione: «No ai tagli, no al maestro unico». NELLA CAPITALE - Proteste anche a Roma, dove iniziative simili sono state organizzate in settanta scuole. «Temo per il futuro dei miei bambini: questo governo vuole un modello di scuola oramai superato» afferma Laura Borgogni, una delle mamme degli alunni della scuola elementare Iqbal Masih. I genitori della scuola del Casilino sono convinti «che bisogna dare un segnale forte»: molti al braccio hanno una fascia nera, altri indossano magliette con slogan contro il ministro: «Stiamo raccogliendo delle firme per una petizione contro il decreto ministeriale - spiega Piero, papà di un bimbo che frequenta la terza elementare -. Il ritorno al maestro unico è una scelta scandalosa, inaccettabile». LA REAZIONE - Immediata la reazione del ministro dell'Istruzione da ilGiornale.it Primo giorno di scuola: proteste tra i banchi di Redazione I sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma del ministro Gelmini. Polemiche per l'introduzione del maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno. Il ministro: "Mai pensato di abolire il tempo pieno". Chi ha paura della Gelmini? Dì la tua sul blog Roma - Fascia nera al braccio degli insegnanti, aule con drappi neri alle finestre, striscioni di protesta contro il governo all’interno degli istituti, un minuto di silenzio subito dopo il suono della campanella e in alcuni casi occupazione permanente. Molti bambini rischiano di confondere il ricordo del loro primo giorno di scuola con quello di un funerale o comunque di un evento tragico. Oggi riaprono le scuole in tutte quelle regioni che non avevano ancora dato il via alle lezioni, in un clima teso per le novità già introdotte e per quelle al momento soltanto annunciate dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Alcuni sindacati, Cobas in testa, hanno invitato i docenti a presentarsi in classe con il segno del lutto al braccio ed i presidi a segnalare il loro dissenso affiggendo cartelli e striscioni contro il governo anche nei cortili e lungo i corridoi delle scuole. Il funerale per celebrare la morte della scuola pubblica ed altre forme di protesta analoghe sono state annunciate da molte scuole sparse lungo tutta la penisola. In alcune scuole romane, dove è stato anticipato l’inizio delle lezioni, sono già comparsi striscioni che in molti casi hanno suscitato perplessità e critiche da parte dei genitori. Oggi dovrebbero essere almeno una settantina gli istituti della capitale che aderiranno all’iniziativa luttuosa. Tra questi soprattutto le scuole primarie perché è proprio sul ritorno al maestro unico che si concentrano le critiche della categoria. Protestare contro le decisioni del governo non soltanto è legittimo: è un diritto inalienabile di tutti i cittadini e di tutti i lavoratori. Ma che un educatore si presenti in prima elementare davanti a bambini di sei anni con la fascia a lutto invitandoli al silenzio in nome della morte della scuola non appare una protesta ma quasi una sorta di plagio. A denunciarlo fra gli altri anche l’assessore alla scuola di Roma, Laura Marsilio. «Il primo giorno di scuola deve essere un momento di gioia e di serenità - dice la Marsilio -. Dichiarare la giornata di lutto all’inizio delle lezioni è un atto di abuso di potere dei docenti che sono dipendenti del ministero così come di violenza psicologica nei confronti dell’infanzia e delle famiglie che hanno tutto il diritto di vedere le istituzioni lavorare insieme per il futuro della scuola». La Marsilio comunque confida nella generale correttezza degli insegnanti e nel loro buon senso. «Sono certa che la protesta sarà limitata ad un dieci per cento degli istituti - sostiene l’assessore -. E questo nonostante il comizio antiGelmini organizzato a spese dei contribuenti dalla Regione Lazio all’Auditorium di via della Conciliazione: doveva essere un concerto e una festa e invece è stato un comizio contro la politica del governo tenuto dall’assessore all’istruzione, Silvia Costa». Il tam-tam della protesta a Roma è partito dall’istituto intitolato a Iqbal Masih (il bimbo pakistano assassinato