Si dice succubo o succube? Quesito posto da Walter Sguazzin, Claudia Graziani ed altri
Al quesito, è stata data risposta da Luca Serianni ne La Crusca per voi, all'interno di una trattazione di più fenomeni. Si riporta di seguito la parte relativa a succubo / succube.
«La signora Enza Spadoni (Palermo) fa riferimento a un radiogiornale delle reti RAI nel quale sarebbero stati indicati, come esempi dell’evoluzione in atto della lingua italiana (o della norma ortografica), l’affermarsi dell’aggettivo succubo,-a in luogo dell’invariabile succube e ...
... Quanto a succubo / succube: la forma raccomandabile a norma di etimologia sarebbe la prima, trattandosi di un aggettivo tratto dal lat. SUCCUBA, a sua volta deverbale da SUCCUBARE, mentre l’invariabile succube si deve all’influsso francese (si vedano ad esempio Aldo Gabrielli, Il museo degli errori, Milano, Mondadori, 1977, pp. 79-80 o Valeria Della Valle - Giuseppe Patota, Il salvaitaliano, Milano, Sperling &Kupfer, 2000, pp. 62-63). Benissimo, dunque, se succubo, -a tendesse, magari sull’onda delle raccomandazioni dei grammatici, a imporsi nell’uso. Ma dubito che sia così: un sondaggio giornalistico relativo al 1995 e riportato nel mio Italiano, Milano, Garzanti, 1997, p. 597 dava maggioritaria (19 esempi contro 8) la forma invariabile succube.
Luca Serianni»
(da: La Crusca per voi, n. 23, p. 7)
Al quesito, è stata data risposta da Luca Serianni ne La Crusca per voi, all'interno di una trattazione di più fenomeni. Si riporta di seguito la parte relativa a succubo / succube.
«La signora Enza Spadoni (Palermo) fa riferimento a un radiogiornale delle reti RAI nel quale sarebbero stati indicati, come esempi dell’evoluzione in atto della lingua italiana (o della norma ortografica), l’affermarsi dell’aggettivo succubo,-a in luogo dell’invariabile succube e ...
... Quanto a succubo / succube: la forma raccomandabile a norma di etimologia sarebbe la prima, trattandosi di un aggettivo tratto dal lat. SUCCUBA, a sua volta deverbale da SUCCUBARE, mentre l’invariabile succube si deve all’influsso francese (si vedano ad esempio Aldo Gabrielli, Il museo degli errori, Milano, Mondadori, 1977, pp. 79-80 o Valeria Della Valle - Giuseppe Patota, Il salvaitaliano, Milano, Sperling &Kupfer, 2000, pp. 62-63). Benissimo, dunque, se succubo, -a tendesse, magari sull’onda delle raccomandazioni dei grammatici, a imporsi nell’uso. Ma dubito che sia così: un sondaggio giornalistico relativo al 1995 e riportato nel mio Italiano, Milano, Garzanti, 1997, p. 597 dava maggioritaria (19 esempi contro 8) la forma invariabile succube.
Luca Serianni»
(da: La Crusca per voi, n. 23, p. 7)