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Umanistiche: La forza del Bello. L'arte greca conquista l'Italia

Rassegna stampa

 

La forza del Bello. L'arte greca conquista l'Italia

Dal 29 marzo al 6 luglio un'eccezionale mostra a Mantova

Apre oggi nella città dell’etrusca Manto la mostra “La forza del Bello. L’arte greca conquista l’Italia.”. Mantova continua così a essere centro di grandi mostre ospitando negli splendidi spazi di palazzo Te l’arte del bello per eccellenza.
La mostra è incentrata sulla “bellezza classica” dell’arte greca che per secoli è stata il modello ispiratore di gran parte della la produzione artistica europea. Per la prima volta tutte le sale più importanti di Palazzo Te, non solo gli spazi delle Fruttiere, verranno coinvolte nel percorso espositivo, ospitando numerose opere che andranno a comporre le sezioni della mostra.
L’esposizione, che nasce da un’idea di Salvatore Settis, si articola in tre sezioni che percorrono la storia della presenza dell’arte greca in Italia, dall’inizio, passando per lo sviluppo, per arrivare infine, al suo punto di arrivo, secondo uno schema di Winckelmaniana memoria.

 

Nella prima sezione (VII-II sec a.C.), intitolata "Un'Italia greca", troviamo esempi di ceramiche e sculture sia importate dalla Grecia sia prodotte direttamente nelle città greche dell’Italia meridionale. Opere che già conquistano i popoli italici, in primis gli Etruschi, che tanta ispirazione prenderanno dai manufatti greci. Si intuiscono già in questa fase le particolari qualità formali e narrative dell’arte greca che permeeranno poi con la loro influenza tutta l’arte occidentale alla ricerca per secoli del “bello ideale”, canone fondamentale dall’arte greca.
Ma la Grecia non avrebbe "conquistato" culturalmente l’Italia se prima non avesse sedotto Roma. Come scrive Orazio - Una volta conquistata la Grecia, la Grecia conquistò i suoi selvaggi vincitori, e portò le arti fra i contadini del Lazio –

Questo il tema della seconda sezione (III sec. a.C. – IV sec. d.C.), "La Grecia conquista Roma". I Romani conquistati dalla raffinata cultura ellenica, raccolgono statue, bronzi, ceramiche greche, ma soprattutto chiamano artisti greci a lavorare per loro in Italia e delle opere più celebrate vogliono copie “in serie”, a onorare case, palestre e giardini.

Questa moltiplicazione dell’arte greca porta allo sviluppo di un’industria delle copie. La cultura greca viene così non solo raccontata nella letteratura e sulla scena teatrale ma anche sempre più nella decorazione domestica, diventando uno specchio in cui la società romana vuole identificarsi.

Statue e dipinti vengono ricercati non più solo per la loro funzione ma soprattutto per la loro bellezza. Divengono oggetti d’arte, con una grande capacità narrativa e descrittiva legata alla rappresentazione degli dei e del mito, caratterizzati da una forte attenzione al corpo umano attraverso la ricerca costante dei valori di eleganza e bellezza.
Caratteristiche queste che nel corso dei secoli saranno le ragioni della fortuna storica della “Forza del Bello” della Grecia capta che da conquistata diviene così dominatrice culturale dell’Europa.
La forza dell’arte Greca, la sua influenza nei secoli è il tema centrale della terza sezione, “Nostalgia dei Greci”, ovvero la memoria dell’arte Greca nei secoli.

Si passa attraverso il Tardo Antico e il Medioevo, col collasso della cultura e dell’arte antica dovuta la fine dell’impero romano, l’Umanesimo e il Rinascimento in cui invece rinasce la passione per il collezionismo dell’arte antica, nel tentativo di ricostruire la storia dell’arte antica. Per arrivare infine nel ‘700 a una figura chiave per l’arte greca, il Winckelmann che riporta in luce gli elementi caratterizzanti dell’arte classica: la grazia, l’equilibrio, la misura, la naturalezza della rappresentazione e l’intensità dell’espressione, che divengono così criteri distintivi dell’arte greca, ma anche modello per quella Neoclassica con le splendide opere di Canova.

Da notare, a Mantova troveranno spazio anche alcune opere fondamentali, restituite all'Italia dal Getty Museum di Los Angeles e dal Metropolitan di New York grazie all'azione del ministero per i Beni culturali. Si tratta del Sostegno di mensa con grifoni che sbranano una cerva, del Bacino marmoreo con Nereidi, entrambi in marmo e pigmenti, e del famosissimo Cratere a calice a figure rosse conosciuto come "Vaso di Euphronios".(Da La Voce M.Allo)

Pur non essendo questa una vicenda lineare, si sono individuate tre fasi successive e ben caratterizzate, corrispondenti, ciascuna, a una sezione della mostra. Si propone così un racconto storico attraverso opere di altissima qualità estetica.

Nella prima fase (VII-II sec. a.C.) l’arte prodotta nelle città greche dell’Italia meridionale e della Sicilia s’intreccia con quella prodotta in Grecia e importata non solo dai Greci d’Italia, ma anche da altri popoli della Penisola, specialmente gli Etruschi, che ne sono conquistati e prendono a imitarla. Fra le culture durevolmente sedotte dall’arte greca spicca quella di Roma, cui è dedicata la seconda parte dell’esposizione (III sec. a.C. - IV sec. d.C.). I Romani non solo saccheggiano e raccolgono opere d’arte greca, ma attraggono artisti greci a lavorare per loro in Italia, e delle opere più celebrate vogliono copie “in serie”, a ornare case, palestre e giardini. Questa “moltiplicazione” dell’arte greca e l’eco duratura che essa lascia nelle opere degli scrittori romani, ne ha assicurato la fama e ha costruito le premesse per la sua ricerca e riscoperta dal Medio Evo all’Ottocento, tema della terza parte della mostra. A un’idea quasi favolistica dell’arte greca perduta si affianca, dal Quattrocento in poi, l’importazione di sculture dalla Grecia; rinasce il collezionismo di scultura antica e, nell’assiduo tentativo di ricostruire l’antica narrazione storica dell’arte, si impara a distinguere gli originali dalle copie, mentre dal suolo italiano spuntano nuovi originali greci.

Questa sequenza narrativa vuole far emergere alcuni tratti costanti del gusto che ha radicato l’arte greca nelle culture d’Italia: dall’una all’altra sezione si inseguono dunque, con la forza potente del richiamo visivo, i grandi temi che segnano i meccanismi della ricezione. E' infatti su questa base che nasce, dal Settecento in poi, lo studio “scientifico” dell’arte greca, partito con l’antiquaria italiana e culminato nell’archeologia tedesca. La presenza dell’arte greca in Italia diviene così la matrice e il lievito di un processo di riscoperta e conoscenza storica ancora in corso.









Postato il Venerdì, 28 marzo 2008 ore 15:48:43 CET di Maria Allo
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