Con magistrale saggezza Papa Leone XIV,
in occasione del
Giubileo degli Educatori, ha
difeso
e qualificato il ruolo, la funzione e il compito degli educatori.
“I veri maestri educano con un sorriso e la loro scommessa è di riuscire a svegliare sorrisi nel fondo dell’anima dei loro discepoli”. La regola pedagogica del “Saper guadare tutti e saper osservare ciascuno” costituisce il compito primario di una scuola attenta, aperta e inclusiva.
“Oggi, nei nostri contesti educativi, preoccupa veder crescere i sintomi di una fragilità interiore diffusa, a tutte le età”, ha detto il Papa: “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi silenziosi appelli di aiuto, anzi dobbiamo sforzarci di individuarne le ragioni profonde”.
Con fermezza e alla luce anche della sua esperienza di insegnante, Papa Leone ha esortato ad umanizzare l’insegnamento: “Il ruolo degli educatori è un impegno umano, e la gioia stessa del processo educativo è tutta umana e la condivisione del sapere non può che configurarsi come un grande atto d’amore”.
Questo messaggio, che diventa sprone, impegno, missione, sollecita una particolare attenzione anche per rispondere alle numerose emergenze educative e all’attuale nuova sfida educativa posta dall’intelligenza artificiale che “con la sua conoscenza tecnia, fredda e standardizzata, può isolare ulteriormente studenti già isolati, dando loro l’illusione di non aver bisogno degli altri o, peggio ancora, la sensazione di non esserne degni”,
Nella definizione
“scuola di tutti, scuola per ciascuno” è
incluso il concetto del “prendersi
cura”,
dello “stare
“insieme”
e
non
solo
“accanto”,
del saper osservare,
guidare, stimolare, incoraggiare,
tutti verbi di azione che qualificano l’azione educativa
“Una difficoltà attuale delle nostre società è quella di non saper più valorizzare a sufficienza il grande contributo che insegnanti ed educatori danno, in merito, alla comunità. Danneggiare il ruolo sociale e culturale dei formatori è ipotecare il proprio futuro,”
Questa denuncia pronunziata dal Papa sollecita le costellazioni educative ad interrogarsi su “quale sia l’impegno posto per intercettare le necessita più urgenti, quale lo sforzo per costruire ponti di dialogo e di pace, anche all’interno delle comunità docenti, quale la capacità di superare preconcetti o visioni limitate, quale l’apertura nei processi di co-apprendimento, quale lo sforzo di venire incontro e rispondere alle necessita dei più fragili, poveri ed esclusi”.
“E’ un errore pensare che per insegnare bastino belle parole o buone aule scolastiche, laboratori e biblioteche. Questi sono solo mezzi e spazi fisici, certamente utili, ma il Maestro e dentro”.
A tal proposito il Papa ha ancora ribadito che “La verità non circola attraverso suoni, muri e corridoi, ma nell’incontro profondo delle persone, senza il quale qualsiasi proposta educativa è destinata a fallire”,
L’invito a “camminare insieme” a saper gestire schermi e filtri tecnologici, spesso superficiali in cui gli studenti, per entrare in contatto con la propria interiorità, hanno bisogno di aiuto, appare quanto mai urgente ed il Papa stesso ha proposto di riprendere e attualizzare il progetto del Patto Educativo Globale, per dare adeguata risposta ai nuovi bisogni educativi di tutti e di ciascuno.
Giuseppe Adernò

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