Il Ministro
Stefania Giannini ha incontrato la Commissione Cultura del
Senato, della quale ha fatto parte ed ha presentato le linee
programmatiche del suo Dicastero. Il doveroso riferimento alla
centralità della scuola che il nuovo
Governo ha manifestato sin dai primi interventi operativi dell'agenda
politica Le ha consentito un maggiore slancio per elencare le proposte
innovative e di miglioramento elaborate e progettate.
In una precedente intervista aveva osservato che "la scuola italiana
non ha bisogno di una riforma epocale, ma di una svolta epocale" e pare
che ci siano tutte le premesse; occorrono soltanto le risorse ed i
sostegni adeguati per mettere a frutto le molteplici potenzialità.
Ed ecco alcune proposte operative che coinvolgono la scuola primaria
nella quale si propone un potenziamento dello studio della lingua inglese, non
come disciplina, bensì avvio al processo di comprensione e di
comunicazione nella dimensione europea, come pure un potenziamento dell'educazione motoria
che trova poca applicazione per mancanza di spazi, di attrezzature e di
personale specializzato.
L'Europa rappresenta il contesto geopolitico di riferimento primario
per l'Italia ed il Ministro nel descrivere i quattro principi
ispiratori della propria azione di Governo: la semplificazione, la
programmazione, la valutazione e l'internazionalizzazione, riferendosi
al settore scuola intende ridurre all'essenziale l'ipertrofia
normativa, che da sempre l'ha caratterizzata.
Palazzo della Minerva, al viale Trastevere, invece di essere "Ministero
delle emergenze" a causa di una criticità cronica e di un logorio
costante nel dettaglio burocratico e amministrativo, vuole diventare
"ministero per un servizio della qualità" per l'istruzione e la
formazione dei cittadini italiani e di quanti, anche straniero,
frequentano la scuola italiana.
Mentre la scuola accusa il dramma del precariato, "problema rilevante sotto il profilo
quantitativo e drammatico", l'università presenta il semaforo
rosso della carenza d'iscrizioni di risorse che mortificano e limitano
di fatto il progredire della ricerca.
Dalla constatazione che il personale della scuola è costituito da
"dipendenti pubblici demotivati e sindacalizzati", scaturisce un nuovo
e reale impegno a "lavorare in modo
che la scuola torni a formare le coscienze dei cittadini adulti di
domani, che i dirigenti scolastici siano sostenuti nel loro compito
direttivo e di supporto agli insegnanti, e che questi si sentano
spalleggiati nel loro ruolo di formazione diretta degli alunni".
Gli interventi per l'edilizia scolastica, ha detto il Ministro, non sono frutto di una reazione meramente
emotiva, ma di un problema strutturale reale, e il Governo sta
predisponendo un Piano pluriennale che porterà a fare interventi in
altre 10.000 scuole su tutto il territorio nazionale.
Il riassorbimento dei precari potrà avvenire sia attraverso il turnover
del personale, ma ancor prima e meglio attraverso l'organico funzionale, tanto atteso e
annunciato.
In passato sono stati effettuati corsi e progetti, sono stati spesi
tanti soldi, senza ottenere alcun beneficio. La presenza di personale
stabile in relazione alle esigenze della scuola è garanzia di successo
e di efficacia didattica, valorizzando le professionalità dei singoli,
senza barriere ed ostacoli di carattere sindacale.
Con la dotazione dell'organico funzionale viene altresì colmato il
vuoto didattico delle supplenze a garanzia di un'efficace e costante
azione formativa. L'idea del "supplente stabile" potrebbe diventare
finalmente realtà.
La "promessa" del Ministro di riportare l'ammontare del Fondo
d'Istituto alla dotazione del 2011 (pari a 1,5 miliardi di euro) fa ben
sperare per una ripresa della progettualità dell'offerta formativa,
oggi, di fatto, frenata e mortificata dalla decurtazione delle somme
assegnate.
Il Ministro, anche per dare un reale regime di autonomia alla scuola,
al fine di realizzare i suoi progetti e le sue scelte, reputa
essenziale prevedere l'assegnazione di stanziamenti certi già
all'inizio dell'anno scolastico in un budget
unico, senza vincoli di spesa, se non quelli fissati dalla scuola e
finalizzati al miglioramento dell'offerta formativa, anche con la
possibilità di utilizzare contratti d'opera laddove essi siano
utili.
Per rafforzare l'autonomia scolastica, ritiene, inoltre, importante
trasferire il budget orario
previsto per il personale e favorire l'utilizzo condiviso di risorse
strumentali e umane tra reti di scuole, anche nell'ottica di garantire
continuità alle supplenze, nonché la presenza d'insegnanti di sostegno
specializzati, docenti per l'apprendimento nelle lingue straniere
(CLIL) e tecnici di laboratorio.
La cultura di rete è una
scommessa che la scuola di oggi dovrà vincere se vuole conseguire i
traguardi di qualità. La cooperazione tra le scuole, l'interazione tra
docenti ed anche tra il personale delle segreterie delle scuole,
valorizzando le competenze, costituisce la carta vincente di sicuro
successo; ma tutto ciò comporta una rinuncia all'autoreferenzialità che
ciascun Istituto costruisce come barriera protettiva e spesso di
chiusura e di solitudine.
La cultura di rete, inoltre s'inserisce nell'ottica di "scuola aperta" che il Ministro
ritiene opportuno valorizzare sia come risposta alla dispersione
scolastica e ad un'efficace integrazione, sia presenza di servizio nel
territorio, centro di promozione, "luogo
dell'integrazione e della creazione di una diffusa cultura del rispetto
delle diversità".
Le iniziative di educazione alimentare collegate all'EXPO 2014-2015
impegnano la scuola per il prossimo anno ad essere veramente "aperta" e
capace di allargare gli orizzonti culturali e formativi alle diverse
espressioni di linguaggio e di comunicazione.
La riflessione del Ministero sullo sviluppo della scuola oggi merita
una particolare attenzione: "Come nel
Novecento gli istituti tecnici hanno formato i tornitori e gli
elettricisti che sono stati protagonisti del successo industriale
italiano, così oggi gli stessi istituti dovrebbero a suo avviso
insegnare ai nostri giovani a stampare in 3D, a tagliare al laser, ad
usare Arduino e l'hardware open source, permettendo alla nostra
manifattura di essere leader anche nel XXI secolo".
Ecco i presupposti di una scuola nuova che utilizza la ricchezza del
patrimonio culturale di ieri per rispondere ai bisogni di oggi, capace
di rinnovare il vocabolario e valorizzare le competenze di ciascuno
nella direzione della qualità che, sommando gli apporti positivi di
ciascuno, produce una "qualità per tutti" e quindi una scuola nuova,
efficiente e produttiva.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it