nel ’95 simbolo della lotta contro lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù dei minori) nel quartiere Casilino. Qui docenti, genitori e alunni promuoveranno campagne informative sui decreti governativi e raccolte di firme contro i provvedimenti del governo. Soprattutto contro il ritorno del maestro unico che, dice Piero Bernocchi leader Cobas, «sa di secolo scorso: un ritorno che impoverirebbe e ridicolizzerebbe la scuola». L’Unione degli studenti invece ha scelto metodi più classici di protesta: striscioni e cortei davanti al ministero in viale Trastevere e volantinaggio davanti alle scuole. Si andrà avanti poi con una serie di scioperi già annunciati da Unicobas, 3 ottobre; Cobas, 17 ottobre. Manifestazione della Gilda il 16 in piazza Montecitorio. E tutto questo accade senza che il ministro abbia presentato il suo Piano programmatico per la scuola ai sindacati. L’incontro è stato fissato per venerdì prossimo e nel frattempo la Gelmini ha smentito l’intenzione attribuitale dai sindacati di smantellare il tempo pieno nella primaria. da Il Messaggero Scuole al via tra le proteste in 18 regioni italiane Gelmini: «Vergognoso strumentalizzare i bambini» Genitori e maestre "in lutto" a Roma e Firenze, sit-in nelle Marche ROMA (15 settembre) - Scuole al via, oggi, in 18 regioni italiane. Fatta eccezione per la Lombardia, dove gli studenti sono tornati in aula già da una settimana, per la provincia di Bolzano, dove le aule si sono riaperte il 10 e per la Sicilia, dove le lezioni cominceranno il 17, quello di oggi è stato un ritorno di massa sui banchi. Polemiche accompagnano l'avvio dell'anno scolastico: maestre vestite a lutto a Firenze; sit-in e magliette con su scritto "Vogliamo una scuole che vale" nella Marche; genitori con indosso una fascia nera nelle scuole della capitale. Gelmini: vergognoso strumentalizzare i bambini. Sulle varie forme di protesta messe in atto contro la riforma della scuola è intervenuto oggi lo stesso ministro dell'istruzione Gelmini: «Trovo vergognoso che si strumentalizzino i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche - ha affermato, in una nota, il ministro dell'Istruzione - Per tutti i bambini il primo giorno di scuola è una festa, un momento di gioia e allegria, non certo un'occasione per terrorizzarli. Sembra non conoscere limite, invece, l'opera di disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un futuro. La scuola non può essere utilizzata come un luogo di battaglie politiche». Firenze, maestre vestite a lutto. Prima campanella con protesta a Firenze. All'ingresso nelle aule per l'inizio dell'anno scolastico, i bambini di alcune scuole materne ed elementari sono stati accolti da maestre vestite tutte di nero. È la forma di protesta contro la riforma Gelmini decisa dalle insegnanti della scuola pubblica materna Andrea del Sarto, la scuola dell'infanzia Giotto e la scuola primaria Capponi. Le maestre hanno atteso gli studenti davanti ai plessi scolastici, fuori dal portone, non solo con un nastro nero al braccio come altre colleghe in tutta Italia, ma con tutto l'abito dai colori del lutto e uno striscione: "No ai tagli, no al maestro unico". Solo nelle prime elementari, all'arrivo a scuola dei piccoli studenti, la protesta è stata più sobria, con le maestre che comunque indossavano qualcosa di nero. Altre forme di contestazione contro la riforma Gelmini sono state annunciate per oggi e i prossimi giorni in tutti gli istituti scolastici che fanno parte del circolo 11 di Firenze. Sit in nelle Marche. Distribuzione di magliette colorate e volantini contro i tagli all'istruzione pubblica stamani a Pesaro, davanti alla scuola elementare "Pirandello", in via Nanterre. Al primo giorno di scuola, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno coinvolto insegnanti e genitori nella battaglia contro la riforma del ministro Gelmini, distribuendo magliette con la scritta «Vogliamo una scuola che vale». I sindacati contestano la scelta di reintrodurre il maestro unico nella scuola elementare, che «è tra le prime al mondo, proprio perchè moduli e tempo