Nelle scuola i
comitati di valutazione sono al lavoro per
decidere i criteri sulla base dei quali i Dirigenti scolastici
assegneranno il bonus merito. In alcune scuole si diffonde l'intenzione
di premiare la quantità (assurgendola a criterio obiettivo), e dunque
ad es. premiando semplicemente coloro che trascorrono più ore a scuola
perché impegnati in commissioni o nello staff del dirigente, in
altre si intende seguire un percorso progettuale che privilegia le
azioni realmente svolte in coerenza ed in vista dei traguardi da
conseguire previsti nel Piano di miglioramento che sarà verificato al
termine del triennio. E' da certamente da premiare il contributo alla
crescita della scuola in termini di qualità e di efficienza, oltre che
di competitività per una migliore qualità. I circa 24 mila euro che
saranno assegnati a ciascuna scuola saranno
certamente insufficienti per gratificare il molto impegno profuso nella
didattica e nella sperimentazione di una progettualità innovativa, ma
saranno forse troppi per le scuole "sedute" che si limitano
all'ordinario curriculare, che registrano riduzione di alunni per
limitatezza d'impegno e di progettualità promozionale.
Il Miur ha deciso di avviare un primo monitoraggio intorno ad alcuni
passaggi essenziali, a cui seguirà una puntuale documentazione dei dati
raccolti nel Portale sulla valutazione.
Si opera quindi a "campo libero" , secondo le regole del mercato di
largo consumo che nella logica del risparmio mettono in atto
il"Fai da te"e dalla raccolta degli esiti scaturiranno eventuali
indicazioni guida. Diventa quindi lecito sbagliare e ciascuna
istituzione scolastica in autonomia segue criteri soggettivi.
Ai criteri indicati dal Comitato di valutazione seguirà secondo alcuni
docenti la raccolta dei dati, attraverso un'autocandidatura e
autocertificazione dei docenti, i quali dichiarano e documentano le
attività svolte, dando al dirigente una "pezza giustificativa" per
l'assegnazione del bonus, che secondo le recenti indicazioni
ministeriali "dovrà essere utilizzato, non attraverso una generica
distribuzione allargata a tutti e nemmeno di converso, attraverso la
destinazione a un numero troppo esiguo di docenti".
In alcune realtà si pensa di approntare delle griglie o tabelle di
punteggi da assegnare alle singole attività e quindi operare una
raccolta punti, cui seguirà la graduatoria di merito.
Prevarrà la quantità o la qualità delle azioni svolte da ritenere
meritevoli di "bonus".
La tanto attesa premialità, pensata e progettata per riconoscere il
merito per il maggiore impegno, rischia di trasformarsi in "malus" e si
creeranno nelle scuole divisioni e malumori, polemiche e conflitti se
non addirittura accesi contenziosi e ricorsi per "abuso d'ufficio", con
conseguenti risvolti penali.
La legge, 107/2015 al comma 126 e seguenti definisce non solo la
composizione del comitato di valutazione (composto da tre docenti di
cui due scelti dal collegio docenti e uno dal consiglio d'istituto; due
rappresentanti dei genitori per l'infanzia e il primo ciclo; un
rappresentante degli studenti e uno dei genitori per il secondo ciclo
d'istruzione e un componente esterno), ma anche di valutare e premiare
il merito personale dei docenti in base ai seguenti criteri: la qualità
dell'insegnamentoe del contributo al miglioramento
dell'istituzione scolastica, il successo formativo e scolastico degli
studenti; i risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in
relazione al potenziamento delle competenze degli alunnie
dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione
alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone
pratiche didattiche; le responsabilità assunte nel coordinamento
organizzative didattico e nella formazione del personale.
"Principi generali - precisa il Miur - ma i criteri adottati dalle
scuole non sono tutti uguali" e la questione da oggettiva si presenta
carica di soggettività e di rischi, oltre al malcontento di esclusione
da tale beneficio dei docenti precari. E degli insegnanti di
religione, essendo il bonus destinato solo ai docenti di ruolo.
Il comitato si limita, infatti, a definire i criteri, mentre la
quantificazione degli importi da assegnare spetta al Dirigente e
potrebbe verificarsi che nella soggettività delle scelte un professore
possa avere due mila euro e, a pari merito un altro cinquecento.
Resta l'amletico interrogativo circa la ricerca della vera qualità
della didattica.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it