Alla scuola dell’infanzia di Ferrera un cartellone pieno
di baci, sorrisi e caramelle: così i bambini hanno voluto mandare un
messaggio ai loro coetanei colpiti dal dramma della guerra. Sono tante
le testimonianze che arrivano in questi giorni dalle scuole della
provincia, tutte raccontano qualcosa di simile: i bambini fanno
discorsi inusuali fra di loro. Anche dai più piccoli si sentono
pronunciare parole che non ci si aspetta come guerra, molotov, carri
armati, bombe. È quello che è successo anche alla scuola dell’infanzia
di Ferrera, dove le maestre hanno deciso di affrontare il tema del
dramma che sta avvenendo questi giorni in Ucraina, dopo aver notato
inquietudine fra i piccoli alunni. “Le immagini che la TV restituisce
dalla guerra in questi giorni colpiscono i nostri bambini ed è
difficile tenerli lontani”, ci racconta una docente, “eravamo in parte
pronte a fronteggiare il problema, anche se non si è mai del tutto
pronti a spiegare le cause e il perché del male. Tuttavia occorre
rispondere alle domande dei bambini, la censura sarebbe una perdita di
fiducia nelle loro competenze.Abbiamo lasciato giusto spazio alle emozioni, anche forti. Accolto paure e istanze, emozioni e sentimenti. Dopodiché sappiamo che bambini così piccoli non possono capire tutte le questioni complesse dietro ogni conflitto, ma di certo i nostri bambini, come quelli di tutto il mondo, sanno che non ci sono buone ragioni per pianificare una guerra.
Ecco che allora è stato ideato un cartellone insieme ai piccoli: “i bambini hanno pensato che se ogni marchingegno bellico, carro armato che vedono, fucile, missile, bomba, al posto di sparare proiettili lanciasse fiori, cuori, sorrisi, baci, allora non ci sarebbe più morte e distruzione, ma tutti questi pensieri allegri andrebbero ad abbellire il mondo”.
Questa è stata la soluzione creata dai bambini, che oggi campeggia come un messaggio di pace appeso fuori dalla scuola: “la pace si costruisce solo con la pace”. Hanno esprimere vicinanza al popolo ucraino ed esprimere solidarietà soprattutto ai loro coetanei, nella speranza che finisca in fretta questa guerra e che il mondo possa essere di nuovo popolato da sorrisi.
Eleonora Martinelli
martinellieleonora@gmail.com




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