pieno hanno risposto e rispondono a un bisogno di istruzione sempre maggiore». Una protesta colorata, scattata alle 7:45, che ha fatto da sfondo a quella che per i bimbi alle prese con il loro primo giorno di scuola è da sempre una festa. La manifestazione è stata la prima di una serie di presidi, e iniziative di mobilitazione sindacale che oggi coinvolgono le scuole delle Marche: ad Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Fermo, e a Fano, Porto Sant'Elpidio, Civitanova Marche. Proteste nella capitale. «Temo per il futuro dei miei bambini: questo governo vuole un modello di scuola oramai superato», ha affermato Laura Borgogni, una delle mamme degli alunni della scuola elementare Iqbal Masih, tra le settanta scuole di Roma dove questa mattina, in occasione del primo giorno di lezioni, sono state organizzate iniziative contro le decisioni prese dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. I genitori della scuola del Casilino sono convinti «che bisogna dare un segnale forte». Molti al braccio hanno una fascia nera, altri indossano magliette con slogan contro il ministro: «Stiamo raccogliendo delle firme per una petizione contro il decreto ministeriale - spiega Piero, papà di un bimbo che frequenta la terza elementare -. Il ritorno al maestro unico è una scelta scandalosa, inaccettabile». C'è unità d'intenti anche con il corpo docente della scuola: «Metteremo in atto un'occupazione: dormiremo qui anche con alcuni genitori - afferma Patrizia Zucchetta che alla Masih insegna in una classe di terza -. Faremo di tutto contro questi decreti: maestro unico vuol dire inchiodare i ragazzi ad una scuola anacronistica. Non sarà più possibile garantire ai piccoli lezioni di informatica o, ad esempio, corsi di ceramica». Unione degli studenti: Gelmini ci riporta indietro di decenni. Volantinaggi dell'Unione degli Studenti (Uds) davanti a molte scuole di tutta Italia. «Jurassic school, benvenuti nella scuola del passato» è il titolo del volantino. «Vogliamo contestare le politiche del Ministro Gelmini che vuole riportare la scuola italiana indietro di vari decenni allontanandoci dal resto dell'Europa, come dimostra la riduzione di fatto dell'obbligo scolastico, il taglio drastico di investimenti, il ritorno al maestro unico alle elementari e al voto di condotta», afferma Roberto Iovino, Coordinatore Nazionale UdS. da Repubblica.it Nastro scuro al braccio in tutta Italia contro la riforma Gelmini A Firenze, in alcuni plessi, le insegnanti accolgono gli alunni interamente vestite di nero "No ai tagli e al maestro unico" La protesta delle maestre in lutto Il ministro: "E' vergognoso strumentalizzare i bambini per cavalcare proteste politiche" Striscioni in una scuola di Pontedera ROMA - Questa volta le maestre proprio non ci stanno. E in tutta Italia il primo giorno di scuola decidono di protestare contro la riforma Gelmini, silenziosamente, con un nastro nero legato al braccio, in segno di lutto. Se a Firenze i bambini di alcune scuole materne ed elementari hanno trovato gli insegnanti vestiti completamente di nero, a Roma prof e genitori hanno deciso di occupare un istituto. Pronta la risposta del ministro: "E' vergognoso strumentalizzare i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche". Tutti in nero a Firenze. Vestite a lutto contro la riforma Gelmini le insegnanti della scuola pubblica materna Andrea del Sarto, la scuola dell'infanzia Giotto e la scuola primaria Capponi a Firenze. Le maestre hanno atteso gli studenti davanti ai plessi scolastici, fuori dal portone con tutto l'abito nero e uno striscione: "No ai tagli, no al maestro unico". Solo nelle prime elementari, all'arrivo a scuola dei piccoli studenti, la protesta è stata più sobria, con le maestre che comunque indossavano qualcosa di nero. Altre forme di contestazione contro la riforma Gelmini sono state annunciate per oggi e i prossimi giorni in tutti gli istituti scolastici che fanno parte del circolo 11 di Firenze. A Roma scatta l'occupazione. Si protesta attivamente anche nella capitale. Volantinaggi e assemblee alla scuola elementare "Iqbal Masih" di via Ferraironi. Mamme con la maglietta "il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini", striscioni e quella fascia nera al braccio degli insegnanti per sostenere il tempo pieno e dire "no" al maestro unico. Stessa situazione alla succursale di via Balzani, nel quartiere Casilino 23. Come già annunciato, anche qui il primo giorno di scuola è iniziato con la protesta di insegnanti e genitori contro la riforma Gelmini e l'introduzione del maestro unico. "L'occupazione della scuola inizierà alle 12.30 e andrà avanti per una settimana - ha spiegato l'insegnante Paola De Meo della Iqbal Masih - Questa mattina, come annunciato, abbiamo messo il lutto al braccio, ma entrati in classe l'abbiamo tolto per non impressionare i bambini. Durante il pomeriggio, alla fine delle lezioni che andranno avanti regolarmente, abbiamo organizzato attività, teatrali e musicali nonché informative sul funzionamento delle dinamiche scolastiche, una materia che, purtroppo, non tutti conoscono e per cui non sempre viene compresa l'importanza e il significato delle nostre proteste". La mobilitazione è stata decisa quasi all'unanimità dal Collegio dei docenti ("ci sono stati un'astenuta e un voto contrario"). Anche alla succursale di via Balzani, alle 8 si è svolto un volantinaggio e alle 8,30 una breve assemblea tra genitori e docenti. La parola agli studenti. Anche l'Unione degli Studenti, che all'apertura di questo anno scolastico ha distribuito nelle scuole di tutto il Paese il volantino "Jurassic School. Benvenuti nella scuola del passato" - un testo provocatorio contro i tagli, il voto in condotta e l'abbassamento dell'obbligo scolastico - farà azioni dimostrative di fronte al ministero dell'Istruzione. Le reazioni politiche. E contro la protesta di insegnanti e genitori si schiera subito il mondo politico di centrodestra. A partire, ovviamente, dal ministro accusa i maestri che si sono presentati a scuola listati a lutto e dice che è "vergognoso strumentalizzare i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche. Per tutti i bambini - precisa Gelmini - il primo giorno di scuola è una festa, un momento di gioia e allegria, non certo un'occasione per terrorizzarli. La scuola non può essere utilizzata come un luogo di battaglie politiche" conclude il ministro. "I dirigenti e i docenti" che oggi hanno festeggiato in lutto il primo giorno di scuola "sbagliano e abusano del loro potere" commenta l'assessore alle politiche scolastiche del Comune di Roma Laura Marsilio. "Sono dei dipendenti ministeriali - continua l'assessore - e per questo sono sanzionabili: mi auguro che l'ufficio scolastico provveda in tal senso. Utilizzare le istituzioni per far propaganda politica è un messaggio inopportuno da mandare ai ragazzi. Per Giovanni Donzelli (An) è "un'iniziativa irresponsabile e diseducativa" che "non danneggia il Governo ma i bambini, che dovrebbero vivere il rientro a scuola con serenità e gioia". "Il primo atto dei maestri è stato quello di una protesta di sinistra" per Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Bicamerale per l'Infanzia e segretario nazionale di Azione Sociale-PdL. "I primi giorni di scuola costituiscono per i ragazzi momenti di ansia per il futuro impegno - continua - ci si dovrebbe aspettare da tutti, a partire dagli insegnanti, responsabilità e saggezza. Invece, per privilegiare le polemiche strumentali e faziose è stato mortificato il benessere dei giovani". Sulla stessa linea d'onda anche Mariella Bocciardo, membro della Commissione Affari Sociali e Parlamentare Infanzia (PdL), che ha definito il gesto ''imbarazzante e vergognoso". ''Quest'anno - commenta Bocciardo - grazie alla riforma proposta dal Ministro Gelmini, seria nei contenuti e nei suoi risvolti economici, è iniziata una nuova era per la scuola italiana. Con questi insegnanti, o pseudo tali sara' difficile battere il bullismo e la mancanza di disciplina che regna nelle nostre scuole".








Postato il Lunedì, 15 settembre 2008 ore 19:00:00 CEST di Salvatore Indelicato
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