In preparazione
alla giornata della donna, sono numerose le
manifestazioni e gli incontri culturali e di dibattito sul ruolo della
donna e la centralità nella società di oggi. Cesti e mazzolini di
mimose gialle adornano le vie, i tavoli di lavoro negli uffici, e a
casa si respira un'aia di festa. L'8 marzo, giornata della donna, è
considerato come un'occasione per "parlare" delle donne e del riscatto
sociale. Molte sono le problematiche pertinenti al tema e la donna
viene considerata nel ruolo di madre, di sposa, di educatrice ed oggi
l'attenzione sociale è puntata sui "femminicidi", termine non
riconosciuto da alcun codice civile o penale, ma indicativo di un
fenomeno che si diffonde sempre più di donne uccise dal marito,
compagno, fidanzato. Nel dare voce ad una specifica azione del
"comunicare la donna" s'intende trasmettere il"valore donna" nella sua
essenzialità presentando il caleidoscopio della società resa più umana
dalla presenza attiva delle donne, oggi significativamente presenti
anche nei ruoli istituzionali, dai quali nei tempi passati erano
esclusi.
La donna delle istituzioni che oltre al riscatto sociale contribuisce
alla costruzione di una società matura, capace di dare risposte alle
tante emergenze che ne offuscano l'identità e dimensione della
multiculturalità connota la società contemporanea in dialogo con le
diverse culture ed etnie e l'incontro delle donne, espressione di
culture e religioni diverse apre a una ricerca identitaria di un
modello di accoglienza e di una nuova cultura da proporre alle nuove
generazioni.
Nel disegnare la nascente democrazia partecipativa anche Luigi Sturzo
ha inteso valorizzare il compito e la funzione sociale delle
donne, contribuendo ad ampliare lo spazio verso nuove prospettive di
trasmissione e comunicazione di valori, proiettati alla crescita della
società civile nella partecipazione democratica.
Oggi il cammino verso le parti opportunità si è indirizzato
sull'ideologia del gender che ha creato non poca confusione tra i
cittadini e il reclamare il rispetto per le diversità si è trasformato
in un reclamare diritti che risultano in contrasto con la cultura e la
tradizione dei popoli.
L'indottrinamento della teoria del gender che Papa Francesco chiama
"colonizzazione ideologica" risulta fortemente dannosa per le nuove
generazioni e per il futuro della società umana.
Il ruolo della donna: figlia, sposa, madre, corrisponde alla pluralità
delle vocazioni che caratterizzano la persona e, quindi, anche la
donna, necessita di riferimenti forti agli ideali da conseguire. Non
basta limitarsi a segnalare un problema, ma bensì a risolverlo mediante
azioni concrete, come ha fatto Maria a Cana e dopo aver segnalato la
mancanza del vino, detta come regola di vita cristiana : "Fate quello
che Egli vi dirà".
Le donne del Vangelo, le donne presenti nella Sacra Scrittura
costituiscono un modello per le giovani generazioni ed in particolare
oggi, nella società liquida, che galleggia nel mare del relativismo il
fare riferimento alla dimensione della verginità e della castità,
valori che nella società di oggi sembrano perdere spessore e
significato, significa porre solide fondamenta alla costruzione
della famiglia che nasce nell'amore con il matrimonio che non è
semplice "unione" e si nutre di cooperazione e di costante ricerca del
bene per i figli a vantaggio dell'intera comunità civile.
Tutelare la donna, significa salvare la famiglia e il matrimonio che
oggi tende a scivolare nel vuoto e cadere negli abissi.
Non basta denunciare, occorre agire e testimoniare i valori e far
passare i messaggi che contribuiscono alla crescita civile e morale
della società.
La cronaca, la televisione con i suoi falsi modelli, rivelano che si va
in direzione opposta e non si possono reclamare diritti e
riconoscimenti quando le immagini negative di donna oggetto contrastano
con quanto reclamato come "diritto" di uguaglianza e di pari
opportunità.
La professione medica della donna ginecologa o pediatra, ad esempio
accompagna la crescita del bambino sin dai primi giorni di vita e
declina l'azione femminile e materna in una costante attività educativa
e di sostegno alla maternità, come pure ricordare ogni anno, "l'altra
metà del cielo" comprende tutte le donne del mondo, anche quelle che
sui barconi fuggono dalla schiavitù della miseria e cercano la speranza
e il riscatto sociali.
"Comunicare la donna" significa valorizzare la donna, come
persona, contribuisce allo sviluppo della società ed in essa apporta
quelle caratteristiche peculiari di concretezza, sensibilità e
attenzioni che danno forza al vivere civile.
Anche le donne musulmane con i segni esteriori delle loro credenze
fanno parte di quella "metà del cielo" e la donna del Mediterraneo,
tema di speciali convegni culturali contribuisce ad ampliare
l'orizzonte di osservazione sulla dignità della donna.
Nei giorni di festa dedicata a Sant'Agata una particolare attenzione è
stata riservata alle donne che soffrono per le malattie al seno.
Come ha scritto Rita Garofalo nell'appassionante racconto "Controvento"
il tumore al seno diventa strumento per ripercorrere il passato,
affrontare i fallimenti e le contraddizioni di una vita, per giungere
infine alla guarigione dal cancro dell'anima.
L'Associazione "AGATA DONNA PER LE DONNE" nata nel gennaio 2006,
persegue l'obiettivo del miglioramento dell'informazione per la
prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno ed aprire un
dialogo con le istituzioni al fine di affrontare tutti i problemi
relativi al tumore al seno: dalla prevenzione alle terapie, dalla
riabilitazione al reinserimento affettivo e sociale, dalla formazione
del personale socio-sanitario alla ricerca scientifica, dalle
informazioni alle donne alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
L'esperienza realizzata ha confermato che la diagnosi precoce è l'unica
vera arma in grado di ridurre drasticamente le vittime del cancro.
L'antica canzone che recita "Viva le donne che sono le colonne
dell'amore" se ben compresa apporterà benessere sociale e reale
progresso morale e civile.
Giuseppe Adernò