E’ davvero un momento difficile per la scuola. Alle questioni legate a riforme, controriforme, bilanci e problemi di carattere amministrativo, si è aggiunto il preoccupante fenomeno del bullismo. «Non vi è dubbio - dice il presidente provinciale dell’Andis dott. Prastani - che la gravità dei fatti che hanno occupato in questi giorni ampi spazi della cronaca deve far riflettere. In questi giorni sembrano diminuire gli inviti a non demonizzare la scuola, mentre risultano in incremento i pareri che invitano a ripensare all’istituzione scolastica con decisioni straordinarie».
Ciò vuol dire che la scuola oggi non possiede gli strumenti adeguati per far fronte al fenomeno? «Sono giustificate le posizioni del Ministro Fioroni che, dopo aver emanato le direttive sul bullismo e sui telefonini, sta pensando adesso alla modifica dello statuto degli studenti per consentire alle scuole di dotarsi di regolamenti interni più incisivi. Parlare soltanto di sanzioni, però, non può essere l’unica scelta, slegata dall’aspetto educativo». Ciò vuol dire bastone e carota? «Bisogna partire dal presupposto che ogni essere umano è educabile, per cui è sbagliato lasciare dirigenti e docente completamente "disarmati" così come sarebbe deleterio pensare solo alla repressione scordandosi della prevenzione in ambiente scolastico ». Cosa ne pensa di coloro che addebitano ai docenti delle responsabilità? «Non escludo che vi possano essere situazioni assolutamente straordinarie dovute alla inesperienza, incompetenza o anche solo scarsa motivazione di qualche docente "inadatto" alla missione. Non ci può essere, però, errore più grave della generalizzazione poiché la stragrande maggioranza dei docenti sta dimostrando di saper "resistere" evidenziando grande spirito di abnegazione ed impegno. Penso a tutti quei docenti che riescono a completare gli itinerari didattici, programmati con professionalità a qualsiasi livello ed attuati nonostante la presenza in classe del "bullo" di turno». Le violenze spesso nascono dalla valutazione degli alunni. Genitori ed alunni contestano i voti bassi. «I protagonisti della violenza si qualificano già con i loro gesti incivili dimostrando di non aver compreso il messaggio formativo della scuola».
Quali responsabilità da attribuire ai genitori? «Se parliamo dei casi limite
spesso si scopre che i genitori sono assenti o si dimostrano incapaci di
comprendere
il messaggio e le regole della scuola. Un discorso diverso si può fare
ripensando alla disponibilità che una volta avevano i genitori a riconoscere
le responsabilità dei figli. Oggi, purtroppo, si riscontra qualche famiglia in
più dove il figlio ha sempre ragione anche quando non studia e si comporta
male».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)