Così recita
il comma 124 dell'art. 1 della legge 107/2015: "Nell'ambito degli
adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio
dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale. Le
attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni
scolastiche in coerenza con il PTOF e con i risultati emersi dai piani
di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento
di cui al DPR 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali
indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con
decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca,
sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di
categoria".
La formazione è in realtà da sempre un diritto personale e collettivo
dei lavoratori della scuola (art. 63 e art. 64 - CCNL 2007), oggi
occorre trovare un punto d'incontro tra l'arricchimento necessario
all'aggiornamento relativo alle discipline insegnate e le priorità
formative nazionali stabilite dal MIUR. Occorre inoltre trovare uno
spazio armonico tra "didattica delle competenze" e "didattica dei
contenuti", con l'auspicio che la promozione del pensiero critico sia
prevalente rispetto a un certo efficientismo flessibile che contraddice
per altro la valorizzazione delle competenze dei singoli docenti. Vi è
poi certamente un limite nel fatto che tale normativa, con tutte i suoi
vincoli organizzativi, sia al momento estranea al contratto di lavoro,
mentre sarebbe opportuno che fosse discussa e inserita in un contratto
che però da anni non è rinnovato, né nella parte giuridica, né in
quella economica.
Sono state individuate per la formazione le seguenti aeree tematiche:
Autonomia organizzativa e didattica, Didattica per competenze e
innovazione metodologica, Competenze digitali e nuovi ambienti per
l'apprendimento, Competenze di lingua straniera, Inclusione e
disabilità, Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile,
Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale, Scuola
e Lavoro, Valutazione e miglioramento.
Si apre così per i collegi docenti la necessità di individuare un Piano
di formazione da inserire nel PTOF, con la definizione di Unità
Formative di 25 ore, tuttavia ogni unità può essere costituita da una
pluralità di attività sia in presenza, sia a distanza, la formazione
prevede infatti: sperimentazione didattica e ricerca/azione, lavoro in
rete, approfondimento personale e collegiale, documentazione e forme di
restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola,
progettazione.
Viene generalizzato e reso obbligatorio il bilancio delle competenze
che è la base del Piano individuale di sviluppo professionale (PISP)
che ogni docente è tenuto ad aggiornare e verificare periodicamente. Il
DS cura la raccolta dei PISP dei propri docenti e relativi
aggiornamenti entro il 1° ottobre al fine di preparare, all'interno
dell'aggiornamento annuale del PTOF, un piano delle attività formative.
In ciascun triennio ciascun docente deve documentare 125 ore, di cui
almeno 40 ore in presenza (8 ore x 5 UF) e 85 ore in attività di
ricerca e riflessione sulla professionalità (85 ore a distanza).
Le Unità Formative dovrebbero essere sempre certificate (UFC) perché
solo così potranno essere utilizzate ai fini del riconoscimento del
"bonus merito", il MIUR segnala alcune aree tra cui formazione sulle
lingue, coinvolgimento in progetti di rete, particolari responsabilità
in progetti di formazione, ruoli di tutoraggio per i neoassunti,
animatori digitali e team dell'innovazione, coordinatori per
l'inclusione, ruoli chiave per l'alternanza scuola-lavoro.
È previsto l'utilizzo di uno o più docenti della rete di ambito
territoriale per organizzare autonomamente la
formazione. Scuole, reti di scuole, MIUR, enti accreditati,
associazioni disciplinari e professionali, università, soggetti che
eroghino formazione e che siano promotori di didattiche innovative,
sono tutti chiamati a concorrere alla formazione.
L'auspicio è che si costruiscano percorsi virtuosi e partecipati, che
la creatività si coniughi con la necessità, che non ci siano
imposizioni burocratiche, ma piuttosto coinvolgimento e costruzione
collettiva dei percorsi formativi di aggiornamento.
È prevista anche una mole considerevole di materiale prodotto, sia del
lavoro in presenza, sia di quello a distanza. L'organizzazione,
diffusione, archiviazione di tutto questo materiale è un aspetto
rilevante di cui la legge 107 non si occupa e che in realtà diventerà
fondamentale perché non solo resti traccia del lavoro svolto, ma anche
perché è necessario che i materiali prodotti possano essere fonte di
arricchimento per chi è interessato.
Davide Rossi
Segretario generale