Il
Liceo Artistico Statale "Emilio Greco", della sede distaccata di San
Giovanni La Punta, in occasione delle festività natalizie ha
organizzato un incontro-recital dal tema, "Natale, la nuova luce", per
approfondire il Natale dal punto di vista artistico, culturale e
spirituale. La manifestazione si è svolta presso l'Auditorium del
Polivalente di San Giovanni La Punta, con la partecipazione attiva dei
ragazzi dell'istituto, coordinati dai docenti Rosaria Caponnetto e
Angelo Battiato. La scuola non è solo lezione e interrogazione,
valutazione e ricreazione, circolari e registri online, campanelle e
vacanze. La scuola è anche altro! La scuola è immaginazione e
creatività, fantasia e allegria, amicizia e gioia di vivere,
soprattutto per un liceo artistico, come l'Emilio Greco, e soprattutto
al tempo di Natale.
L'incontro quindi è stato pensato come una lezione, anche se un po'
speciale, una lezione-spettacolo, con musica, balli, poesie e alcuni
interventi programmati. Hanno iniziato i ragazzi con canti e con le
poesie di Gozzano, Quasimodo, Ungaretti, Rodari, Cànopi, e poi le
"lezioni" della prof.ssa Rosaria Caponnetto, docente di Religione, che
ha approfondito il tema dell'origine del festa di Natale e del mistero
dell'incarnazione, e del prof. Rocco Giudice, critico d'arte e docente
di Lettere all'IPAA "Santo Asero" di Paternò, sede associata all'IISS
"Francesco Rendi", che ha affrontato il tema della natività nella
storia dell'arte.
La prof.ssa Rosaria Caponnetto nel suo intervento ha voluto
sottolineare che il Natale, per i cristiani, insieme alla Pasqua,
costituisce il pilastro della loro fede, infatti rappresenta l'inizio
della storia della salvezza che si compie a Pasqua con la passione,
morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. «I Vangeli - ha
proseguito la prof.ssa Caponnetto - riguardo la data della nascita di
Gesù non ci dicono niente, sappiamo solo che tale nascita venne fatta
cadere il 25 dicembre per cristianizzare una festa pagana, quella del
Sole invitto collegata al solstizio d'inverno. L'argomento
dell'incarnazione di Dio richiama la parola "Mistero" cosicché, spesso
si discute del "Mistero dell'Incarnazione". Con il termine "mistero"
intendiamo indicare qualcosa che è nascosta come da un velo e che la
ragione umana può captare solo qualche segno, ma non può comprenderla
nella sua interezza. Non è così per l'Incarnazione di Dio perché Dio
stesso questo mistero ce l'ha rivelato. L'Incarnazione è la via scelta
da Dio per rivelare e per rivelarsi, intesa concretamente è la
rivelazione del Figlio, e per mezzo suo del Padre. Dio ha scelto,
questa via per salvarci perché non poteva fare altrimenti, in quanto il
torto che aveva subito con il peccato originale poteva ripararlo solo
qualcuno che possedesse sia la natura divina che quella umana. Matteo
nel suo Vangelo mette in evidenza che il nome Gesù simbolicamente
significa il Signore Salva. Luca mette in parallelo la nascita di Gesù
con quella di Giovanni Battista perché vuol far presente che tutte e
due le nascite sono frutto non certo di capacità umane ma della grazia
di Dio, infatti Giovanni nasce da una coppia sterile e Gesù da una
Vergine. Giovanni l'evangelista apre il suo prologo dicendo: "Il Verbo
era in principio": il Figlio era con il Padre già all'inizio della
Creazione prima ancora di incarnarsi e di conseguenza operava con il
Padre per mezzo dello Spirito Santo. "Il verbo era presso Dio": il
Figlio era presso il Padre, con ciò non vogliamo dire che il Padre e il
Figlio sono la stessa persona ma sono due persone distinte, il Padre
rappresenta la prima persona della Trinità, il Figlio la seconda. E
ancora: "il Verbo era Dio": viene attribuita al Figlio la divinità;
infine: "il Verbo si fece carne": il termine "carne" designa l'uomo
nella sua condizione di debolezza e di mortalità. Ci appare chiaro che
Gesù Cristo ha nella sua persona le due nature: quella divina che
proviene dal Padre, quella umana da Maria. Per giusta regola il
Concilio di Efeso attribuì alla Madonna il titolo Theotòkos, cioè Madre
di Dio. Il Concilio di Nicea nel 325, confutando l'eresia ariana dirà
che Gesù Cristo è della stessa sostanza del Padre, cioè consustanziale
perché generato e non creato».
Quindi è intervenuto il prof. Rocco Giudice che è partito dalla
considerazione relativa alla ridotta e, spesso, distorta percezione,
quando non vera e propria rimozione, del Natale e del senso di esso
nell'attuale società, in cui "le licenze consumistiche si sommano ai
divieti politicamente corretti del multiculturalismo come religione
civile ufficiale". «Dimenticando, così, che ogni tradizione inizia come
rivoluzione, - ha continuato il prof. Giudice - che all'origine si
trova, spesso, l'intuizione e la fede di un gruppo ristretto o di un
solo uomo: San Francesco, nel caso, cui si deve una svolta
antropologica che ha segnato tutta la cultura successiva. A lui si
deve, col "Cantico di frate Sole", la nascita della poesia italiana
come fusione di elementi lessicali, colti, popolari da cui sono
rampollati il plurilinguismo e il pluralismo degli stili proprio di
Dante, che gli fu devoto, così come l'altra grande figura del periodo,
l'imperatore Federico II, cui si deve un primo embrione di Stato
moderno, che volle essere sepolto indossando il saio di terziario
francescano. E a San Francesco, alter Christus, col presepe vivente di
Greccio, si deve il "battesimo", insieme, dell'arte nuova, 'nata' con
le immagini della Natività e la scoperta dell'umanità di Dio e così,
divinamente, dell'umanizzazione dell'uomo. L'ordine dei frati Minori si
è fatto promotore di questa rivoluzione culturale scritturando gli
artisti migliori reperibili sulla piazza. Pietro Cavallini, Cimabue,
Giotto». Successivamente, il prof. Giudice ha ripercorso, in modo
schematico, per ragione di tempo, la parabola da Pietro Cavallini,
cesura fra l'arte legata ai moduli iconografici bizantini e la
fioritura dell'arte rinascimentale, a Botticelli e alla sua "Natività
mistica", passando dalla "Natività" di Andreij Rublev all'"Adorazione
dei Magi" di Gentile da Fabriano e del primo Botticelli, sino alla
"Natività" di Caravaggio, trafugata all'oratorio di San Lorenzo a
Palermo nel 1969. Il prof. Giudice, nell'esaminare per cenni la
"Natività mistica", ha preso spunto dai versi di T.S. Eliot tratti dal
"Viaggio dei Magi": "Ci trascinarono per tutta quella strada/per una
nascita o per una morte?". Giudice ritiene che il carattere
straordinario di quest'opera ingiustamente trascurata o negletta, come
tutto l'opera dell'ultimo Botticelli, si possa riassumere proprio in
questo: la Natività come "Morte di Dio", che vede gli uomini condotti a
forza alla salvezza, quasi essa fosse una punizione per scontare il
sacrilegio che Dio sconta su di Sé per amore di chi solo così è reso
degno di questa vita e dell'altra, del paradiso perduto e della terra
promessa. In conclusione, alunni e docenti hanno partecipato ad una
vera lezione di spiritualità, d'arte, di cultura e di festa. Buon
Natale a tutti!
Angelo Battiato