
Il rispetto per gli insegnanti è quasi scomparso.
La maggior parte dei 950mila insegnanti e 200mila tra assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici aspetta che siano “gli altri” a risolvere i problemi della scuola. La scuola pubblica non è mai stata la priorità dei governi di sinistra e di destra. Hanno solo agito... tagliando i contributi.
In questi ultimi 20 anni ci sono stati tagli per oltre 15 miliardi di euro. Solo la riforma Gelmini ne ha tagliato 8 di miliardi e sappiamo a cosa sono serviti. Gli esami di stato sono terminati in gran parte d'Italia. Molti tra gli addetti ai lavori (presidenti e commissari) sono soddisfatti, anche tra gli studenti c'è in fondo la consapevolezza che il voto conclusivo rispecchia l'esame superato.
Ma c'è un piccolo esercito di prefiche e maschere pirandelliane che tra gelosie, opportunismi, invidie e cattiverie getta fango sull'operato di chi ha svolto in modo esemplare il proprio compito. Ai colleghi che si sono comportati in modo corretto e professionale consiglio di gridare la frase di Gabriele d’Annunzio: "Me ne strafotto!"
Essere se stessi a scuola, essere contrastivi, intervenire nei collegi dei docenti di fronte all’apatia generale sta diventando molto pericoloso. Molti dirigenti scolastici non amano essere messi in discussione, anzi fanno di tutto perché le questioni, i problemi non arrivino in collegio dei docenti.
Gli obiettivi di alcuni DS sono: “convincere” i contrari, dissuadere i confusi e premiare “gli alleati”.
Invece bisogna continuare a gridare la verità! Bisogna svegliare i colleghi dormienti e combattere quotidianamente in difesa della scuola pubblica laica statale!
Concludo... con la frase di don Mariano Arena (personaggio di Sciascia ne Il giorno della Civetta):
"Io ho una certa pratica del mondo (aggiungo...della scuola).
prof. Paolo Latella
docente di ruolo c/o l'ITE A. Bassi di Lodi